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La cometa, l'astronomo e la regina
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La cometa di Natale sarà anche questo mese la regina del cielo, seppure nella sua fase calante. Le prossime settimane, col ritorno del sereno, sarà visibile tutta la notte alta nel cielo, vicino alla costellazione di Cassiopeia, la regina che offese gli dei e rischiò di perdere la bellissima figlia Andromeda. L’osservazione sarà possibile con l’ausilio di un semplice binocolo. |
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da Renato Matera
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Chi ha la fortuna di accedere a luoghi poco inquinati dalla illuminazione pubblica, potrà ammirarla ad occhio nudo come un debole fiocco biancastro. www.noas.it
Periodo di regine questo scorcio di inizio d’anno. Alle due del cielo si aggiunge questi giorni la famosa regina Cristina di Svezia, della quale vengono presentati alcuni preziosi volumi con la mostra Ad usum Reginae, presso la biblioteca cittadina, l’Antonelliana.
Le cronache ricordano che l’incoronazione della regina, nel 1650, fu uno degli eventi più fastosi e macchinosi di tutti i tempi. Il corteo, lungo sei miglia, si snodava per le vie di Stoccolma e oltre ai dignitari, all’aristocrazia, agli invitati di rango, vi sfilavano animali esotici e cammelli per compiacere i gusti estrosi di questa donna che, figlia di un re, Gustavo Adolfo, fieramente protestante, si convertì al cattolicesimo e rinunciò al trono dopo pochi anni di regno. Dopo una solenne professione di fede nella cattedrale di Innsbruck secondo un rituale imposto dal papa Alessandro VII per esaltare una vittoria della Chiesa di Roma sull’eresia, Cristina di Svezia scendeva in Italia nel novembre 1655 per giungere a Roma alla vigilia di Natale e ricevere la comunione dalle mani del pontefice.
Stabilitasi a Roma, la sua fama di donna di eccezionale cultura non potè che essere richiamo per letterati, artisti e scienziati. Tra questi Giovanni Domenico Cassini, astronomo primario dell’Università di Bologna.
Spesso il pontefice gli chiedeva di compiere il lungo viaggio, oltre che per il piacere della sua dotta compagnia, per sottoporgli problemi legati alla organizzazione della difesa dello Stato pontificio. Così facendo, Cassini integrava il suo salario di professore, che già spiccava come il più altro di tutta l’Università di Bologna, tre volte maggiore di quello del suo collegha Malpighi.
Nel dicembre del 1664, alla notizia dell’apparizione di una cometa, decise di iniziare subito le osservazioni. La Roma seicentesca, illuminata da poche fiaccole, non impediva certo le osservazioni astronomiche. Iniziò a Palazzo Ghigi ma proseguì poi dalla residenza della regina Cristina, in via della Lungara. Nelle sue memorie Cassini ricorda come la regina, ansiosa di prendere parte alle osservazioni, ma preoccupata per la salute dell’astronomo, che in sua presenza stava a capo scoperto, gli coprisse personalmente la testa con il suo fazzoletto.
Dalle osservazioni, condotte tra il dicembre 1664 e il gennaio 1665, nasce il libro Theoria motus cometae dedicato, ovviamente a Sua Maestà Cristina di Svezia.
Nel libro Cassini espone un’idea rivoluzionaria: le comete sono corpi del sistema solare e non fenomeni atmosferici, come aveva sempre pensato Galileo. Cassini tentò di spiegare geometricamente i cambiamenti della forma della coda, che oggi sappiamo essere regolati dalle interazioni della cometa con il Sole. Cassini intuisce qualcosa ma non possiamo pretendere troppo: aveva già fatto il balzo concettuale più importante, aveva capito che le comete si comportano come i pianeti.
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