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In pericolo i beni artistici di Corinaldo

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Allarme per i beni culturali archittettonici ed artistici di Corinaldo.

di Ilario Taus


Da più di un anno alcuni cittadini e la stessa Pro Loco hanno ripetutamente segnalato ai diversi soggetti competenti la situazione di grave degrado in cui versano la facciata della Chiesa dell’Addolorata e l’adiacente edificio che ospita la Civica Raccolta d’Arte “Claudio Ridolfi”.
Infiltrazioni d’acqua sempre più copiose dovute a sconnessioni del tetto stanno sbriciolando il settore sinistro della facciata e si stanno introducendo all’interno dell’edificio dell’Oasi S. Maria Goretti, che da qualche anno raccoglie il meglio delle opere che il Comune possiede o tiene in deposito.
Si tratta di dipinti in prevalenza databili dal XVI al XVIII secolo: Ramazzani, Ridolfi, Bastiani, Peruzzini ed altri.
Ma anche di reliquiari, ostensori e preziose suppellettili di culto.
Entrambi gli edifici, chiesa ed Oasi, facevano parte del complesso originariamente (1555) destinato al monastero delle monache benedettine di Sant’Anna, patrona della città.
Poi il monastero finì tra i beni requisiti dall’Appannaggio napoleonico e passò a varie proprietà fino all’attuale, la Curia Vescovile di Senigallia.
La chiesa invece veniva nel 1859 dedicata al culto della Vergine Addolorata e perciò affidata alla custodia dell’omonima confraternita.
Il complesso monumentale si erge su Piazza del Cassero, culmine dell’acropoli corinaldese.
Ora accade che, mentre la confraternita ha provveduto a proprie spese a tamponare le infiltrazioni sul lato destro, non è in grado di intervenire sul lato opposto per scarsità di risorse finanziarie, anche perché il danno si è talmente aggravato da investire una proprietà non sua.
Da Giuseppe Falcinelli, presidente della Pro Loco, apprendiamo che la stessa, per motivi di sicurezza, non può più provvedere al servizio di custodia e di guida alla Raccolta d’Arte, mentre l’aumentato livello di umidità non potrà alla lunga che nuocere alle tele ivi contenute.
Ma sino ad oggi non si sono registrati interventi di sorta, se non il transennamento parziale della zona interessata, mentre il maltempo ha accelerato l’opera di progressiva distruzione.
La facciata, del 1925, è dovuta all’architetto Antonio Dominici e rappresenta l’unico esempio di una presenza architettonica novecentesca all’interno del centro storico.
E’ inoltre arricchita da una Pietà, pregevole opera scultorea di Enrico Paniconi.
Cresce dunque la preoccupazione nell’opinione pubblica locale che intende appellarsi alle Soprintendenze competenti (Ancona, Urbino).
Al degrado evidente si dovrà aggiungere la chiusura della pinacoteca comunale proprio alla vigilia della stagione turistica che vedrà affluire un gran numero di visitatori richiamati dalla Bandiera Arancione conquistata da uno dei borghi più belli d’Italia ma, a quanto pare, non ben onorata.
Intanto i vari responsabili, a cominciare dal Comune, lasciano trascorrere tempo prezioso nel solito sport: il palleggio delle responsabilità.


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Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 15 marzo 2005 - 1403 letture

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