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Prostitute e riti woodoo

2' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Costrette a prostituirsi nella zona del Cesano sotto la minaccia di riti woodoo e stregonerie? Secondo il Gip di Rimini nulla di tutto questo.

di Guido Fabbri
guidofabbri@vsmail.it


In particolare, il Giudice per le indagini preliminari, nell’udienza svoltasi ieri al tribunale di Rimini, ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti di R.O. una 43enne nigeriana da tempo residente a Senigallia, accusata da alcune delle ragazze di essere una delle “madame” che controllavano il “giro” nella zona di Cesano-Bruciata.
Il Gip ha accolto i rilievi dell’avvocato Corrado Canafoglia escludendo ogni coinvolgimento di R.O. nella vicenda.
Sembrava un sottobosco fatto di minacce a “colpi” di riti magici quello che era emerso dall’indagine della magistratura che ha portato all’udienza preliminare svoltasi ieri al tribunale di Rimini.
Proprio di fronte al Gip, però, tutto il castello accusatorio è saltato in aria e le persone indagate sono state tutte prosciolte compresa la 43enne nigeriana residente a Senigallia.
Le indagini, basate sulle dichiarazioni delle ragazze che si definivano minacciate e sfruttate, avevano dipinto una realtà tanto squallida ed inquietante quanto “ben organizzata”.
I tratti di strada battuti dalle lucciole sarebbero stati divisi tra alcune prostitute "capo-zona", le quali avrebbero fatto riferimento a loro volta a cosiddette "madame", cioè a vere e proprie donne boss che, secondo l’accusa, avrebbero gestito l'intero giro di prostituzione.
Le capo-zona avrebbero raccolto il denaro dalle ragazze che si prostituivano per versarlo alle madame. Il denaro, secondo la versione dell’accusa, era richiesto per l'affitto della zona i cui le ragazze esercitavano la prostituzione.
Le prostitute, prevalentemente di nazionalità nigeriana, sarebbero state controllate sotto la minaccia di riti woodoo, praticati tramite il prelievo di alcune gocce di sangue e con l’applicazione sulla pelle di tatuaggi recanti simboli magici. Tutte le madame sarebbero state associate in diverse organizzazioni che si avvalevano per i riti woodoo di stregoni detti "jujumen", i quali sarebbero appartenuti ad un'organizzazione segreta chiamata "Asigidi", il cui simbolo è dato da un anello con impresso un serpente.
Le indagini hanno visto testimoniare oltre trenta ragazze nigeriane coinvolte e, secondo l'accusa, sfruttate.
Queste hanno raccontato le vessazioni a cui sono state sottoposte per essere costrette a prostituirsi nella zona del Cesano, a nord di Senigallia.
Il loro racconto, tuttavia, non ha convinto il Gip di Rimini che ha prosciolto gli indagati.
Oggi alcune ragazze sarebbero alloggiate nella Comunità di Don Benzi a Rimini.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 01 luglio 2005 - 4770 letture

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