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Il rilancio della cultura regionale: idee a confronto

2' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Il rilancio della cultura regionale: idee a confronto, è stato questo il tema dell’incontro di venerdì a Senigallia.

dalla Margherita Senigallia


Presenti l’On. Andrea Colasio, capogruppo della Margherita alla Commissione cultura della Camera, Maria Prodi, assessore alla cultura della regione Umbria, Luca Bartolucci, assessore alla cultura del comune di Pesaro e Stefania Benatti, coordinatrice regionale della Margherita. “E’ necessario dare un ruolo di centralità alla cultura nell’ambito delle politiche dello Stato - ha ribadito l’On. Colasioin un’epoca di globalizzazione le diverse identità territoriali espresse nei beni culturali, sono gli unici valori non replicabili. E in questo l’Italia non è seconda a nessun Paese. Le politiche dei beni culturali dovrebbero avere una dimensione strategica anche nella comunicazione della nostra cultura all’estero

Maria Prodi ha invece parlato della sua esperienza di assessore nella regione Umbria “con la legge del ’72 quando alcune competenze sui beni culturali passarono alle regioni, in Umbria la situazione dei musei era inesistente. E’ stato fatto quindi un lavoro di catalogo e restauro delle sedi. Da quell’epoca il numero dei musei è raddoppiato passando dai 36 del ’99 ai 75 di oggi. C’e inoltre la volontà di costruire un sistema unico che eviti la frammentazione, ma per questo è necessaria anche la collaborazione dei vari attori della cultura cha lavorino a contatto con le istituzioni e con la Regione”.

Per la Regione Marche la Benfatti ha concluso “Nell’ambito della Margherita le politiche culturali assumono un ruolo centrale e strategico. Non bisogna però dimenticare che la cultura, per la diversità di soggetti che operano a livello territoriale, tende alla frammentazione dei beni e delle risorse. E’ necessario quindi che la Regione svolga un ruolo di programmazione e coordinamento. E’ inoltre importante passare dalla fase di concertazione alla condivisione dei progetti tra la Regione, le province, comuni e quanti operano a livello territoriale nel settore della cultura. La volontà è quella di non disperdere il patrimonio culturale, unico segno forte della nostra identità regionale non solo in Italia ma anche all’estero”.







Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 14 febbraio 2005 - 11249 letture

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