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I Ridolfi: 40 anni di cultura del cibo e dell’ospitalità

6' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Villa Amalia, una storica residenza dei primi del Novecento a Falconara Marittima (An) a pochi metri dal mare, una grande passione per la cucina di qualità, una squisita maniera di accogliere gli ospiti- con quella gentilezza pacata e raffinata, con quel modo di creare un’atmosfera rilassante e serena, un passato illustre e la voglia di continuare a coinvolgere anche i palati più raffinati.

dal Ristorante Villa Amalia
www.bongusto.it


Alla base di questa splendida realtà c’è la famiglia Ridolfi, oggi giunta alla terza generazione, e colei che ha segnato l’inizio di una grande dinastia: Amalia Ceccarelli Ridolfi. Sono trascorsi quaranta anni, era il 1965, da quando Amalia all’interno della “Pensione-trattoria al Disco” a Falconara Marittima preparava gustosi piatti, che venivano serviti in un ambiente semplice, dove tantissime persone, provenienti a volte anche da fuori regione, si fermavano per gustare su quei pochi tavoli di legno tutta la bontà dei piatti di Amalia, apprezzando la vera cucina del territorio, realizzata con grande attenzione nella scelta delle materie prime, sempre fresche e di qualità. Un successo immediato, autentico, che avrebbe contraddistinto la famiglia Ridolfi anche negli anni a seguire.

Eppure per Amalia era stato difficile cimentarsi nella cucina di mare, nell’eccezionale fritto, che i clienti immancabilmente ordinavano, nei sardoni allo scottadito, nel brodetto, nello stoccafisso all’Anconetana, lei che, appartenente ad una famiglia nativa di Fermignano, aveva una tradizione gastronomica fondata su piatti a base di carne, di tartufo, di funghi, delle specialità del Montefeltro.

Eppure la “grande maestra” aveva incantato tutti.
In pochissimo tempo aveva imparato proprio dai pescatori a cucinare il pesce, aveva messo in quel lavoro tutta la sua genialità, una innata versatilità, l’autentica passione per la cucina, che aveva ereditato dalla madre Carmela, rinomata ed apprezzatissima cuoca che realizzava i menu delle feste organizzate nelle residenze delle famiglie bene di Urbino. Da quei primi passi sembra essere trascorso tanto tempo, scandito da un successo dietro l’altro, da meriti e riconoscimenti importanti- il primo avvenuto nel 1976 quando Amalia viene inserita nell’Albo d’Oro- che hanno portato la famiglia Ridolfi ai vertici della gastronomia di qualità in tutta Italia.

A contribuire al successo di Amalia furono anche il marito Giuseppe Ridolfi, valido compagno nella vita e nel lavoro, i figli Walter, divenuto poi professore, e Lamberto, forse di indole più vicino ad Amalia, che nel 1970 aveva sposato Angela Pievani, anche lei appassionata di cucina che seguì Amalia nella sua professione, divenendone poi la prosecutrice.
Fu proprio Lamberto, intuitivo e coraggioso nel proporre scelte che si rivelarono poi ottimali, a suggerire un salto di qualità nella scelta di una nuova sede di classe, di prestigio, dove poter accogliere ospiti più numerosi, attenti alle proposte gastronomiche di alto livello. Il 3 marzo 1981, dopo un lungo restauro, viene inaugurata Villa Amalia, un luogo elegante e di grande atmosfera, con un magnifico giardino che nelle sere estive diviene un naturale palco per raffinati concerti all’aperto, per cene o buffet indimenticabili.

Ma cosa era rimasto dalla trattoria del Disco? Una affezione alla genuinità, l’oculatezza nella scelta degli ingredienti, la voglia di superare i traguardi raggiunti.
Protagonista di questa nuova avventura è ancora Amalia.
E’ lei che trova anche in questo caso il segreto di un ulteriore successo: la qualità delle materie prime, la passione per la buona cucina e per il proprio lavoro, una ispirazione vincente, la creatività e la ricerca di una innovazione nel rispetto della tradizione.

