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Andiamo in vetta!
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Alessandro Gnesi, protagonista di un recente viaggio-avventura in Ecuador, racconterà la sua esperienza con una proiezione audiovisiva presso il Teatro Comunale “V. Alfieri” di Montemarciano sabato 2 ottobre, alle ore 21,00, con ingresso libero. |
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dal Comune di Montemarciano
L’organizzazione è stata curata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Montemarciano, sulla base dei successi di altre analoghe iniziative realizzate negli anni precedenti sempre per raccontare le spedizioni di Alessandro Gnesi nelle più lontane ed affascinanti parti del mondo.“Vamos a la cumbre” (andiamo in vetta) è il titolo prescelto per al serata di sabato prossimo. Tale frase rievoca la tradizionale espressione degli escursionisti che si apprestano a scalare il Cotopaxi, vale a dire il vulcano attivo che, con i suoi quasi 6.000 metri, è il più alto del mondo.
Una scalata tecnicamente non difficile, ma il “soroche" (mal di montagna) è sempre pericolosamente in agguato.
Gnesi ha scelto il viaggio in Ecuador e più precisamente la “Sierra”, perché affascinato dalla sequenza maestosa di vulcani e montagne, alti fino e oltre i 6.000 metri che attraversano il Paese da nord a sud e dalla vita che prende forma nei villaggi degli indios, sparsi sugli altopiani ed in quei mercati che si incontrano lungo il viaggio, così variopinti da sembrare finti: donne con i capelli colorati e le gonne a ruota, banchi di polli e verdure, tappeti e cesti di paglia intrecciata ed ogni tanto qualche lama che sbuca fuori guidato da piccoli indios, per animare, anche questi, il paesaggio.
Fuori dalle città è tutto così.
Ma anche nei centri urbani l’atmosfera non è molto diversa, a dispetto dei palazzi moderni e degli alberghi di lusso. Tutto sembra nato intorno alla Sierra.
Da Quito inizia idealmente la traversata delle Ande, Avenida de los Volcanes, così la chiamano per la presenza di una miriade di vulcani spenti o parzialmente in attività, ognuno dei quali è uno spettacolo a sé.
Il centro storico di Quito è tra i più belli del continente sudamericano, tutelato dall’Unesco, è stato quasi completamente ristrutturato e i suoi monumenti e le sue chiese fanno bella mostra di fronte alle piazze invase e dai venditori indios dai lustrascarpe.
Latacunga è una tappa d’obbligo per chi vuole salire il Cotopaxi o semplicemente immergersi nei variopinti mercati di Saquisili, Pujili o Zumbahua.
A Riobamba i vulcani finiscono, ma non terminano le Ande, si attraversa la provincia di Caňar, montagne e verdi vallate dove vivono i Caňari, una delle più antiche etnie incaiche che abitano ancora la Sierra.
Lo testimonia il sito archeologico di Ingapirca, non grande, ma è il più importante dell’Ecuador.
Proseguendo ancora verso sud si arriva a Cuenca, meta finale del viaggio di Gnesi, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, è un centro coloniale in cui quasi tutti gli edifici sono stati restaurati.
Ci sono chiese ad ogni angolo ed i giardini sono tutti ben curati.
Prima di lasciare Cuenca per fare ritorno a Quito con il bus, è d’obbligo la visita del Parco Nazionale Cajas, vero gioiello, dove una moltitudine di laghi o semplici specchi d’acqua fanno da sfondo ad un paesaggio stupendo.
Tutto questo rivivrà sabato prossimo nel racconto di Alessandro Gnesi, di fronte ad un pubblico che si preannuncia d’eccezione e che certamente ascolterà e visionerà le immagini fantastiche con un pizzico di invidia nei riguardi di colui che quell’avventura ha davvero vissuto.
Foto: la vetta del Spazi 2993


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