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La costruzione di una città migliore

10' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Il messaggio di fine anno del Sindaco Luana Angeloni. Testo alternativo

dal Comune di Senigallia
www.comune.senigallia.an.it


Ci ritroviamo oggi in occasione del tradizionale incontro per gli auguri di fine anno, a poche ore ormai di distanza dall’inizio del 2005. Una felice consuetudine, che quest’anno purtroppo è offuscata dalla tragedia del maremoto che ha colpito molte regioni asiatiche, le cui drammatiche immagini rimbalzano continuamente dal televisore, procurandoci dolore ed angoscia per le sorti di quelle popolazioni.
E’ quindi con un sentimento di tristezza che ci apprestiamo ad occuparci delle vicende locali, perché nessuna persona è un’isola e nessuna comunità di donne e uomini può restare indifferente di fronte a drammi di così grandi dimensioni che si abbattono su altre comunità, anche se geograficamente distanti.
Abbiamo deciso di far svolgere lo stesso la nostra festa di Capodanno in Piazza secondo il programma concordato, in considerazione del significato che questa ha ormai da qualche anno assunto di momento di incontro della comunità locale, all’insegna della serenità e della solidarietà.
Ma non sarà un Capodanno come tutti gli altri. Per questo abbiamo deciso di rinunciare al tradizionale spettacolo di fuochi pirotecnici a mezzanotte, come simbolo di partecipazione ad un dolore che ci coinvolge tutti e della necessità di dar spazio ad un momento di silenzio e di riflessione.
E’ questo della fine dell’anno nun tempo particolarmente propizio per stilare bilanci. Se poi, come accade per questa Amministrazione Comunale di Senigallia, il 31 dicembre coincide anche con l’ultimo anno del proprio mandato, allora un incontro come quello di oggi può rappresentare davvero l’occasione per una serena riflessione a tutto campo sul proprio operato.
Una riflessione però, che se davvero vuole evitare il rischio della superficialità e di un eccessivo ripiegamento su di una dimensione locale, deve essere affrontata collegandola ad una realtà più generale; deve tentare cioè di fare i conti con un malessere diffuso che l’attraversa tutta e che è causato dalle crescenti difficoltà economiche nelle quali si trova immersa una buona fetta di popolazione. Uno scenario nel quale gli stipendi o le pensioni di un numero crescente di persone sono sempre più inadeguati a far fronte all’aumento dei prezzi; una realtà nella quale il lavoro da flessibile si trasforma sempre più in precario, vale a dire senza tutele e regole, ed in cui si verifica una drastica contrazione di servizi pubblici dati fino a qualche tempo fa come acquisiti.
Queste dinamiche inedite di un mondo che cambia troppo velocemente mettono a repentaglio certezze fino a ieri consolidate, creano tra la gente un sentimento di precarietà e di incertezza diffusa verso il futuro. Quel futuro cioè che fino a qualche anno fa e per molte generazioni passate era guardato con fiducia, quel futuro che alimentava sogni ed accendeva utopie, oggi per molti (per troppi direi) è sinonimo di incognita, di incertezza, se non addirittura di paura e di angoscia. E’ questo un fenomeno per molti aspetti nuovo, che si può respirare anche in una città dal benessere diffuso e con una buona qualità della vita come appunto Senigallia. E’ un fenomeno con il quale tuttavia tutti noi che siamo chiamati a svolgere funzioni politiche o a ricoprire incarichi di governo dobbiamo imparare a misurarci, accettando le accresciute responsabilità alle quali siamo posti di fronte. Gli scorsi anni per tentare di definire la nostra esperienza amministrativa, avevamo fatto ricorso alla metafora del viaggio, all’idea del cammino da portare avanti per raggiungere tutti insieme la Senigallia del domani.