Amalia diviene pioniera del gusto. Lei, umile e caparbia, coraggiosa e schiva, si mostra anche capace di osare quello che fino a quel momento non era stato mai valutato dagli chef, ovvero di accostare i sapori del mare con quelli della campagna e della montagna.
Ecco dunque che prendono vita pietanze, che procurano una vera e propria estasi al palato, in un bouquet di profumi che avvolgono i sensi, da assaporare con tutta la gaiezza dell’anima.
Amalia stupisce ancora. Suscita meraviglia. Conquista.
Riesce a sorprendere perfino il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che nel 1981, durante il suo viaggio nelle Marche, si ferma a mangiare a Villa Amalia e rimane incantato dallo stoccafisso all’Anconetana, di cui aveva sentito tanto parlare.

Questo episodio lancia indubbiamente la famiglia Ridolfi nell’olimpo dell’alta cucina italiana. Nel 1984 Villa Amalia diviene membro della “cordata” dei piatti del “Buon Ricordo” presenti su tutto il territorio nazionale; Amalia e Lamberto prendono parte ad alcune trasmissioni televisive su RaiUno e RaiDue raggiungendo una notorietà impressionante. Nel 1986 il ristorante viene inserito nella guida Michelin. E poi ulteriori premi. “Le Bonnet d’oro”, l’insegna di appartenenza al “Collegium cocarum”, il “Cuoco dello Stocco” consegnato dall’ente norvegese e la “Cucina eccellente” consegnato dall’Accademia della cucina. In questo turbinio di consensi nazionali, il continuo impegno della famiglia Ridolfi non solo rimane costante, ma anzi si connota di una attenzione speciale nei confronti degli ospiti.

E’ inutile dire che oggi Villa Amalia, con le sue tre salette e il padiglione estivo coperto e sopraelevato, la ricca cantina con la migliore produzione locale e nazionale, costituisce un punto fermo dell’alta gastronomia italiana, anche grazie a Lamberto Ridolfi, patron-sommelier, che ha guidato la direzione del ristorante organizzando interessanti momenti conviviali per esperienze conoscitive ai vertici assoluti del gusto, riservando ai clienti quell’ospitalità da vero gentleman, facendo di Villa Amalia un’oasi della cultura enogastronomica. Rientra proprio in questo ambito, quello ovvero culturale, l’imminente apertura di una biblioteca specifica dedicata all’enogastronomia, ospitata in uno dei locali del ristorante, che potrà essere consultata dai clienti. Il 2005 segna per la dinastia Ridolfi un momento importante del lungo percorso professionale: non solo la celebrazione della figura di Amalia e di quaranta anni di attività, ma anche l’inaugurazione della terza generazione Ridolfi rappresentata da Fabrizio, ultimo rampollo di questa gloriosa dinastia, che, dopo aver conseguito la Laurea Breve in Economia Turistico Alberghiera, saprà senza dubbio rendere onore ad Amalia, sorprendente “artigiana del gusto”.

1 Luglio 2005 “Ricordando Amalia” Celebrazioni per i quaranta anni di attività della famiglia Ridolfi con cena di beneficenza in ricordo di Amalia Non poteva passare inosservata la data relativa all’anno 2005. Quaranta anni di attività nel settore ristorazione costituiscono un ottimo traguardo, soprattutto quando si parla di alta cucina. La famiglia Ridolfi ha così deciso di festeggiare questo importante anniversario insieme a tutti coloro che si vorranno unire al momento conviviale previsto per il 1 Luglio, volendo nel contempo offrire un omaggio ad Amalia Ciccarelli Ridolfi, colei che ha iniziato l’attività di ristorazione.

Il Percorso dei sapori: Dalla tradizionale cucina di mare alla creatività in tavola Sarà un’altra bella novità del 2005.
“I piatti della tradizione Ridolfi”, ovvero l’inserimento nel menu relativo al 2005 delle pietanze che nel corso degli anni hanno riscosso maggiore successo, con breve nota storica.

Villa Amalia è citata in…

Guida Michelin
In un villino dell'inizio '900, a pochi metri dalla marina, tre sale di sobria eleganza e una veranda estiva: piatti tradizionali o creativi a base di pesce.

Unione dei Ristoranti del Buon Ricordo
La famiglia Ridolfi compie ogni giorno il rito di un'ospitalità sapiente intrisa dai gusti e dai profumi di una cucina sapida e genuina.

L’espresso, La Guida d'Italia
Professionalità e cortesia sono da sempre di casa.

Guida Gambero Rosso

Veronelli, Guida ai Ristoranti

www.mangiarebene.com

www.rivieradelconero.it





   

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Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 12 aprile 2005 - 4156 letture

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