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Rimini, Mazzufferi e Galli sul referendum

8' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Un nuovo spazio raccoglitore dei interventi sul referendum non direttamente legati a Senigallia.



La vita non può essere messa ai voti
da Enrico Rimini
Coordinatore Provinciale e Comunale Forza Italia Giovani

Nel dibattito pre-referendario sulla procreazione assitita interviene anche Enrico Rimini , Coordinatore Comunale di Forza Italia Giovani di Senigallia.
In vista dell'eminente Referendum sulla Procreazione Assistita in programma per il 12 e 13 giugno 2005, mi sento in dovere morale e personale, anche in nome degli incarichi politici che ricopro di esprimere alcune considerazioni.
Non posso tollerare cio che in questi ultimi giorni di "campagna elettorale" (se così la possiamo definire), sta accadendo, vale a dire un accanimento e una falsità nel trasmettere idee e pensieri strampalati.
Non si può pensare e allo stesso tempo negare che un voto favorevole a questo referendum sarebbe l'apertura verso un modo di vedere e di costruire il nostro futuro non tollerabile, il quale ci porterà (lo dico senza alcuna riserva) verso una realtà non concepita come vita umana libera naturale e sacra, ma come vita del mercato, sminuendola e rendendola paritetica a quella degli animali.
Per questo a mio avviso è basilare sposare questa affermazione "la vita non può essere messa ai voti".


Anche gli avvocati neoliberali fanno ooohhh!
da Gianluigi Mazzufferi

E' indubbiamente un buon avvocato, sicuro padrone degli artifizi del mestiere, il giovane Roberto Paradisi. Da esperto consumato comincia il suo articolo (che ha trovato - per sua fortuna - larga ospitalità sui media locali) con un trucco retorico: quello di scimmiottare il titolo di una canzoncina di moda. Così gli riuscirà di far passare, alla chetichella, un “suo” concetto davvero assoluto. Gli embrioni sono uguali ai bambini! Peccato però che con l’avvocato Paradisi non sia d’accordo nemmeno un certo San Tommaso d’Aquino, dico un Padre della Chiesa e con lui oggi, il vescovo più importante d’Italia. Infatti, come è stato scritto di recente, guarda un po’ da chi, da Antonio Tombolini (si quello che ha affrontato l’avvocato in dibattito a Senigallia) “nemmeno Ruini battezza gli embrioni”.
E’ spiacevole che un giovane avvocato, per di più fresco di studi, abbia dimenticato che in Italia è in vigore l’obbligatorietà dell’azione penale. Mi permetto di ricordarlo in quanto qualche Procuratore della Repubblica si potrebbe anche accorgere che in questa turbinosa campagna qualche legge violata purtroppo c’è.
Ad esempio alcuni giovani amici, solo studenti alle prime armi con il diritto, mi suggeriscono di far riferimento a queste norme : Art. 98 del Testo Unico delle leggi elettorali, Titolo VII ed ancora all’Art. 51 della legge 352/1970. Consultatele voi: sembra che abbiano qualcosa da innescare se accade che “ministri di qualsiasi culto” invitino gli elettori all’astensione.
Con i topi di laboratorio io ci ho lavorato in prima persona per diversi anni ed avrei qualche idea da confrontare con l’avvocato, ma possiamo allagarci subito dai topi ai cristiani? Forse l’uomo di legge non ricorda che un tempo non troppo lontano non era consentito da Santa Madre Chiesa nemmeno il parto cesareo? Qualcuno rammenta che Christian Barnard, pioniere dei trapianti cardiaci con l’intervento del 3 dicembre del 1967, fosse dalla nostra Chiesa alla stregua di un assassino, un pazzo scatenato.
Proseguendo nella lettura dell’articolo trovo la prova provata che certi liberali hanno giustamente scarsa dimestichezza con le vie del Signore quando negano che il “Padreterno possa avere come portavoce Tombolini o Capezzone”. Capisco la difesa dell’Ordine Professionale, ma forse per risparmiare sulle parcelle sembra che Lui, cioè il Padreterno, abbia scelto molto spesso portavoce di scarsa apparenza e poca qualificazione. Da San Giuseppe Labre a S. Pio da Pietrelcina mi pare che non fossero al massimo delle quotazioni mondane. Quindi l’avvocato non si preoccupi, non è detto che anche Tombolini o Capezzone siano tagliati fuori del tutto dalla graduatoria.