Ed allora, per rimanere a quell’immagine, possiamo dire che il nostro cammino sta giungendo a compimento ed il traguardo è ormai vicino. E’ un cammino che abbiamo portato avanti in questi anni con pazienza e con tenacia, superando anche momenti difficili e passaggi angusti, senza mai però smarrire la rotta che intendevamo seguire ed il progetto di città che avevamo in mente.
Credo si possa dire che la Senigallia che si presenta oggi ai nostri occhi è una città cresciuta e trasformata.
Senigallia è cambiata nell’aspetto. E’ più curata, più pulita, più bella. Con l’ampliamento delle zone pedonali, abbiamo un centro storico in cui è possibile passeggiare in tutta tranquillità in mezzo alle nostre piazze e ai monumenti, facendo giocare liberamente i bambini ed utilizzando la bicicletta.
Senigallia è cambiata anche nel cuore, perché al suo interno esiste una rete ampia di servizi alla persona, ma soprattutto opera una rete di soggetti, animati da passione ed in possesso delle competenze necessarie, in grado di intervenire per fornire una risposta agli anziani che chiedono assistenza ed aiuto nelle incombenze quotidiane, alle donne in difficoltà, a coloro che vivono condizioni di forte disagio, ai bambini che meritano attenzione ed una città calibrata sui loro bisogni.
Senigallia è cambiata anche nella testa, più orgogliosa di sè, della sua feconda tradizione culturale, del suo patrimonio di beni artistici e dell’insegnamento delle importanti figure culturali che vi hanno operato, elementi dai quali sono nate manifestazioni importanti come la mostra sui Della Rovere o le iniziative dedicate a Giacomelli tra cui la prossima mostra in programma a Parigi nella biblioteca nazionale.
Oggi siamo una città più forte, conosciuta e riconosciuta anche al di fuori dei confini regionali e nazionali, che sa proporre un’offerta turistica integrata in grado di reggere alla concorrenza sempre più spietata del mercato internazionale.
Una città più sicura anche grazie all’opera costante e meritoria delle forze dell’ordine, una città che tutela il proprio territorio, che ha a cuore la qualità del proprio ambiente naturale, abbracciando fino in fondo il concetto di uno sviluppo sostenibile e che vede ormai delineate alcune aree cruciali per la sua trasformazione futura.
Una città più consapevole dell’importanza di investire sui giovani, della necessità di essere al fianco della scuola sempre più impegnata a rendere gli studenti attrezzati verso un mondo che cambia continuamente, idee che abbiamo sempre cercato di sostenere supportando i servizi scolastici e creando nuove opportunità, come il Centro di Aggregazione Giovanile, sempre più fermento di attività e proposte.
Una città in cui, nonostante le sempre maggiori difficoltà economiche nelle quali si dibattono i comuni, non si chiudono servizi, ma se ne aprono di nuovi, come è accaduto per il neonato asilo nido La Cannella, dove i contenitori culturali vengono qualificati con nuove attività e funzioni, come avverrà per il teatro La Fenice.
Oggi c’è un Comune che noi consegniamo a chi verrà dopo di noi con un bilancio solido ed equo nei suoi principi ispiratori, con una struttura amministrativa moderna ed aperta alle nuove tecnologie, guidata da criteri di efficacia e di efficienza, struttura che mi sento di ringraziare sinceramente per il ruolo determinante che ha saputo svolgere nel tradurre in pratica i nostri obiettivi di governo.
Ma ciò che siamo riusciti a fare non l’abbiamo naturalmente realizzato da soli.
Infatti è stato possibile raggiungere questi traguardi soltanto grazie all’apporto costante di tutte le varie componenti della comunità locale, delle sue formazioni sociali, forze economiche, realtà culturali, le quali ci hanno aiutato con i loro suggerimenti, le loro proposte e anche le loro critiche costruttive, che hanno consolidato in noi l’intelligenza del dubbio.
