x

SEI IN > VIVERE SENIGALLIA >


Rettifica sul caso dei crocifissi nei seggi elettorali

8' di lettura
2771
EV

Richiesta di rettifica da parte del cittadino Fiorenzo Nacciariti riguardo l'articolo pubblicato su Vivere Senigallia il 13 Giugno 2005.

da Fiorenzo Nacciariti
Per chi volesse rileggere l'articolo scritto da Vivere Senigallia il 13 Giugno basta cliccare qui


Fiorenzo Nacciariti ci ha risposto oggi in questa maniera:

Presumo che tali fatti siano riferiti alla mia persona, cioè l'unico Nacciariti Fiorenzo votante nell'ufficio di sezione n. 19 presso le scuole Puccini a Senigallia.
A meno che non possiate dimostrare che tali fatti vengono attribuiti a un mio omonimo, a norma delle vigenti leggi sulla stampa e sulla protezione dei dati personali chiedo che venga pubblicata, NELLA STESSA PAGINA del Vostro sito dove appare il suddetto testo, la seguente rettifica:
1) Il sottoscritto Nacciariti Fiorenzo NON è membro dell'Unaar (che non sa cosa sia), ma è socio ordinario dell'UAAR Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti con sede a Padova, www.uaar.it.

2) Il giorno 12 giugno 2005, in occasione delle votazioni per il referendum, il sottoscritto NON ha chiesto di togliere il crocifisso (poiché, con diffida al Presidente della Repubblica, al Ministro dell'interno, al Prefetto di Ancona e al Sindaco di Senigallia in data 12 maggio 2005, aveva chiesto la preventiva e permanente rimozione del simbolo di parte della Chiesa cattolica apostolica romana dalle sale delle votazioni di tutto il territorio dello Stato o, in subordine, l'affissione accanto al crocifisso del logo dell'UAAR, riservandosi, in caso di mancato accoglimento della propria richiesta, di agire legalmente presso i competenti Fori internazionali in materia di discriminazione su base religiosa e votazioni libere, anche da condizionamenti psicologici per mezzo di simboli subliminali quali il crocifisso).
Il sottoscritto vista la presenza del simbolo di parte nelle sale delle votazioni ha semplicemente dichiarato: "Vista la presenza del crocifisso nel seggio mi rifiuto di votare." E ha restituito le schede.
Quindi, in riferimento al mio comportamento nel seggio il 12 di giugno, non risponde a verità l'affermazione pubblicata sul Vostro sito: "la stessa frase ripetuta ieri".

3) Il sottoscritto NON "ha chiesto di lasciare al segretario di seggio, in modo che venissero verbalizzate, copie di alcune sentenze che suffragano il diritto a votare senza il crocifisso", ma ha chiesto che venisse allegata a verbale una protesta che aveva predisposta già stampata e firmata, al fine di evitare qualsiasi intralcio alle operazioni di voto, avendo previsto il caso che il simbolo di parte della Chiesa cattolica apostolica romana non fosse stato preventivamente e permanentemente tolto.
Il sottoscritto ha inoltre dato lettura della parte finale di tale documento in cui si ricordavano al segretario della sezione le norme penali previste a carico del segretario di sezione che si rifiuta di allegare a verbale le proteste dei votanti.
Si tratta della stessa protesta che è stata notificata dall'Ufficiale Giudiziario alla presidente della sezione n. 19, presso la stessa sezione, lunedì 13 giugno 2005 alle ore 12:05, come da ricevuta di notifica in mio possesso. Quindi non rispondono a verità le affermazioni: "ha chiesto di lasciare al segretario di seggio, in modo che venissero verbalizzate, copie di alcune sentenze che suffragano il diritto a votare senza il crocifisso" e "rifiuto di esprimere il proprio voto senza leggere o far verbalizzare le sentenze", pubblicate sul Vostro sito.

Se nel giro di un paio di giorni non vedrò pubblicata la presente rettifica mi vedrò costretto a riproporre la richiesta in termini di formale diffida.

Distinti saluti.

