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L'ultimo Vesperale a Palazzo Mastai

2' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Una serata veramente d’eccezione nella smagliante cornice del salone di rappresentanza di Palazzo Mastai pressoché restituito agli antichi splendori dal recente restauro: mancano all’appello solo le monumentali tele di Giovanni Anastasi ancora in laboratorio per i necessari ritocchi, in occasione dell’ultimo “Vesperale a Palazzo Mastai” che sabato scorso ha aggiunto un’altra interessante pagina di “Autori e storie della provincia marchigiana”, con la rivisitazione critica della silloge “Vecchia Senigallia”, 1970, dell’umbro-senigalliese Bruno Fattori.

da Franco Porcelli


Alla presenza di un pubblico che è accorso numeroso e qualificato, con rapide e calzanti pennellate il giovane ed agguerrito critico letterario prof. Luca Rachetta, quest’anno approdato alla scuola media “Fagnani”, ha efficacemente reso ai presenti la personalità del poeta Fattori e le atmosfere che l’hanno ispirato nella sua fatica.

Posto in premessa che la vecchia Senigallia cui allude il poeta non è quella del 1970 bensì la città del primo Novecento, Rachetta ha proseguito la sua acuta e pregnante interpretazione del testo poetico ponendo in risalto come Fattori sia stato tutt’altro che un autore locale, anzi dal respiro ampio, nazionale e, soprattutto, fortemente classico: come accade per l’èpos antico, anche per lui i valori individuali collimano con i valori collettivi, tant’è che “Vecchia Senigallia” ha tutti i titoli per definirsi poema. Dove il nucleo centrale è il mito della giovinezza, che si costruisce e ruota su tre pilastri: la famiglia, la comunità senigalliese del primo Novecento, la storia e l’arte intese come garanzia di identità per l’individuo e la collettività.

Quest’analisi, così penetrante ed esaustiva ma anche inaspettata per le annotazioni letterarie che ha saputo aggiungere, ha polarizzato l’attenzione del pubblico che l’ha seguita attentamente in tutti i suoi snodi per sottolinearne, poi, la conclusione con un più che caloroso applauso.

Subito dopo, Mauro Pierfederici ha offerto un ampio saggio della poesia di Bruno Fattori, con la magistrale lettura delle liriche: pescheria, tornavano paranze, d’agosto la fiera, fiumana, in questa vecchia cartolina. Una lettura, la sua, che ha saputo esaltare il testo esplorandone tutte le pieghe narrative ed emozionali, mentre intanto scorrevano sullo sfondo le immagini di quella città ormai sbiadita nel tempo ed oggi viva soltanto nella memoria dei più anziani.

La bella serata si è conclusa con l’intervento del dr. Leonardo Bruni, pronipote del poeta, che ha aggiunto piacevoli curiosità inerenti il mondo privato e familiare di Bruno Fattori.


Il prof. Luca Rachetta, al centro, con a fianco Mauro Pierfederici e Franco Porcelli, coordinatore della serata.


Uno scorcio del salone di Palazzo Mastai e del pubblico presente.

   

EV




Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 07 settembre 2005 - 4981 letture

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