E’ evidente come al conseguimento di questi risultati hanno concorso in modo decisivo le forze politiche ed i partiti che si sono riconosciuti in questo nostro progetto di città, rafforzandolo e qualificandolo con il proprio contributo di idee e proposte. I partiti che sostengono la maggioranza in questi anni sono aumentati rispetto alla configurazione originaria, arricchendo in questo modo l’azione di governo con nuove sensibilità in un processo di condivisione più ricco ed articolato.
Un grazie di cuore naturalmente al Consiglio Comunale, globalmente inteso sia cioè nella sua componente di maggioranza che in quella di opposizione. Un ringraziamento per aver saputo svolgere con senso di responsabilità quella alta funzione di indirizzo e di controllo che la legge gli assegna.
E poi, da ultimo ma non certo per ultimo, la mia squadra di governo, la Giunta. Grazie quindi a tutti i miei Assessori: Alfio, Andrea, Cristian, Francesco, Giuseppina, Luigi, Maurizio, Simone e Lanfranco che, anche se non è qui su questo banco, è stato nostro compagno di viaggio in una stagione importante. Li voglio ringraziare soprattutto per la passione civile e l’impegno grande che hanno messo nel loro lavoro quotidiano a contatto con i problemi dei cittadini.
Pensando a questo saluto mi è tornata in mente la frase di Bob Kennedy: “Molti guardano le cose così come sono e si chiedono perché, io penso alle cose che non sono ancora e mi chiedo perché no”.
Ecco, in questi anni di lavoro la nostra Amministrazione Comunale ha sempre cercato durante il proprio cammino di tenere lo sguardo ben rivolto verso la Senigallia del domani, consapevole che compito della politica è prima di tutto tracciare orizzonti ed indicare direzioni da seguire.
Ebbene, la città di domani poggia sulle solide fondamenta della città di oggi, una città sana e vivibile che però vuole e può affrontare una nuova scommessa, quella dello sviluppo. Una città che cresce ogni giorno, ma che per farlo nella direzione giusta ha bisogno di un impegno rinnovato e del coinvolgimento di tutti. Saranno i senigalliesi a disegnare nei prossimi anni insieme all’Amministrazione il nuovo volto della città, partecipando con le proprie opinioni, valutazioni e critiche al suo percorso di sviluppo, un percorso fondato sulla creazione di infrastrutture più funzionali e sull’investimento e la promozione di quel ricco patrimonio di cui Senigallia dispone e che va dal “sistema mare” all’artigianato artistico, dal patrimonio culturale alle eccellenze del suo territorio.
La città di domani dovrà essere una città coesa, caratterizzata da un benessere reale dei cittadini, che non è dato tanto dal grado di aumento del livello di reddito, da l’oscillazione di qualche dcimale del P.I.L., ma che è collegato anche e soprattutto alla ricchezza e qualità delle relazioni umane che nascono e si sviluppano nella comunità locale.
Ed allora (e mi avvio a concludere): non sta a noi dire se siamo stati più o meno bravi nello svolgere il nostro mandato istituzionale, se siamo stati capaci fino in fondo di interpretare tutte le istanze della comunità, di recepirne attese, bisogni, speranze. Questo lo diranno i cittadini, come è giusto che sia in un sistema democratico.
Ma una cosa però posso dirla con assoluta convinzione: che se solo una goccia della passione che ha animato il nostro lavoro sarà riuscita a riversarsi nelle risposte al flusso costante dei problemi quotidiani, se soltanto una piccola traccia dell’amore verso questa città che ha nutrito il nostro agire e che è cresciuto in questi anni sarà riuscito ad ispirare le nostre azioni concrete, se soltanto uno dei sogni che abbiamo coltivato sarà stato capace di camminare nelle nostre strade attraverso le gambe della nostra gente, allora il nostro lavoro non sarà stato vano e, quel che più conta, avremo fatto tutti insieme un passo avanti per la costruzione di una città migliore.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 03 gennaio 2005 - 1925 letture

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