Arcevia città delle donne che lavorano

La città delle donne. Per Fellini era un bellissimo film, espressione delle sue fantasie oniriche. Per Silvio Purgatori ogni città, Arcevia, per prima dovrebbe diventare una città su misura per le donne. Una città dove per una donna sia facile conciliare lavoro, affetti e famiglia senza essere costretta a scegliere tra i figli e la carriera. |
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dal Comune di Arcevia
www.arceviaweb.it
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“Tra pochi giorni si celebra l’8 marzo, festa della donna. Si tratta” afferma Purgatori “di un’occasione non retorica per riflettere sul mondo femminile che ad Arcevia rappresenta la maggioranza dei residenti: 2.741 donne contro 2.584 uomini. Noi amministratori pubblici dobbiamo impegnarci per creare le condizioni più favorevoli al lavoro delle donne. Grande attenzione deve essere riservata, e ad Arcevia ci stiamo impegnando in questo senso, per garantire servizi efficienti di asilo nido e scuola materna come supporto al ruolo di madre.”
Casalinghe, lavoratrici, studentesse, pensionate. Giovani e anziane. Ad Arcevia le donne rappresentano un soggetto dinamico e articolato e sono protagoniste del cambiamento e dell’evoluzione della società.
Sono sempre più anche ad Arcevia e nella provincia di Ancona le donne che lavorano (ma la maggior parte si deve accontentare di un contratto part time o interinale), gestiscono la casa, allevano i figli (sempre meno: l’ultimo dato Istat parla di 1,2 figli per donna contro i 2,4 del 1960), fanno le mogli e spesso anche le madri del proprio partner.
Intanto, per una sera, tutte faranno festa dimenticando problemi e doveri. Saranno due milioni in Italia, diverse centinaia ad Arcevia le donne che la sera dell’8 marzo andranno in pizzeria, al ristorante o in discoteca. Meno dello scorso anno perché la crisi dei consumi si fa sentire, ma comunque tante. La spesa media per una cena si aggirerà sui 30 euro che saliranno a cinquanta con gli intrattenimenti.
Verranno inoltre distribuiti dodici milioni di mimose.
“Ma finita la festa” commenta Purgatori “le donne torneranno ad essere discriminate sui posti di lavoro ed a primeggiare solo nelle liste di collocamento e di mobilità. E continueranno ad essere le prime a pagare le crisi congiunturali ed a perdere il lavoro. Occorre impegnarsi a fondo per eliminare queste ingiustizie. Intanto auguro a tutte le donne di Arcevia un sereno 8 marzo lungo tutto il 2005 ed anche oltre”.

Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 07 marzo 2005 - 6087 letture
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