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I prodotti tipici delle Terra di Frattula

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Si è svolta a Corinaldo, presso l’Hotel Bellavista, il secondo incontro su "I prodotti tipici delle Terra di Frattula".

di Ilario Taus


Si è svolta a Corinaldo, presso l’Hotel Bellavista, il secondo incontro su “I prodotti tipici delle Terra di Frattula” a cui hanno partecipato i sindaci di: Corinaldo Livio Scattolini, Monterado Andrea Rodano, Castel Colonna Massimo Lorenzetti, l’assessore all’agricoltura del Comune di Senigallia Luigi Rebecchini e il vice sindaco del Comune di Ripe Fausto Conigli, oltre a molti consiglieri comunali, produttori e distributori nonché i responsabili delle Pro Loco dei Comuni di Corinaldo, Monterado, Castel Colonna e Ripe (presto aderirà anche la Pro Loco di Senigallia), che sostituiscono l’omonimo sistema turistico locale. Marco Giardini, dirigente della Cia provinciale ed animatore del sistema, ha aperto i lavori informando sul paniere dei prodotti e sul cartello di produttori e distributori che attenendosi ai disciplinari ne garantiscono la tipicità. Ha, di seguito, porto il saluto il sindaco di Corinaldo Livio Scattolini. Poi il prof. Manlio Brunetti ha tenuto una relazione sulla opportunità di corredare di informazioni storiche la reclamizzazione dei prodotti tipici delle Terra di Frattula. Alla sua nota maniera argomentativa e brillante ha analizzato le denominazioni delle specialità enogastronomiche titolari di sagre paesane, dimostrando che l’originalità ed intriganza di quella del sistema turistico in oggetto sta nella evocazione delle “Terre di Frattula”: un toponimo altomedievale ancora quasi ignoto ed oscuro al gran pubblico ma assai incuriosente ed evocatore di tempi, luoghi e modi di vivere lontani e quasi primitivi, comunque più genuini naturali e salubri dei nostri. La tipicità dei prodotti, inversamente proporzionale a quella che altrimenti sarebbe dozzinalità e anonimato (suino, formaggio, olio e vino si trovano e consumano dovunque e la diversità è spesso neppure nelle intenzioni!), sta proprio nel fatto di essere, questi, riprodotti nel gusto, nei sapori e profumi, nelle qualità organolettiche, nella genuinità degli ingredienti, che erano prerogativa delle terre di Frattula; caratteristiche che nel comprensorio dei Comuni sopra menzionati, il quale nell’alto medioevo si chiamava appunto “terre di Frattula”, è stato possibile riconoscere e riprodurre data la persistenza ivi, fino alla metà del Ventesimo secolo, di memorie e tradizioni enogastronomiche e dal riscontro indiretto nella Carte di Fonte Avellana, di cui Eremo era evangelicamente proprietario, in quasi tutta la vallata destra del Cesano, di grandi e pionieristiche aziende agrarie, massime tra le quali la corinaldese Madonna del Piano e Frattura, l’attuale territorio complessivo di Monterado e Castel Colonna. Brunetti ha rimarcato il dovere degli operatori turistici delle “Terre di Frattula” di mettere a disposizione di eventuali visitatori ed acquirenti le informazioni storiche su queste e sui loro prodotti tipici – informazioni derivabili ormai da pubblicazioni specifiche – anche perché dagli storici ufficiali delle Marche non è stato possibile finora ottenerle, essendo recente ed ancora insufficiente divulgata la pubblicazione delle Carte di Fonte Avellana che sono l’unica testimonianza di questa storia.


Foto 1: Marco Giardini durante il suo intervento.
Foto 2: Il prof. Manlio Brunetti illustra le "Terre di Frattula".
Foto 3: Marco Giardini durante il suo intervento.
Foto 4 e 5: Gli amministratori e i produttori.
Foto 6 e 7: I prodottti di Frattula.
Foto 8: I sindaci di Monterado e Castel Colonna.
Foto 9: L'intervento del prof. Manlio Brunetti.






Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 31 dicembre 2004 - 2678 letture

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