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Il Governo ha solo fatto il suo dovere
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Maurizio Tonini Bossi critica le lodi di Alessandro Cicconi Massi al governo berlusconi per il finanziamento al piano dei rifiuti della vallata. |
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da Maurizio Tonini Bossi
"Al di là della demagogia della sinistra, il governo Berlusconi fa addirittura qualcosa di buono" questo afferma Cicconi Massi; fa bene il capogruppo di Forza Italia ad esprimere la sua più viva soddisfazione per il finanziamento di 14 milioni di euro destinati alla soluzione del problema rifiuti; come non condividere?Altra cosa che mi indigna, è l’ormai consueto atteggiamento di chi esalta presunte “doti” governative che smentirebbero "tutte quelle demagogiche prese di posizione esternate nelle settimane scorse da parte della sinistra contro un governo colpevole solo di tagliare… gli sprechi" – Altroché vantarsi della situazione nella quale questa finanziaria stà facendo precipitando il Paese; meglio sarebbe approfondire, a livello locale, di base, quello che saremo costretti a subire nei prossimi mesi; questo ci si attenderebbe soprattutto da parte delle giovani leve Politiche che avrebbero capacità di saper saparare la favola dalla realtà.- Altroché governo colpevole solo di tagliare gli sprechi; anche i giovani di Forza Italia, fermo restando il loro credo politico, possono comprendere quella che è veramente la “La Finanziaria sulle spalle dei lavoratori”
Più tasse, tagli ai servizi pubblici e all’occupazione.
Questo è l’ordine giusto per valutare l’impatto generale della manovra governativa poiché sarebbe inconcepibile assecondare il disperato tentativo del Governo, di far dimenticare una contestatissima legge finanziaria, per accentrare l’attenzione, con una campagna tutta mediatica, sui presunti benefici fiscali. Una finanziaria pesantissima, imperniata su ventiquattro miliardi di euro fatti di tagli alla spesa pubblica, aumento della pressione fiscale, vendita del patrimonio immobiliare, misure una-tantum.
Il Governo riduce 9,7 miliardi di spesa pubblica, di cui 2 a carico dei Ministeri e 7,7 delle regioni, degli enti locali e del servizio sanitario nazionale. Il taglio alla spesa sanitaria. Nel 2005 le regioni dovranno rinunciare a circa 4 miliardi di euro, mettendo a rischio i livelli essenziali di assistenza. Ci sono misure fiscali per aumentare le entrate per circa 7 miliardi di euro cosi ripartiti: 3,8 dalla revisione degli studi di settore e 3,3 dall’aumento delle imposte indirette. Quest’ultimo aspetto è particolarmente odioso perché grava su tutti allo stesso modo, indipendentemente dal reddito. Anche così si premiano i ricchi.
Le autonomie locali sono strangolate dal taglio ai trasferimenti, non compensato dall’autonomia impositiva, congelata fino a dopo le elezioni politiche. Nella sanità sarà possibile assumere soltanto personale infermieristico, ma bisognerà fare i conti con le minori risorse e con i vincoli al pareggio di bilancio, resi ancora più stringenti. Ora si vogliono vendere anche le sedi degli enti previdenziali destinate a uffici.
Si tratta d’immobili acquistati con i contributi dei lavoratori e delle imprese, il cui ricavato dovrebbe servire a coprire la riduzione delle tasse. Si usa un patrimonio sociale per dare copertura finanziaria ad un provvedimento che va a vantaggio dei più ricchi.
A tutto questo si aggiunge ora il famoso emendamento che taglia le tasse, cui il Governo affida la sua stessa precaria sopravvivenza.
La manovra “epocale” interesserà soltanto il 40% dei contribuenti, il restante 60% non riceverà nulla e, di questi, circa due milioni, rischia di pagare di più.
Al 50 per cento dei contribuenti va il 12,5 per cento dello sgravio, mentre il 16,5 per cento dei contribuenti più ricchi gode del 60 per cento del totale.
I redditi fino a 25.000 euro riceveranno meno di 70 centesimi al giorno. Dai 100 milioni di reddito in su invece la riduzione giornaliera partirà da un minimo di 9 euro. Si colpiscono i redditi più bassi, quelli dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Lo si fa tagliando i servizi pubblici, che qualificano i diritti di cittadinanza. Lo fa perché le risorse così risparmiate le ridistribuisce verso i più ricchi; non si difendono i redditi di lavoratori e pensionati dalla speculazione sui prezzi.
Più soldi in tasca per rendere più liberi i cittadini. Questo è lo slogan del Governo. Ma è dura con soli 70 centesimi, e poi a quale prezzo?! E’ una libertà che vale solo per i ceti abbienti, poiché per la stragrande maggioranza dei cittadini non può che essere l’azione pubblica quella che garantisce la loro libertà reale attraverso l’erogazione di servizi e tutele.
La distruzione della pubblica amministrazione e lo smantellamento del lavoro pubblico per finanziare una riforma fiscale che favorirà quelle poche migliaia di persone che possono contare su redditi molto elevati e tra i quali, ovviamente, c’è anche il Presidente del Consiglio On.le Berlusconi. al cittadino Berlusconi e ad altri pochi paperoni d’Italia sarà consentito un ingente risparmio fiscale, per la stragrande maggioranza di cittadini italiani rimarranno pochi spiccioli.
Nel 2006 è previsto un inasprimento delle imposte indirette di ulteriori 3,4 miliardi di euro, che, aggiunti ai 3,3 previsti dalla finanziaria, fanno circa 7 miliardi in più che tutti i cittadini dovranno sborsare. Il Governo confida nell’effetto annuncio e nella propaganda mediatica, ma i cittadini faranno presto a scoprire l’imbroglio, già con la busta paga di gennaio, quando si vedrà che le cose non sono cambiate e anzi, se possibile, peggiorate.
Non meno, ma più tasse. La riduzione fiscale diventa il grimaldello per “affamare la pubblica amministrazione”, riproponendo in Italia la politica dei neo-conservatori americani.
Si documenti meglio l’amico Cicconi Massi anziché esaltare le doti di chi un volta tanto fa solo ed esclusivamente il suo dovere.

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