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Una dimenticanza da 900 milioni

6' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Nell’ultimo week-end pasquale è emersa una volta di più la mancanza di un servizio pubblico di trasporto urbano e interurbano a Senigallia: in particolare, non è stata data la possibilità ai residenti nelle frazioni, nei borghi e nella stessa città di spostarsi per raggiungere la zona marittima o altre località del territorio se non usando vetture private che si rivelano, come è noto, inquinanti e congestionando i luoghi ove è possibile il posteggio.

da Fabrizio Marcantoni
Candidato a Sindaco


Da quando non c’è più a Senigallia il servizio di autobus nei giorni festivi, una grossa fetta di cittadini – ci riferiamo, in particolare, agli anziani – è costretta a rimanere in casa o comunque nell’abitato circondariale.

Dalla mancanza di questo servizio pubblico è penalizzata, quindi, questa popolazione residente specialmente nelle località periferiche scollegate; laddove invece si riesca ad usare un’autovettura per raggiungere il centro storico, si va a comprimere i pochi spazi dei posteggi trasformando alcune strade del centro stesso (e, in particolare, quelle del Rione Porto che di problemi ne ha già abbastanza) in parcheggi arroganti ed allucinanti.

L’origine del “caso” viene da lontano; tutto è nato quando, in corso di trattative per il rinnovo della concessione del servizio automobilistico pubblico e per l’applicazione delle nuove tariffe con la Regione Marche e, in seguito, con l’Amministrazione Provinciale, il Sindaco di Senigallia e l’Assessore competente si “dimenticarono” di inserire nella richiesta anche i chilometri necessari per un miglior servizio di collegamento con l’hinterland e per un servizio pubblico domenicale e festivo. Da allora sono trascorsi diversi anni; le popolazioni dei borghi e delle frazioni ( ma non solo loro) protestarono, insistettero, ma nulla più avvenne. Nell’ultimo periodo, quando il problema venne ancora una volta riproposto dai residenti delle frazioni (in particolare i pensionati, gli anziani, le vedove che desideravano e desiderano recarsi nei cimiteri Maggiore, Roncitelli, Montignano per legittime visite ai loro defunti) lessero sui giornali una discutibile dichiarazione dell’attuale Sindaco uscente – “Non abbiamo soldi per coprire questi costi” – che non portò certamente chiarimenti soddisfacenti.

Ma vediamo un po’ come stanno le cose e quanto la “dimenticanza” del primo cittadino è costata e costa alle casse comunali ( cioè a tutti noi ) un servizio pubblico zoppicante. Negli anni in cui si passa al contributo statale per il servizio di trasporto pubblico, gli allora Amministratori cittadini si accorsero, ma solo dopo, della grande opportunità per la nostra città; al momento di comunicare le necessità per la mobilità cittadina non lo fecero. In quella occasione si stabiliva l’ossatura del trasporto pubblico e Senigallia era assente. Vari piccoli aggiustamenti hanno fatto sì che oggi la nostra città abbia finanziati circa 160.000 km. annui ma spenda di tasca propria per altri 200.000 km. E, inoltre, ha del tutto scoperto da finanziamento il trasporto scolastico.

La spesa annuale a bilancio è molto, molto pesante e i servizi sono molto scadenti. Tanto per dare una cifra: al Comune di Senigallia il costo al km. del servizio di un autobus pubblico è di 4.500 lire del vecchio conio. Il che vuol dire 900 milioni di vecchie lire (più il quotidiano trasporto scolastico ): si cerchi di immaginare cosa si sarebbe potuto finanziare con 900 milioni di lire l’anno per circa cinque anni (cioè gli ultimi).

