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Gli interessi di chi lavora per l'ambiente non vengono tutelati

5' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Ho inviato questa lettera "aperta" al candidato Dr. Spacca, a nome di un piccolo gruppo di laureati nel campo delle scienze.
Probabilmente non servirà a nulla, ma volevamo ugualmente "far sentire" la nostra voce.

di David Fiacchini
dr.fiacchini@libero.it


Gent.mo Dr. Gian Mario Spacca,

Le scrivo a nome di un piccolo gruppo di giovani laureati nel campo delle Scienze Naturali - Biologiche - Geologiche, appassionati di natura ed attivi nel volontariato sociale ed ambientale.
Abbiamo letto con attenzione il "documento programmatico" che contiene le principali linee-guida del Suo schieramento politico (I nostri valori per le Marche: solidarietà, equità, qualità.
L'identità delle Marche: concretezza e coraggio.
La nostra sfida per il futuro: Marche protagoniste in Italia e in Europa.
Il nostro metodo di governo: fare di tante Marche una regione. Le nostre priorità d'intervento) e ci siamo fatti un'idea abbastanza precisa di quali siano valori e programmi da Lei ritenuti importanti per le Marche.

Siamo abbastanza giovani, è vero, ma abbiamo un background culturale ed intellettuale che ci permette di confrontarci, di discutere e di farci un'idea, sicuramente incompleta e lacunosa, sulla situazione politica locale e nazionale.
Per quanto riguarda la politica in generale, ci scusi la franchezza, ma quello che più ci "allontana" dal modo di fare politica di oggi (... e di ieri), al di là degli schieramenti e dei nostri ideali, è:

- la sterilità dei "battibecchi", spesso e volentieri carichi d'odio e di tensioni che non giovano nè alle persone nè ai partiti, tra la maggioranza e l'opposizione di turno;

- il fatto che l'opposizione di turno è sempre e comunque "contro" (e mai "per") e non c'è proprio nulla che vada bene, mentre la maggioranza di turno - per non essere da meno - va avanti con il paraocchi;

- la scarsa lungimiranza ambientale di chi governa sia l'ente locale che lo Stato (si programmano interventi sul territorio la cui ricaduta, spesso e volentieri, è al massimo entro il termine del mandato elettorale, senza pensare che invece per certe pianificazioni occorre più tempo sia per la predisposizione, sia per l'attuazione completa);

- il modo di intendere e conferire le cariche e gli incarichi (...leggasi "poltrone") negli enti e nelle strutture (ad esempio negli enti che "gestiscono" il territorio, come Parchi e Riserve, e in quelli che fanno ricerche e studi), che devono essere sempre "spartiti" più o meno equamente tra tesserati o simpatizzanti dei partiti che supportano il governo di turno, e non per titoli e competenze (siamo tecnici e ci piacerebbe che ci fossero dei tecnici competenti ed indipendenti, sia intellettualmente che moralmente, nelle "sedi" idonee);

- la mancanza di attenzione nei confronti dell'ambiente inteso non come semplice "contenitore", ma come organismo vivente a tutti gli effetti e, come tale, meritevole di attenzione non solo quando le cose vanno male (alluvioni, inquinamento da PM10, ecc.), ma soprattutto quando c'è tutto il tempo di prevenire e monitorare, scegliendo con chiarezza politiche ambientali inizialmente impopolari ma che, alla lunga, si riveleranno un investimento in salute e .... in natura (il nostro vero e proprio "capitale" economico).

Per quel che riguarda il "documento programmatico" cui abbiamo accennato poco sopra, ci sembra che i nostri interessi di cittadini marchigiani e di persone che vivono, per lavoro e per volontariato, a stretto contatto con la natura delle Marche, non vengano assolutamente tutelati. Il motivo?
Troviamo decine e decine di riferimenti a infrastrutture, industria, tecnologia, lasciando l'ambiente come "sfondo" sbiadito. E' palese che strade, fabbriche e impianti tecnologici saranno costruiti nel pieno rispetto delle leggi di tutela ambientale, e non potrebbe essere altrimenti. Quello che, a nostro modesto avviso, non va è il concetto di sviluppo e di uso del territorio e dell'ambiente: le conferenze di Rio de Janeiro del 1992, il protocollo di Kyoto, la Rete Natura 2000, Agenda 21 restano solo e soltanto macchie d'inchiostro su qualche foglio di carta e belle parole lanciate in pasto al pubblico di turno.

Siamo ovviamente consapevoli che di sviluppo si debba comunque parlare, puntando a migliorare l'efficienza e la competitività delle nostre realtà locali, ma le scelte della politica possono orientare questo sviluppo verso forme svincolate da interessi di parte, da lobbies elettorali, da visioni parziali: investire sul "capitale" natura (quello che, per intenderci, ci da cibo, aria e materie prime ogni giorno da parecchie migliaia di anni) vuol dire saper coniugare un modello di sviluppo sostenibile in primis per l'ambiente (si al potenziamento dei trasporti su rotaia; no alla costruzione di nuove strade; si alla messa in sicurezza delle vie di comunicazione principali). Citiamo un solo esempio: il raddoppio della Variante alla SS. 76 Falconara - Fabriano nel tratto compreso tra Serra S. Quirico e Albacina: si tratta di pochissimi chilometri, la cui percorrenza si limita ad una decina di minuti. Raddoppiare la statale in quel tratto, tra i più suggestivi e significativi per la bellezza del paesaggio e delle ricchezze sotterranee, significa rendere più veloce il traffico e diminuire di un centinaio di secondi il passaggio tra la Gola della Rossa e Borgo Tufico. Dal punto di vista ambientale il danno è incalcolabile: dunque, vale la pena portare avanti questo particolare stralcio del progetto (senza confondere la messa in sicurezza della strada con il raddoppio)?
Oppure uno sviluppo "sostenibile", ed una politica ambientale più seria, potrebbe anche fare a meno di questo raddoppio in quel particolare tratto stradale che attraversa un sito unico per il territorio marchigiano?
Non ci dilunghiamo in altri esempi (più o meno attuali), anche perchè ci piacerebbe avere una Sua risposta a queste considerazioni in tempi brevi, compatibilmente con gli impegni che la vedono molto attivo su più fronti, e magari la possibilità di un incontro specifico sulle tematiche ambientali e naturalistiche, nel corso del quale confrontarsi senza pregiudizi e ideologie partitiche che possano imbrigliare o influenzare qualsiasi discorso. RingraziandoLa per l'attenzione e la disponibilità, cogliamo l'occasione per porgere distinti saluti.

   

EV




Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 25 gennaio 2005 - 1432 letture

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