Ci sarebbe altro ancora su cui ribattere, sempre scorrendo la prosa del nostro concittadino. Ad esempio andrebbe detto al caro Roberto che è falsa la leggenda metropolitana che ascoltiamo in questi giorni. Nel 1985 noi radicali non ci astenemmo dal voto per il referendum sulla scala mobile. Lo ricordo non solo perché io andai a votare e votai no, ma perché - e stavolta Roberto ci scommettiamo una cena con un po’ di amici – sono disposto a regalarti la registrazione integrale della conferenza stampa di Marco Pannella e Giovanni Negri dove ascolterai tu stesso che chiedono agli italiani di andare a votare e di votare no. Certo che per una seria e complicata riflessione politica s’era lungamente parlato di una possibile astensione dal voto, ma se Paradisi legge solo Renato Farina si frega con le sue stesse mani.
Noi “vecchi e giovani embrioni radicaleggianti e progressisti” allora abbiamo votato e magari lo abbiamo fatto anche per lui in quel momento troppo giovane per essere del tutto liberale.
Infine le conclusioni di Paradisi: i cattolici al mare ed i liberali in montagna. Perché com’è stato scritto da persone ben più qualificate di me agire così di fronte ad un referendum è “un approccio alla convivenza civile decisamente illiberale”. Ciò in quanto chi non vota teme che la grande maggioranza degli italiani sia per il “sì” , ma usa un sotterfugio per far prevalere il “no” di cui lui è convinto. Detto in parole povere costoro cercano di imporre ai più la loro idea, che loro stessi però ritengono minoritaria. Infatti solo per questo motivo sono costretti ad arruolare la folta truppa degli astensionisti fisiologici, che per un verso o per l’altro è valutata ad oltre un terzo dell’elettorato.
La mia riflessione finale quindi coincide con quella scritta, solo qualche giorno fa, da Francesco Merlo: “Certo, l’astensione ingigantisce la forza reale del partito di Ruini, aggiunge la furbizia alla pigrizia; è una tattica politica legittima, ma piena di paure. Ebbene, il referendum non servirà a stabilire se l’embrione è persona, che è una domanda filosofica, ma forse a scoprire un paese di cui nessuno dà notizia, un’Italia che si è evoluta pur restando fedele alla propria antichità, a sapere su quante divisioni può contare in Italia il cardinale Ruini, e non Dio, che non ha bisogno di reggimenti.
E da ultimo stia tranquillo Paradisi: oggi per farsi schedare è più agevole entrare in un seggio piuttosto che fare l’imboscato sulle montagne. Pensi ad esempio, da liberale, alla impossibilità di scegliere “liberamente” che avranno domenica gli insegnati di religione o soltanto le perpetue.


Invito al voto
di Giuseppe Galli


In questi ultimi giorni di campagna referendaria, mi sento di scrivere queste righe, per invitare i cittadini a partecipare al voto referendario del 12 e 13 giugno. Il diritto di voto è un diritto conquistato dagli italiani, che va difeso strenuamente, come a mio avviso, va difeso l'istituto del Referendum, spesso usato anche a dismisura, su questioni di interesse davvero limitato.

Sicuramente dopo questa campagna referendaria, andrà aperta una riflessione rispetto al numero di firme necessarie per richiedere un referendum (che potrebbe essere innalzato) e rispetto al meccanismo del quorum (che potrebbe essere eliminato).
Purtroppo in questa fase siamo dinnanzi all'ennesimo tentativo di utilizzare l'arma del quorum, per vincere agevolmente sulle ragioni del Sì: pare evidente a tutti che le ragioni del NO sono state assorbite dalla "tattica" dell'astensionismo.

La maggior parte delle malattie genetiche è ancora senza cura. Sono migliaia, molte delle quali gravissime. Le persone colpite sono milioni, solo in Italia. Tantissimi sono i bambini, molti dei quali muoiono nei primi mesi o anni di vita; gli altri hanno spesso gravi invalidità. Una cura per molte di queste malattie potrebbe venire dall'uso delle cellule staminali embrionali, considerate più promettenti di quelle adulte da molti scienziati. È per questo che circa cento associazioni di malati sono in prima linea nella battaglia referendaria per l'abrogazione parziale della legge 40, tanto da lanciare, a una settimana dal voto, un appello a favore della partecipazione al voto e per il Sì.

La conferenza stampa indetta oggi a Roma dalle associazioni Lega Italiana Fibrosi Cistica, Parent Project Onlus (Distrofia muscolare di Duchenne), Federazione Associazioni Emofilici Onlus, Famiglie SMA Onlus (Atrofia muscolare spinale) , Associazione Sarda per la Lotta contro la Talassemia Onlus, mi ha indotto a prendere nuovamente posizione, per un ulteriore appello al voto.

Nel rispetto di ogni coscienza e credo religioso, ma nel pieno indirizzo della Laicità dello Stato, mi sento di chiedere a voi tutti di partecipare comunque al voto del 12 e 13 giugno, votando 4 Sì per la vita, per la ricerca sicentifica e per la tutela della salute della donna, chiedendo anche agli indecisi di andare comunque e magari votare "scheda bianca" anziché mandare all'aria il referendum.

Penso che il diritto dei Cittadini sull'espressione referendaria vada difeso, soprattutto in questa fase, per scongiurare anche il pericolo di essere "prigionieri" del legislatore, senza avere più la possibilità, di dire la nostra.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 09 giugno 2005 - 1629 letture

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