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Il ditino del sindaco e la bufala della complanare

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Le considerazioni del consigliere comunale Roberto Paradisi sul progetto dell'allargamento della terza corsia dell'A14 discusso mercoledì in consiglio comunale.

da Roberto Paradisi
consigliere comunale Liberi per Senigallia
Accade anche questo in una città di provincia.
Accade che un sindaco, dopo aver preteso con modalità matriarcali e bulgare, l’interruzione delle interrogazioni dei singoli consiglieri per passare al secondo punto all’ordine del giorno del consiglio, alzi il ditino con la pretesa di passare alla storia.
Lungi da me l’idea di togliere al primo cittadino questa modesta ambizione, ma due parole sulla realizzazione della famigerata complanare vanno pur dette.
Se non altro per un motivo: diversi consiglieri di maggioranza (e naturalmente il sindaco) hanno utilizzato toni da padri (poveri) della patria.
“A nessuno è consentito – hanno gridato con il ditino proteso verso l’alto – di sottrarsi dalle responsabilità di affrontare questo dibattito storico, di chiamarsi fuori da una responsabilità su decisioni che riguardano il futuro…” ecc.
A parte il fatto che né il sottoscritto né gli altri consiglieri di opposizione si lasciano spiegare da chicchessia (tantomeno da Mariani dei verdi o dalla Angeloni da Monterado) cosa è o non è consentito, ritengo che l’unica cosa che di storico Senigallia ha vissuto ieri è la “bufala” proposta dalla Giunta sotto forma di complanare.
Che non è stata decisa, non è stata programmata, non è stata finanziata.
L’abbiamo vista l’altro ieri la prima (e temo ultima) volta tracciata virtualmente con un tratto di penna.
Perché la verità è una: un conto è l’allargamento della terza corsia dell’autostrada, altra cosa è l’idea della complanare che dovrebbe costare 70 milioni di euro non si sa da chi erogati e per quale motivo.
In pratica, il sindaco ha costretto un consiglio comunale a parlare del nulla per più di tre ore.
E ci perdoni se, all’opposizione, non ci sentiamo di vestire i panni da padri nobili della Patria alzando il ditino e facendo credere ai senigalliesi che è scoccata la storica ora per la città.
Dei progetti si parla quando vi è la concretezza della realizzazione.
A cominciare dal reperimento (certo) degli stanziamenti.
E’ una questione di serietà verso i cittadini.
Alle volte meno provincialismo e più sobrietà non guasterebbero.
Sempre che i padri nobili della città consentano di dirlo…

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