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Dire si alla pirateria è dire no alla criminalità

7' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Il Mezza Canaja ed il Kollettivo di Resistenza Studentesca (alla prima uscita pubblica) invadono il Maestrale per protestare contro il prezzo dei CD.
Portata in processione nella galleria del centro commerciale l'icona di San Precario.



Ieri alle 17:00 alcuni ragazzi con striscioni e con un'icona di San Precario hanno pacificamente invaso la galleria del centro commerciale il Maestrale distribuendo volantini e CD masterizzati scaricati da internet degli U2, di Vasco Rossi e dei R.E.M.
Si tratta di una protesta contro il costo eccessivo dei CD ed in particolare contro la SIAE.
La protesta, nel volantino e nei discorsi dal megafono dei giovani manifestanti, si rivolgeva contro la distribuzione della ricchezza, il costo della vita e contro la precarizzazione del lavoro.

I clienti del centro commerciale hanno acolto con curiosità ed un po' di sospetto i manifestanti, salvo accettare con entusiasmo e senza riserve i 100 CD in regalo, che sono stati esauriti in pochi minuti.
Distributi CD e volantini i ragazzi del Mezza Canaja sono usciti dal centro commerciale.

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Il volantino distribuito dai manifestanti

ECCO PERCHE’ I CD COSTANO COSI’ TANTO!

Una casa discografica che produce in media 100'000 copie di un album musicale, spende:
-200'000 € per la realizzazione del master (CD “madre”)
-0,50 € per la produzione di ogni singolo CD
per un totale di 2,50 € a CD.
Ipotizzando di dover spendere in media:
-1 € per la distribuzione
-2 € per la promozione
il costo di un album è di 5,50 €.
Il prezzo di un CD al pubblico è invece di circa 22 €, il quadruplo del costo effettivo.

Dove vanno a finire quindi tutti i nostri soldi?
-una piccola parte va in tasse per lo stato (circa 1,50 €)
-tutto il resto non è altro che guadagno aggiunto per le stesse case discografiche e diritti SIAE

La SIAE è un ente pubblico a gestione privata che si occupa di incassare e ripartire i famosi diritti d’autore. Intanto è curioso questo mix di pubblico e privato: è pubblico in quanto la legge le attribuisce, monopolisticamente, tale attività di riscossione (in pratica è una sorta di polizia tributaria). Ma i soldi che incassa non sono pubblici bensì privati, in quanto le spoglie vengono ripartite tra privati; e, soprattutto, privata ne è la gestione e quindi molto poco trasparente.

In realtà l’incasso della SIAE non è ripartito solamente tra gli autori.
Infatti, più del 50% di questo va a finire nelle tasche delle più importanti case discografiche, ovvero le multinazionali del disco (come la EMI, la SONY, la WARNER, la UNIVERSAL,la VIRGIN e la BMG),che hanno praticamente in mano il controllo della SIAE, stabilendone regole e tariffe.

Tra gli editori i proventi vengono divisi con un sistema per cui i dischi più venduti incassano una percentuale maggiore, quindi la quasi totalità dei soldi destinati agli editori finisce nelle casse delle stesse multinazionali.
Questo ha portato ad un oligopolio nella gestione del mercato discografico, che schiaccia completamente ogni forma di concorrenza delle case editrici minori.

La percentuale del ricavato SIAE destinata agli autori è in sostanza molto piccola, attorno al 5% del prezzo finale del CD.
Ciò significa che, dei 22 € del costo di un album, solo 1 € è destinato a chi la musica l’ha realmente creata…il resto mancia!


SIAMO NOI A FAR RICCA LA TERRA
Di ricchezza nel mondo ce n’è,
ma la parte che ci spetta adesso in tasca di chi è?


