Il giallo della Cerri, entro tre mesi i risultati della perizia

Verrà celebrata domenica prossima alle ore 18.30 alla chiesa del Porto la messa in suffragio di Maria Nilde Cerri, assessore al Comune di Senigallia e docente alla facoltà di Ingegneria di Ancona, morta venerdì 24 giugno nell'ateneo dorico. E mentre proseguono le indagini della Magistratura nel tentativo di fare chiarezza sulle cause che hanno provocato il decesso della professoressa, nuovi elementi arrivano dalle testimonianze dei primi soccorritori. |
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di Penelope Pitti
penelope@viveresenigallia.it
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A parlare è il medico in servizio al pronto soccorso dell'ospedale di Torrette al momento in cui, quel venerdì, arrivò la chiamata al 118. In una intervista rilasciata al Messaggero il dottor Fabio Marinelli ricorda l'allarme lanciato per soccorrere la Cerri.
"Correte all'Università di Montedago, una donna è caduta". Sono queste le parole con cui il centralista del 118, poco dopo le 15, avvisa l'auto medica accorsa, insieme all'ambulanza della Croce Gialla, all'Università di ingegneria. "Quando siamo arrivati sul posto la donna era già stata spostata ed era distesa all'ombra davanti alla porta del piano terra - ha raccontato il dedico del pronto soccorso - non c'era nessuno, quel giorno, al nostro arrivo che avesse visto qualcosa. La professoressa è stata vista solo quando era già a terra".
Un giallo dalle tinte sempre è più fosche dal momento che i primi risultati dell'autopsia, eseguita dalla dottoressa Loredana Buscemi, hanno escluso l'ipotesi del malore come causa della morte della Cerri. La Buscemi infatti ha riscontrato sul corpo della donna lesioni al costato e alla spina dorsale compatibili con una precipitazione.
Proprio per questo il pm Rosario Lioniello ha affidato ai carabinieri di Brecce Bianche il compito proseguire le indagini per fare chiarezza sulla vicenda. Nel caso in cui venisse confermata l'ipotesi della precipitazione dalla finestra del quarto piano della facoltà di Ingegneria, il pm dovrà valutare se la Cerri sia caduta accidentalemente, volontariamente o addirittura sospinta da qualcuno.
L'ultima parola spetterà al magistrato che potrà dirla solo entro 90 giorni, termine entro il quale avrà ricevuto il risultato finale dell'autopsia del medico legale.

Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 02 luglio 2005 - 1765 letture
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