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In 500 mila a Roma per chiedere Liberate la Pace

5' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
La manifestazione è riuscita nonostante i brevi tempi con cui è stata organizzata: circa 500 mila persone sono accorse da tutta Italia, anche della Sardegna e della Sicilia, per chiedere la liberazione di Giuliana Sgrena e il ritiro delle truppe italiane.
Il popolo della Pace, di cui Giuliana fa parte, ha risposto in massa all'appello dei colleghi della giornalista del Manifesto.
Anche Senigallia ha partecipato, raggiungendo la capitale con un treno organizzato dall'ARCI di Ancona.
Hanno sfilato le "Donne in Nero" con lo slogan "fuori la guerra dalla storia" e la neo-costituita associazione "In Movimento".

di Silvia Piermattei
silvia@viveresenigallia.it




Per visualizzare il video della manifestazione www.ilmanifesto.it

"La maggior parte degli iracheni erano contenti della fine del regime di Saddam, ma non di come era finito.
E quello che è seguito è stato anche peggio.
Nessuno, soprattutto chi aveva subito le peggiori torture o ha visto sparire i propri familiari ad uno ad uno, poteva pensaredi arrivare a considerare il dopo Saddam peggio dei tempi della dittatura.
Ai tempi di Saddam almeno c'era la sicurezza e il lavoro, ora non c'è più sicurezza e nemmeno lavoro.
Ma non c'era la libertà, obietta qualcuno. Quale libertà?
Il paese continua ad essere ostaggio di rastrellamenti, soprusi, punizioni collettive
"

Giuliana Sgrena


Un corteo silenzioso, almeno in testa, dove hanno sfilato i colleghi, i genitori, il compagno e gli amici della giornalista rapita in Iraq il 4 febbraio scorso.
Una marcia pacifica e multiculturale a cui hanno partecipato veramente tutti: le famiglie con tanto di passeggini, le donne del Guatemala, i lavoratori, i rappresentanti della comunità araba e infine gli studenti che hanno urlato la loro voglia di Pace con tamburi e danze.
Il corteo è partito da Piazza Della Repubblica per concludersi al Circo Massimo con le testimonianze di Gabriele Polo, direttore del Manifesto, Simona Torretta, volontaria in Iraq, e del vice-direttore del settimanale tedesco "Die Zeit", giornale con cui Giuliana Sgrena collabora da due anni.
Quest'ultimo ha parlato di Giuliana come di una giornalista che lotta per la verità e la completezza dell'informazione, incapace di credere a delle notizie prima di aver controllato, esponendosi personalmente... infine ha dichiarato che la Germania è con l'Italia in questo momento così come le tre principali comunità arabe che hanno parlato con voce unica, condannando il terrorismo verso gli innocenti.

La manifestazione era dedicata a Giuliana Sgrena, ma anche a Florence Aubenas e Hussein Hanoun... tutti giornalisti rapiti in Iraq.
"Al nostro corpo collettivo è stato staccato un pezzo - afferma il direttore del Manifesto - dobbiamo batterci per liberare l'Iraq dall'occupazione, perché la faccenda è intimamente legata con il sequestro dei giornalisti che denunciano ogni giorno le sofferenze di questo popolo.
Questa querra ci ha sconvolto, non c'è immunità per i giornalisti, ma è un servizio sociale fondamentale.
Il passato dell'umanità è costellato di conflitti che hanno insaguinato e saccheggiato i popoli, dopo la II° Guerra Mondiale era stato deciso di non usare più le armi se non per difendersi... la Guerra è un crimine contro l'umanità e dobbiamo chiamare in causa la politica per rigettare l'idea che una super potenza mondiale possa mettere in causa la guerra preventiva... con il pericolo che si allarghi.
Le divise non possono salvare Giuliana... chiediamo che al centro della politica del centro-sinistra ci sia il ritiro delle truppe!
Si tratta di una guerra fuorilegge, travestita da missione umanitara, contraria ai principi della nostra Costituzione
".

Nel messaggio video Giuliana ha chiesto di far vedere le sue fotografie scattate in Iraq e così è stato fatto sabato... case mitragliate, bambini fra le macerie, feriti...
In seguito Miranda Martino ha recitato la poesia di Pierpaolo Pasolini "Povero Cristo inchiodato".
La manifestazione si è continuata con il concerto dedicato a Giuliana ed una scritta notturna "Iraq libero" realizzata con centinaia di fiaccole piazzate nel prato del Circo Massimo.
Sono saliti sul palco Ricky Gianco, Maurizio Camardi, Rashmi Bhat, Noureddine Jamal Quassini, Mohsen Kasirossafat, Tetes de Bois per dedicare canzoni di Pace e Speranza a Giuliana Sgrena, Florence Aubenas e Hussein Hanoun... il concerto è terminato con gli Assalti Frontali e i Folkabbestia che hanno trascinato gli animi dei più giovani.









Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 21 febbraio 2005 - 5761 letture

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