PS.
Sul comportamento della Vostra testata, mi sento in dovere di ricordarVi, a scanso di future controversie giudiziarie, che un minimo di decenza professionale giornalistica richiederebbe di ascoltare le controparti, specie nel caso in cui un articolo è firmato da un giornalista della testata e non è una lettera firmata da una persona che si assume la responsabilità di ciò che afferma. Si da il caso che, generalmente, di fronte alla lettera di Tizio il lettore consideri con attenzione gli interessi di Tizio rispetto a quello che Tizio afferma. Invece, quando un articolo è firmato da un giornalista della testata, il lettore, pur tenendo conto dell'orientamento della testata, è portato a leggere quanto il giornalista scrive, attraverso un alone di terzietà, capace, in alcuni casi, di far ingurgitare al lettore fior fiore di fesserie, specialmente nel caso in cui lo scritto assume un tono di narrazione del tipo "cronaca in diretta", il lettore può fraintendere che il giornalista era presente, mentre invece riferisce cose che gli sono state riferite e che quindi hanno lo stesso valore dei fatti riportati nella lettera di Tizio, ma con la differenza che Tizio, in questo caso, vigliaccamente si nasconde dietro l'alone di terzietà dei giornalisti, i quali servilmente si assumono il compito e le responsabilità legali. Per quanto concerne il pezzo in questione, è chiaro che io, essendo attore dell'accaduto, non ho potuto che rimanere sconcertato davanti alla mistura di qualche fatto vero e di molte quisquilie messe insieme con voli di fantasia degna di miglior causa, che avete pubblicato al mio riguardo. Ma, il lettore qualsiasi, che ne sa? Da parte mia mi chiedo se si tratti di mancanza di professionalità, di malevolenza nei miei confronti o di un pezzo messo insieme per fare un piacere a qualcuno. Vi avverto che in futuro gradirei essere interpellato prima che pubblichiate qualcosa al mio riguardo, specie se investe questioni legali come nel caso di cui si tratta.

Mi riservo di segnalare il Vostro comportamento all'Ordine dei Giornalisti.


In seguito è presentata la protesta che Fiorenzo Nacciariti ha presentato in seggio:

Io sottoscritto NACCIARITI FIORENZO nato a ........... il .........................., residente a Senigallia, in Via .............. n. ...., iscritto nella lista elettorale della sezione n. 19 presso le scuole elementari Puccini, in Via Puccini n. 22/B, in Senigallia, oggi 12 giugno 2005, alle ore 9:30 circa, mi sono recato a votare in detta sezione, ho ritirato le schede per votare ma, pur avendo il desiderio di votare, mi sono ritenuto impossibilitato a farlo, per la presenza del simbolo della religione cattolica apostolica romana, detto crocifisso, nelle sale delle votazioni.
Per le ragioni addotte nella mia diffida, comunicata al Sindaco di Senigallia, al Prefetto di Ancona, al Ministro dell'Interno, al Presidente della Repubblica con lettere raccomandate A.R., in data 12 maggio 2005, in cui ho chiesto la preventiva e permanente rimozione del crocifisso dalle sale delle votazioni, non ho potuto accettare la rimozione temporanea di detto simbolo, in quanto (ribadisco quanto significato nella citata diffida) non si tratta solo di un fatto personale, relativo alla discriminazione su base religiosa da me percepita, ma si tratta anche e principalmente del rispetto del supremo principio della laicità dello Stato, che non può sussistere se non in forma estesa a tutto il territorio dello Stato. E si tratta del condizionamento psicologico del voto, per mezzo di simboli subliminali di parte.
Per tanto, ho riconsegnato tutte le schede senza essermi recato in cabina e senza aver votato.
Preciso che ciò non può essere considerato atto esprimente la mia volontà di astensione, ma dev'essere considerato fatto conseguente alla mancata garanzia di condizioni di voto accettabili da parte mia; sussistendo le quali avrei votato, avendone il desiderio.
Visto che il supremo principio della laicità dello Stato non è stato rispettato e che la discriminazione su base religiosa è stata perpetrata, confermo la volontà espressa nella citata diffida di ricorrere ai competenti Fori internazionali in materia di discriminazione su base religiosa e in materia di condizioni di voto libero, anche da condizionamenti psicologici realizzati tramite l'apposizione nelle sale delle votazioni di simboli subliminali quali il crocifisso.
Chiedo di allegare la presente protesta al processo verbale di codesta sezione e mi permetto, rispettosamente, di ricordare al segretario della sezione che l'articolo 104 del D.P.R. n. 361 del 30 marzo 1957 e successive modificazioni, al quinto comma dell'attuale formulazione (quarto comma della versione originale) prevede quanto segue:
"Il segretario dell'Ufficio elettorale che rifiuta di inserire nel processo verbale o di allegarvi proteste o reclami di elettori è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa sino a lire 4.000.000." Ricordo che tale norma è applicabile anche ai referendum in quanto è compresa nel titolo settimo del citato D.P.R. n. 361 del 30 marzo 1957, che è espressamente richiamato dall'articolo 51 della legge sui referendum del 25 maggio 1970, n. 352.

Ossequi

ARGOMENTI