E torniamo al servizio festivo per una città che ha la metà della popolazione residente in frazioni più o meno grandi: un servizio assolutamente necessario e di questo sono convinti un po’ tutti, meno gli Amministratori comunali. Un servizio che potrebbe essere coperto con due coppie di corse il mattino e due coppie di corse il pomeriggio per tutte le frazioni; per Cesano e Marzocca dovrebbero essere rispettivamente di tre corse ciascuna. Inoltre (visto che siamo in argomento), bisognerebbe instaurare un servizio nella direttrice del fiume Misa con almeno una corsa ogni ora sia verso Bettolelle sia verso Brugnetto con inizio e fine del servizio in orari utili per trasportare alla stazione ferroviaria i pendolari diretti ad altre località per lavoro e coloro che debbono raggiungere le zone artigianali e Z.I.P.A. .

Dovrebbero essere fornite di servizio pubblico nuove realtà cittadine quali la Cesanella e le Saline. Tutte le frazioni dovrebbero essere dotate di due coppie di corse il mattino e due il pomeriggio, al di fuori dell’orario scolastico, per le utenze di popolazione “deboli”.

C’è poi il servizio estivo sui lungomare che dovrebbe avere inizio attorno a Pasqua e termine a fine settembre: con autobus in grado di rispettare gli orari mentre il loro percorso deve avvicinare il più possibile i parcheggi scambiatori, evitando così i bus-navetta. La politica delle agevolazioni al trasporto, a nostro avviso, dovrebbe prevedere facilitazioni non solo per gli ospiti degli alberghi ma anche, e specialmente, per gli anziani, per gli studenti e per i pendolari, con appropriate tariffe scontate ma non con corse gratuite. Lo sviluppo del servizio urbano risolve, infine, in gran parte il problema dell’inquinamento: i bus della azienda erogatrice il servizio, per buona pace di tutti, funzionano a metano oppure a biodiesel; i “Pollicino” a biodiesel.

Deve essere garantita la mobilità dei mezzi su tutto il territorio comunale e ciò, a nostro avviso, si può ottenere con servizi di trasporto che abbiano coincidenze alla stazione F.S. per ogni altra località sia essa urbana sia impianti sportivi, sia centri commerciali; la intermodalità dovrebbe avere la sua base presso la stazione ferroviaria che dovrà essere così anche autostazione da ricavare in superficie e sotto il palazzotto del Turismo in piazza Moranti. Il necessario sottopasso già esiste.

Già, si dirà, ma chi paga? Il finanziamento deve essere il più possibile regionale; al Comune dovrebbe rimanere solo l’onere della politica dell’incentivazione al mezzo pubblico. La nostra città è la seconda nella provincia per popolazione ed è la quarta nel contesto regionale. Altre città simili alla nostra (Fano, Jesi) hanno attualmente finanziati per il trasporto pubblico almeno 600.000 km.. Da noi agli attuali 160.000 km. finanziati, i nostri Amministratori comunali, vanamente e a lungo sollecitati, non hanno saputo (o voluto) affiancare i necessari rimanenti 500.000 km. Che servirebbero per affrontare decentemente l’intero problema una volta per tutte (ivi comprese le corse nei giorni festivi e l’entrata in funzione dei “Pollicino” per collegamenti veloci in città).

Mancati clamorosamente gli appuntamenti politici nei quali la Regione Marche ha effettuato riequilibri chilometrici nella regione, con Senigallia sempre fuori, si è infine riusciti ad ottenere delle promesse per un finanziamento dalla prossima nuova Giunta regionale e di una quota chilometrica finanziata dalla Provincia. Sono per ora solo promesse; bisogna adoperarsi perché vengano mantenute, ma da sole non bastano; bisogna affrontare da protagonisti la fase di messa in gara dei trasporti extraurbani provinciali così da poter trasferire parte dei contributi su Senigallia. Questi sono i grossi problemi della nostra città; ma questo problema non è stato risolto dall’Amministrazione in scadenza perché qualcuno si è “dimenticato” d’intervenire per esprimere l’indispensabile parere politico.



   

EV




Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 01 aprile 2005 - 1671 letture

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