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Il lavoro precario delle cooperative sociali

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Una lettera aperta ai candidati per le prossime elezioni regionali su i problemi dei lavoratori delle lavoratrici delle cooperative sociali e terzo settore in genere.

da Francesco Pinto
responsabile regionale sindacato RdB CUB


Negli anni ottanta si capì che un sistema sanitario centralizzato e rigido, la cui filosofia si basava esclusivamente sull'assistenzialismo e sull'eliminazione del sintomo, aveva enormi limiti.

Si passo alla promozione della salute coinvolgendo le risorse del territorio locale nella definizione e nella capacità di mobilitare e promuovere risorse per incidere sulle cause del sintomo. Si arrivò ad esternalizzare servizi dalla sanità pubblica al privato sociale.

Questo passaggio non fu utilizzato come strumento in grado di rendere flessibile l'organizzazione del lavoro, ma, come possibilità di modificare in qualsiasi momento le condizioni del rapporto di lavoro con il proprio dipendente”(fonte Eurispes).

Le condizioni a tutt'oggi per i lavoratori delle cooperative sociali sono: stipendi medi 800/850 euro tutele sindacali dimezzate certezze del proprio posto di lavoro annullate con effetti sociali devastanti: “la stragrande maggioranza del campione 89,7% è celibe o nubile, così come è estremamente contenuta la genitorialità...infine la maggior parte delle donne lamenta stati d'ansia.....così come sono ugualmente diffuse depressione e patologie psicosomatiche" (fonte Eurispes, indagine effettuata dal 25/11/2004 al 05/01/2005).

I contratti di lavoro, facevano riferimento, anche per il personale fornito da cooperative, al contratto vigente dell'istituzione pubblica in cui il lavoratore esterno prestava la sua opera.
Con l'ingresso del Contratto Collettivo Nazionale Cooperative Sociali si arrivò ad un peggioramento del trattamento economico e di altre voci come il calcolo pensionistico.
I problemi che questa discriminazione ha comportato e comporta sono molteplici e degni di attenzione.
Mettere come obiettivo del programma politico la perequazione del contratto di lavoro è un elemento concreto sia in termini di giustizia sociale che di miglioramento del sistema di riabilitazione e cura.

Altro esempio:
"anche alcune condizioni materiali derivanti dal rapporto di lavoro che lega l'operatore d'aiuto alla propria organizzazione potrebbero influire, in un senso o nell'altro, sulle condizioni di stress: il grado di flessibilità contrattuale, ad esempio, può indurre un grado di incertezza potenzialmente disfunzionale al benessere soggettivo; una bassa retribuzione è da considerare fra i fattori più comuni di stress lavorativo..." (Del Rio, 1990; Maslasch, 1992).

Rilevazione delle condizioni lavorative degli operatori delle tossicodipendenze: gli aspetti psicologici e sociali di una attività difficile.
Dati divulgati da una ricerca condotta nelle Marche, Emilia Romagna, Calabria e Liguria in data 03/02/2005 presso il palazzo regionale delle Marche.
Per quanto riguarda l'unificazione dei contratti di lavoro, posso aggiungere al fatto che già storicamente era cosi (fine anni 80/90), e che in data 08/02/2005 con protocollo 4212/08/02/05/dip4/r-m/4tp/p la Regione Marche con varie sigle sindacali compresa la CGIL CSL UIL , per ciò che concerne i trasporti pubblici ha sottoscritto un accordo di cui si fa riferimento ad una perequazione retributiva.

b) la società pubblica, che procede alla effettuazione della gara, prevederà nel bando che i concorrenti....... esercitino come attività prevalente la gestione di servizi di T.P.L....
c)l'impresa affidataria...., garantirà la gestione unitaria del personale.....anche attraverso un identico trattamento economico...

i lavoratori del terzo settore non hanno un peso come i dipendenti pubblici che rappresentano un quarto degli aventi diritto al voto, ma è diritto dovere dell’azione politica promuovere un’equità sociale che il darwinismo sociale non può prevedere.

Perchè le istituzioni che hanno come mandato quello di promuovere la salute nei cittadini non possono, per nessuna ragione, promuovere il malessere in quei cittadini che per vario titolo lavorano per essa.



   

EV




Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 01 aprile 2005 - 2003 letture

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