Mentre si svolge la gran fiera dello shopping natalizio, in molti non sono invitati alla festa o vi partecipano a stento e con enormi sacrifici. Milioni di persone guardano le vetrine scintillanti dei negozi, lo sfarzo, lo spettacolo della ricchezza, ma si limitano a guardare o poco più.
Si limitano a guardare tutti i lavoratori precari con contratti interinali, co.co.pro. Si limitano a guardare le famiglie, che sempre di più faticano a far quadrare i conti. Si limitano a guardare gli studenti delle scuole superiori,che fanno “stage” d’ore nelle aziende senza ricevere nessun compenso, oppure quelli universitari, che con la loro ricerca producono un sapere che poi andrà ad arricchire chi detiene la proprietà intellettuale. Si limitano a guardare i pensionati, i migranti, i disoccupati e tutti quei soggetti del nuovo lavoro atipico, senza diritti e senza garanzie.
Tutto ciò per un motivo molto semplice: i prezzi aumentano, gli stipendi no!

Ma chi produce tutta questa ricchezza esposta in bella vista?
Perché le strategie di marketing e del commercio utilizzano i nostri gusti e stili di vita, senza darci in cambio nulla?
In un mondo dove oltre il 50% delle persone hanno a che fare con la produzione, il trattamento e la circolazione d’informazione, cioè una ricchezza di natura riflessiva e immateriale, che investe completamente la vita sociale di tutti noi, rendendo così la riproduzione ed il consumo immediatamente produttivi. Marchi, loghi e copyright privatizzano produzioni comuni. Tutto ciò è soprattutto evidente nel campo culturale, in primis nella musica.
Da sempre riteniamo che le idee sono nell'aria e che non appartengono a nessun singolo individuo, a nessun "Autore". Infatti, l'autore non è il Genio, ma un semplice interprete, un traduttore. E' colui che trae una sintesi precaria da flussi d'informazione e di conoscenze che vengono generati e trasmessi dall'intera società e che l'attraversano in lungo e in largo, come le onde elettromagnetiche.

Da più di un anno, in Italia, per rispondere al caro prezzi e per “reclamare reddito” accadono fatti “miracolosi”. Autoriduzioni nei supermercati, nelle librerie, nei cinema e nei musei. Ridistribuzioni pubbliche di libri fotocopiati o di cd masterizzati e proiezioni pirata di film appena usciti nelle sale cinematografiche. Cene gratuite in ristoranti di lusso, fino a veri e propri espropri, com’è accaduto il 6 novembre scorso a Roma.
Tutto ciò è “esercizio del comune”, ovvero riappropriazione di ciò che tutti vivendo contribuiamo parzialmente a produrre e che quindi ci appartiene.

Per questo abbiamo deciso di ridistribuire musica, (100 cd masterizzati, di Vasco, U2 e REM), per dimostrare in maniera chiara e diretta la nostra più totale avversione verso l'esistenza di gruppi come la SIAE, che speculano e s'arricchiscono su ciò che dovrebbe essere patrimonio collettivo. Noi non riconosciamo e non rispettiamo la legalità della SIAE, dei diritti d'autore e del copyright.
Per quanto ci riguarda la "pirateria" è il nostro contrattacco contro i prezzi esasperati dei CD e di qualsiasi altro prodotto culturale, che sono ormai divenuti vere e proprie estorsioni legalizzate. Un cd che costa più di 20euro cos’è se non un furto al nostro portafoglio?! Per questo dire sì alla pirateria è dire no alla criminalità!
In pratica parliamo di una generale democratizzazione dell'accesso alle arti ed ai prodotti dell'ingegno.
Tutto è prodotto dalla moltitudine e tutto dev'essere a sua disposizione, senza copyright e brevetti. In fondo se non vi è genio, non vi è neanche proprietà!

C.S.A. MEZZA CANAJA
Kollettivo di RESISTENZA STUDENTESCA
Per contatti:
mezzacanaja@yahoo.it
www.glomeda.org

   

EV




Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 24 dicembre 2004 - 4488 letture

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