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Area Sacelit: l'ultima occasione per lo sviluppo della città

4' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Da segretario della Margherita, ho sino ad oggi evitato di intervenire in un dibattito inutile e fine a se stesso, principalmente orientato a creare malumori e ad alimentare un clima di difficoltà e di nervosismo all’interno della maggioranza. Oggi però ritengo sia giusto spiegare alla città di Senigallia che cosa pensa tutta la Margherita, dal partito agli amministratori, del futuro della Sacelit.

da Barbara Sardella
Il Presidente della Convenzione Comunale di Senigallia di DL
La Margherita


Come formazione politica partiamo da un presupposto che, per quanto ci riguarda, non può essere messo in discussione: il nostro ruolo è quello di tutelare interessi pubblici.
Questo presupposto ci porta a credere con convinzione che l’area Sacelit sia una delle ultime occasioni per lo sviluppo sociale ed economico della nostra città. Tolta quell’area, resta ben poco. Il piano regolatore dice che quell’area è un polo turistico. Bene, la Margherita pensa, e forse è proprio questo il problema di qualcuno, che in quell’area si debba creare un polo turistico, con una parte di residenza stabile, all’interno di un insieme di funzioni che faccia prevalere l'interesse pubblico. È per questo motivo che la Margherita ha cominciato a parlare di centro congressi e di albergo, affiancato da sale polifunzionali destinate ad esposizioni temporanee e non, di locali commerciali e di intrattenimento, di un nuovo Ostello, in grado di ospitare nella nostra città una forma di turismo itinerante che di norma si sposta tutto l’anno. La nostra regione è bella, gli stranieri lo sanno forse più di noi. Ampliare l’offerta turistica con strutture nuove e concorrenziali significa creare lavoro stabile, significa proiettarsi nel futuro. In un simile scenario, abbiamo più volte detto che anche l'amministrazione comunale dovrebbe fare la propria parte, in primo luogo attraverso i 4.000 metri quadrati di edificato che le saranno riservati in base alle norme urbanistiche. La questione delle opere, in quest'ottica, diventa un falso problema. Falso, perché l'oggetto della discussione non è mai stato quello di come finanziare il sottopassaggio del Cesano o il collegamento tra i due lungomari ma che cosa fare dell'Area Sacelit. Pertanto, crediamo che sia nostro dovere impegnarci affinché la politica di Senigallia condivida una scelta di alto profilo, nelle destinazioni oggi e nella qualità dell'edificato a breve, di cui l'esperienza e la fama dell'arch. Boigas saranno sicura garanzia.
Il nostro compito è quello di fare in modo che tutti i senigalliesi possano essere orgogliosi dei 25.000 metri quadrati di edifici che le norme urbanistiche consentono di realizzare su quell’area, orgogliosi di riappropriarsi di un luogo emarginato, in degrado, che però la città continua a sentire come suo perché parte della propria storia, legata al lavoro, ma anche alla sofferenza e, purtroppo, alla morte.
Pensiamo di trovarci di fronte ad una occasione che far perdere alla città sarebbe un delitto irreparabile: quella di creare uno spazio pubblico, una grande piazza, magari in parte anche coperta, dove incontrarsi, che leghi il nostro centro storico al porto in espansione.
Una destinazione che privilegi fortemente la residenza rischia di creare un altro quartiere fantasma, disabitato o abitato in maniera precaria per la maggior parte dell’anno, questa volta non ai margini del territorio comunale, come nel caso delle Piramidi, ma nel cuore stesso della città. A ciò va aggiunto che la Sacelit è legata da molti al rilancio del quartiere Porto, di modo che un errore di valutazione costerebbe caro anche ad altre realtà. Chi sostiene che la Margherita stia usando la Sacelit per fare politica probabilmente non è animato dallo spirito con cui io ho accettato l’incarico di segretario del partito. L'unica politica che interessa la Margherita, e che io sono in grado di praticare, è quella che riesce a distinguere l’interesse particolare, legittimo ma pur sempre particolare, da quello generale, facendo prevalere quest'ultimo. Il resto non ci appartiene. Lo lasciamo a chi della politica ha una considerazione evidentemente molto più bassa della nostra.

La Sacelit
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Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 13 ottobre 2004 - 1951 letture

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