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Il Comune non investe sulla professionalità

5' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Leggendo i giornali di questi giorni non possiamo che apprezzare la presa di posizione della Cisl sulla questione degli avanzamenti di carriera (le cosiddette “progressioni verticali”).

dal Gruppo Cobas del Comune di Senigallia


Allora ci viene da dire che ci siamo sbagliati se pensavamo che eravamo gli unici “indipendenti” a voler vedere, in coerenza con quanto affermiamo da tre anni a questa parte, che l’Amministrazione Comunale non investe e non valorizza il lavoro dei propri dipendenti.
Peccato che proprio di recente il nostro documento, che esprimeva un parere negativo complessivo sulla questione non sia stato firmato dalle altre componenti Rsu.
Poi ne hanno presentato uno fotocopia, con qualche addolcimento.
Allora deve esserci qualcosa che a noi “anime indipendenti e poco avvezzi alla politica di palazzo” sfugge, perché i contenuti dei documenti sono gli stessi.
Ma allora dove è il problema? Bè qualcosa l’abbiamo capito, a novembre ci sono le elezioni, quindi vuol dire che fanno un po’ di polemica ma non troppa, giusto per mostrarsi allineati e coperti. Così come fa la Cgil che ad un recente incontro per bocca di un suo prossimo candidato fa capire che non bisogna dire che è l’Amministrazione Comunale che non investe sui dipendenti pubblici, ma bisogna guardare in alto, intendendo al piccoletto con la bandana e ricrescita.
Poi siccome qualcuno mormora che bisogna avere il coraggio di guardare anche più in basso il segretario ha detto che bisogna rispettare le idee di tutti. Siamo alle solite, ma davvero si ripresenteranno con una lista di “allineati e confusi”, basterà additare tutte le colpe al governo ,che di certo non è esente ma non è l’unico.
Qualcosa è cambiato nella maniera di fare sindacato forse perché da tre anni a questa parte abbiamo messo un po’ di sale sulla coda al cosiddetto “consociativismo”. Ma allora se è colpa del piccoletto, perché nel nostro Comune, le cuoche secondo l’amministrazione sono esecutori e non si sa chi è lo chef?
Le cuoche dell’Asilo Nido non sono allo stesso livello delle cuoche delle materne, perché l’Amministrazione Comunale non sa ancora come organizzare il terzo asilo nido.
Perché nel settore degli impianti sportivi non c’è bisogno delle stesse figure in fase di riqualificazione previste per i servizi tecnologici, strade e verde ambiente?
Perché si promette ai vigili urbani tre anni fa di riorganizzare il servizio e poi a fine mandato non si è ancora in grado di dare una risposta?
Perché ogni volta che qualcuno va in pensione, non viene sostituito, non serviva?
E quanti altri hanno dimenticato di riqualificare dalla posizione b1 a b3 giuridico e svolgono funzioni sicuramente non più di mera esecuzione.
Quanti hanno incarichi di responsabilità non supportati da riconoscimento giuridico ed economico?
Ma soprattutto perché un piano delle verticalizzazioni così frazionato è per loro stessa ammissione ancora non completo?
Oggi l’amministrazione scrive sui giornali che ha proposto ben 52 posizioni, vogliamo analizzarle:
- delle 7 dalla categoria A alla B è da far notare che ormai nessun ente ha più quella categoria;
- 17+19 dalla categoria b1 alla b3 cioè da esecutori a collaboratori;
- 5 dalla cat.b alla cat. c e 4 dalla C alla D; si tratta per 43 profili, ovvero del 82% delle riqualificazioni, di posizioni delle categorie più basse del pubblico impiego, che – fonte “Il sole 24 ore” – è all’ultimo posto del comparto del pubblico impiego.

Quindi le ultime tra gli ultimi, giusto per garantirci le porte del cielo!
La tendenza in atto è che con l’innovazione tecnologica vanno scomparendo la maggior parte delle qualifiche esecutive,vengono ridotti i posti di lavoro, aumentano le competenze e le conoscenze dei lavoratori ma non viene riconosciuto loro il giusto incentivo.
E’ da far notare a questo proposito che il Comune di Senigallia ha investito notevolmente nell’informatizzazione dell’Ente e che quindi la maggior parte dei dipendenti possiede conoscenze di medio livello,ha frequentato, seppur in maniera disomogenea e non organica, corsi di formazione specifici ed in molti casi esistono professionalità con contenuti elevati, frutto spesso di curriculum con autoformazione.
Noi pensiamo che la questione dell’avanzamento di carriera debba essere la logica corrispondenza di un analisi dei cambiamenti e delle innovazioni tecnologiche, dei contenuti professionali e delle competenze acquisite dai lavoratori dell’ente, certificati dalla formazione e dal curriculum di ogni lavoratore.
Abbiamo più volte chiesto all’Amministrazione Comunale di presentare un piano della formazione che contenesse l’analisi dei cambiamenti del lavoro, la definizione degli obiettivi e la strategia per il raggiungimento degli stessi. Abbiamo chiesto che si analizzasse il concetto di produttività, che si ridefinissero i profili professionali per adeguarli ai nuovi contenuti del lavoro e delle responsabilità dei lavoratori.

Abbiamo presentato all’Amministrazione le modalità per realizzare un piano della formazione, con un metodo per individuare criteri e modalità per definire produttività e verticalizzazioni.
E’ vero che spesso dobbiamo fare una guerra dei poveri perché i contratti sono i più bassi dell’intero comparto e dobbiamo spartirci le briciole, ma evitiamo di alimentare ulteriormente questa guerra usando gli stessi sistemi, perché si può investire meno sulla dirigenza e sugli incarichi esterni e invece:
- riqualificare il personale riconoscendo e certificando la professionalità dei lavoratori;
- abolire il ricorso al lavoro precario che non tutela i diritti dei lavoratori;
- incentivare e valorizzare la professionalità dei lavoratori.

E’ ancora su questi temi che ci ripresentiamo alle elezioni, con le nostre facce, senza segreterie sindacali che ci coprano le spalle, solo con una sigla, Cobas, che ci permette di presentarci, ma con la forza e l’indipendenza delle nostre idee.
Tre anni fa abbiamo avuto ripagato il coraggio della nostra indipendenza, quando ci siamo presentati dal nulla e abbiamo ottenuto l’elezione di tre delegati nella Rsu ( un quarto non è stato eletto per un solo voto), quest’anno ci ripresentiamo, più che raddoppiati nella presentazione della lista, con altri colleghi che hanno voglia di vedere riconosciuta “la propria indipendenza e dignità professionale” che è fatta anche dell’esercizio di un diritto di cittadinanza e di democrazia, guardando al bene della città e dei suoi cittadini.

Noi vogliamo che il riconoscimento e la certificazione della nostra professionalità sia la garanzia della qualità dei servizi che vengono offerti ai cittadini.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 15 ottobre 2004 - 1724 letture

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