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Api: crolla il tentativo di minimizzare l'impatto sul mare

5' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Avevamo ragione, purtroppo. Una contaminazione da idrocarburi (bitume) così ingente nel mare che amiamo, in cui siamo cresciuti e che, nonostante tutto, continuiamo a frequentare, non era mai accaduta.

dal Comitato del 25 Agosto


Ora, tutti i Presidi/Dirigenti di quegli Istituti Scolastici della Media Superiore che hanno fatto visitare od organizzato stage di formazione con la raffineria API dovrebbero coscienziosamente far accompagnare gli studenti lungo la spiaggia che corre da Torrette alla Rocca di Falconara per una sana lezione, sul campo, delle conseguenze sull’ambiente e la vita di tutti determinate dalla raffineria API di Falconara.

Noi, insieme ai nostri figli, abbiamo monitorato la spiaggia tutti i giorni e, con l’ausilio delle numerosissime segnalazioni dei cittadini, abbiamo documentato fotograficamente, filmato e pubblicato gli spiaggiamenti di bitume su tutto il litorale falconarese. Alla fine, di fronte all’evidenza delle matasse di bitume “rastrellate” dai sommonzatori di fronte al fosso Rigatta, è crollato il tentativo di minimizzare l’impatto sul mare del bitume fuoriuscito dall’esplosione del serbatoio TK 145 della raffineria API.

La responsabile materiale di questo scempio è la raffineria API e i suoi dirigenti che, da anni, stanno dimostrando di essere inaffidabili. Una inaffidabilità che ha determinato il mortale incidente dell’8 Settembre e gli incalcolabili costi ambientali che stanno emergendo in queste ore. I responsabili di tutto questo, se per incapacità o se per negligenza lo stabilirà la Magistratura, non hanno saputo "controllare e circoscrivere gli incidenti in modo da minimizzare gli effetti e limitarne i danni per l’uomo, per l’ambiente e per i beni" e non hanno saputo "mettere in atto le misure necessarie per proteggere l’uomo e l’ambiente dalle conseguenze di incidenti rilevanti" come prescrive il Decreto Legislativo 334 del 17/8/1999 (Legge Seveso 2).

Dopo che in questi giorni i cittadini si sono cercati da soli le informazioni che riguardano l’ambiente in cui vivono e le hanno rese disponibili per le Amministrazioni ed Autorità E’ ORA che le Autorità e le Amministrazioni pubbliche INFORMINO DAVVERO i cittadini e gli operatori turistici non solo di Falconara ma di tutte le città rivierasche che rischiano di ritrovarsi il bitume sulle spiagge al fine di conoscere gli eventuali rischi per la salute e per prevenire il più possibile danni che potrebbero segnare negativamente l’economia turistica e ittica. Per questo chiediamo che i cittadini siano informati sulle sostanze che compongono il bitume finito in mare e la loro pericolosità per la flora e la fauna marina nonché per l’uomo.

Infine rammentiamo quanto dichiarato a tale proposito dalla raffineria API e dall’Assessore Amagliani:
"(…) sono state adottate già da ieri tutte le misure di messa in sicurezza per il contenimento del modesto quantitativo di bitume fuoriuscito nel corso dell’evento in direzione del Fosso Rigatta (…)". [Comunicato stampa del 9/9/2004 diffuso da raffineria API S.p.A.]

"Il bitume contenuto nel serbatoio Tk-145, quello che ha ceduto, si è sversato in un’area che l’Api definisce circoscritta e limitrofa al luogo dell’incidente. Un prodotto semisolido, su un’area quasi totalmente impermeabilizzata dalla pavimentazione. Dunque, l’azienda esclude l'immissione nel suolo e nel sottosuolo di sostanze imputabili all’evento". [ Agenzia ANSA Ancona 13 Settembre 2004, ore 20,27]

"Non ci sono risvolti di carattere ambientale, - ha dichiarato l'assessore Amagliani (…) ". [ Valeria Rey “Liberazione” del 9 Settembre 2004]

Durante tutta la mattinata di sabato il mare ha continuato a riversare sulla spiaggia il bitume, spesso si tratta di una poltiglia nerastra che va ad attaccarsi sui sassi.

Ci verrebbe da definire l'arenile di Falconara "contaminato", ma noi non ne abbiamo l'autorità, ed attendiamo che l'ARPAM intervenga (al momento non abbiamo avuto segnalazioni circa sopralluoghi del personale ARPAM, ma questo non esclude un loro intervento).

Il personale del CAM spa ha raccolto il materiale spiaggiato alle ore 11:30 (i costi di tali interventi sono a carico del Comune di Falconara M.ma? Cosa cambierebbe se fosse definita con certezza che la provenienza è legata all'incidente dell'8 settembre?) e ci confermavano che le zone ripulite venivano nuovamente sporcate dal bitume rilasciato del mare.

Durante la mattinata le operazioni sulla spiaggia sono state osservate da un responsabile della Capitaneria di Porto del distaccamento di Falconara.

Nel primo pomeriggio, verso le ore 15:00, si è creato un clima "strano", in quanto i militari a protezione della raffineria hanno limitato l'accesso alla delegazione di spiaggia ed hanno intimato di non fare fotografie rivolti alla raffineria. Si intravedeva una persona (non identificata) che sembrava intenta a sotterrare (o quantomeno nascondere) il bitume spiaggiato con del materiale (terra? sabbia? ghiaia?).

La nostra maggiore perplessità è capire se tutti queste operazioni avvengono o meno con la supervisione di tecnici ARPAM.
Nel pomeriggio, verso le ore 16:30, ci è stato segnalato un notevole spiaggiamento di bitume nella zona centrale dell'arenile falconarese, all'altezza della piattaforma Bedetti, dove dei privati cittadini hanno di loro spontanea iniziativa raccolto del materiale (per senso civico verso la pulizia) a mani nude mettendo il tutto in normali buste di plastica.

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("Vajont 9 Ottobre '63" - M.Paolini G. Vacis)





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 21 settembre 2004 - 2314 letture

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