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la storia ritrovata: La storia dei Templari

6' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Le crociate rimangono un episodio unico nella storia delle lotte fra diverse religioni.

di Bel-Ami


Esse misero sulla strada d’Oriente centinaia di migliaia di pellegrini, armati e non, e i crociati, dopo aver fondato il Regno di Gerusalemme nel 1099, dovettero assumerne la difesa lungo il corso di due secoli. Essi non cercavano di colonizzare la Siria e la Palestina, ma volevano solo che la Città Santa ritornasse ad essere la culla della cristianità, che la terra che aveva visto nascere, vivere e morire Gesù Cristo appartenesse a loro, così come La Mecca apparteneva ai musulmani.



E così, in seguito all’appello per la “guerra all’infedele” di Papa Urbano II al Concilio di Clermont del 1095, “l’eroico” Goffredo di Buglione, a capo di un composito gruppo di fedeli, si lanciò alla volta di Gerusalemme. Conquistata la Città Santa, le persone che presero parte a questa prima crociata, non essendo inquadrate in un esercito regolare, ma essendo dei semplici cristiani che difendevano il proprio diritto di andare a pregare in Terra Santa, tornarono in Europa. Fu proprio in quella fase che entrarono in gioco i Templari.

Hugues de Payns, insieme ad altri otto celeberrimi cavalieri (Bysol de Saint Omer, Andrè de Montbard - zio di San Bernardo di Chiaravalle, che appoggiò la causa dei Templari-, Archambaud de Saint Aignan, Gondemar, Rossal, Jacques de Montignac, Philippe de Bordeaux e Nivar de Montdidier), partirono dalla Francia in direzione Terra Santa con lo scopo di difendere i pellegrini dagli attacchi delle bande dei musulmani.
Essi vennero inizialmente chiamati i "Poveri Cavalieri di Cristo", ed erano dei veri e propri monaci guerrieri inquadrati in un Ordine Monastico. I nove Cavalieri si presentarono al Re di Gerusalemme Baldovino II nell’Anno Domini 1119 (1111 secondo altri studiosi), mettendosi a disposizione per la protezione dei pellegrini ed il pattugliamento delle strade a Gerusalemme e dintorni. Il loro nome venne cambiato in "Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Gerusalemme", e furono più semplicemente riconosciuti come "Templari". Nel primo periodo della loro costituzione i Templari incontrarono grandi difficoltà, sia dal punto di vista militare (erano relativamente pochi) sia dal punto di vista economico.
Questi motivi spinsero Hugues de Payns a tornare in Francia nel 1127 per cercare rinforzi morali ed economici, e ad andare a Roma per incontrare Papa Onorio II.

La creazione di una milizia “cristiana” destava infatti qualche imbarazzo anche al Papa stesso, e non aveva precedenti nella storia cristiana. Era necessario quindi trovare una posizione chiara e precisa, ricercando anche una Regola che si adattasse perfettamente alla situazione.

Fu proprio nel Concilio di Troyes che venne presentata la Regola e l’Ordine. Ciascun Statuto dell'Ordine venne approvato in blocco e la Regola Templare fu sottoscritta da tutti e vi fu apposto il sigillo papale, mentre Hugues di Payns, anch'egli presente al Concilio, venne nominato Gran Maestro dell'Ordine. In tale contesto venne presentato il 'De laude novae militiae' (elogio della nuova milizia), vero e proprio proclama di esaltazione dell'Ordine Templare, che ebbe non poca importanza per il successivo sviluppo dell’Ordine. Sempre a Troyes poi i Templari adottarono un motto: "Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", ossia: "Non a noi, Signore, non a noi, ma al Tuo nome da gloria".



La Regola Templare era formata da 72 articoli ed era durissima. Era vietato qualsiasi contatto con le donne (non si poteva baciare neanche la propria madre, ma bisognava salutarla compostamente chinando il capo), non si poteva andare a caccia, erano banditi il gioco dei dadi e delle carte, aboliti mimi, giocolieri e tutto ciò che era divertimento, non si poteva ridere scompostamente, parlare troppo o urlare senza motivo, i capelli andavano corti o rasi, in inverno la sveglia era alle 4 del mattino, in estate alle 2, bisognava dormire "in armi" per essere sempre pronto alla battaglia. C’erano regole anche sul modo di mangiare e sul modo di vestirsi.

Dopo l’approvazione ecclesiastica ufficiale, la fama ed il prestigio dell'Ordine del Tempio crebbero rapidamente ed in modo vertiginoso, e con esse aumentò anche la potenza e la ricchezza dell'Ordine stesso, che ricevette elargizioni e donazioni spontanee da ogni strato sociale.

Di vitale importanza fu la bolla "Omne datum optimum" del 1139, di Papa Innocenzo II, che concesse all'Ordine la totale indipendenza, compreso l'esonero dal pagamento di tasse e gabelle, oltre alla direttiva secondo la quale l'Ordine doveva rendere conto solo al Papa del proprio operato.

Nel variegato universo dei crociati i Templari si distinsero sempre per la loro incredibile determinazione in battaglia, in quanto possedevano una disciplina disumana e una spietata fermezza di fronte all’avversario (non a caso venivano chiamati dai musulmani i "diavoli rossi").
Essi, rivendicando a se l’onore della prima linea durante i combattimenti, spesso dovettero pagare con un alto tributo di sangue questo privilegio, ma con la loro fama di essere i più valorosi difensori della Croce non trovavano difficoltà a ripristinare le fila diradatesi.
Le loro sconfitte si contano sulle dita di una mano; furono gli ultimi a lasciare la Terra Santa e nell’assedio di Acri (ultimo baluardo prima della disfatta finale, che vide il “feroce” Saladino rimpossessarsi di Gerusalemme e abbattere tutti i simboli cristiani della città) i cavalieri templari combatterono e morirono quasi tutti.

Non potendo più guidare l’avanguardia in battaglia si trasformarono in retroguardia e sacrificarono così le loro vite per salvare quelle dei fuggitivi, ultimi crociati in Terra Santa.
E’ paradossale pensare che i cavalieri templari sopravvissuti alle scimitarre dei Saraceni (in due secoli di storia ne perirono circa 12000) caddero poi vittime dei carnefici del Re di Francia (invidioso del potere dei Templari e avido delle loro ricchezze) e della debolezza del Pontefice.
Infatti, Filippo IV, tra il 1307 e il 1314 accusò l’ordine di attività immorali ed eretiche. Papa Clemente V di conseguenza abolì l’Ordine nel 1312, dopo il Concilio di Vienna voluto dal Re, che fece imprigionare o bruciare vivi i Templari superstiti, incamerando i loro beni.



La vicenda storica dei Templari a posto da sempre in essere un problema di difficile risoluzione, e cioè quello che se una guerra “santa” può essere considerata una guerra “giusta”.
San Bernardo, riprendendo il concetto della "guerra giusta" espresso da Sant'Agostino, considerò il voto templare dell'uso delle armi contro gli infedeli non una intenzione di "omicidio", ma una vera e propria azione contro il Male, ossia un "malicidio" (vedi sopra 'De laude novae militiae'), anche perché i Templari difendevano i Luoghi Santi, che dovevano essere a disposizione di tutti, quindi chiunque avesse preteso di tenerli soltanto per se sarebbe stato considerato "malvagio" e andava quindi debellato…

Fin dall’800, infatti, i pellegrini che si recavano al Santo Sepolcro venivano uccisi, derubati, le donne violentate, nel migliore dei casi veniva imposta loro una forte tassa.
La setta degli "Assassini" nacque proprio in questo periodo ed aveva come scopo l’uccisione sistematica dei pellegrini Cristiani. Fu questo atteggiamento da parte dei musulmani portò ad una reazione violenta degli Europei.







Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 09 aprile 2005 - 12274 letture

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