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Nidastore in festa: arriva una casa-famiglia

5' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Tra pochissime settimane una coppia, con figli propri e con bambini addottati e affidati, andrà ad abitare a Nidastore di Arcevia, in un appartamento messo a disposizione da Mons. Elio Sgreccia.
Nasce una nuova casa-famiglia.

di Michele Pinto
michele@viveresenigallia.it


Le case famiglia sono nate per accogliere tutti coloro che non hanno una propria famiglia. Far scomparire così gli orfanotrofi e donare ad ogni bambino una vera famiglia.
Spesso i ragazzi accolti nelle case famiglia hanno alle spalle storie difficili o problemi pesanti, come genitori tossicodipendenti o handicap fisici e psichici. Offrire a queste persone l'affetto di una vera famiglia è quanto di meglio si possa fare per loro.
La comuntà Giovanni XXIII gestisce case-famiglia in tutta Italia, e nelle prossime settimane una nuova casa-famiglia prenderà vita a Nidastore di Arcevia, un piccolo borgo che ha già iniziato a festeggiare l'evento.
La casa famiglia che andrà ad abitare in un appartamento messo a disposizione da Mons. Elio Sgreccia ed inaugurato ieri (mercoledì), porterà a nidastore nuova vita e nuova gioventù.
L'accoglienza degli abitanti è entusiasta e la festa si è concretizzata in una cena tutti insieme in piazza.

Un manifesto La casa Mons Elio Sgreccia Il sindaco Silvio Purgatori La festa in piazza
Nelle immagini: un cartellone appeso in piazza, l'ingresso dell'appartamento che ospiterà la casa famiglia, il proprietario Mons Elio Sgreccia, il Sindaco di Arcevia Silvio Purgatori, la festa in piazza.

L'intervento del Sindaco Purgatori:
Monsignor Elio Sgreggia e Don Oreste Benzi, due uomini che hanno fatto dell’impegno sociale e dell’amore per gli altri la missione della loro vita. Si incontrano idealmente oggi a Nidastore nel momento in cui decidono insieme, il primo donando un immobile e il secondo facendo di questo edificio una Casa–Famiglia, di compiere un altro passo avanti nell’amore verso il prossimo che altro non è che l’infinito amore verso Dio. Come Sindaco di Arcevia sono orgoglioso che la nostra comunità sia stata scelta da questi due illustri personaggi per ospitare una Casa – Famiglia e per donare, ciascuno di noi, un po’ di amore verso l’altro: il povero, l’orfano, il meno fortunato.
Per capire cos’è una Casa–Famiglia ritengo che non possano trovarsi parole più efficaci di quelle usate da Don Oreste Benzi il quale, nel ricordare l’origine di questa struttura è solito tornare con il racconto alla sera del 27 dicembre del 1972, due giorni dopo il Natale.
Un parrocchiano – racconta Don Benzi - dopo la S. Messa della sera mi disse: ”Don Oreste vada a vedere come un povero cristiano è lasciato morire”, e mi diede l'indirizzo dove viveva un giovane abbandonato a se stesso, a 17 km da Rimini. I fili della luce tagliati, l’erogazione dell’acqua corrente sospesa, il fuoco del camino spento, un piatto di maccheroni ammuffiti nella credenza, le finestre aperte, nel letto disfatto solo lenzuola sporche, e lui Marino con le mani in tasca, nel buio, solo. Capii che non era più sufficiente meditare sul Vangelo come Gesù trattava i poveri. Bisognava vivere con i poveri come viveva Gesù”.
Questo fatto, ricorda Don Benzi, segnò la svolta nella preparazione all'apertura della prima casa famiglia che venne inaugurata il 27 maggio del 1973.
Le case famiglia, come quella che si aprirà qui a Nidastore, si caratterizzano come strutture educative residenziali con la presenza continuativa e stabile di due adulti, di norma una coppia sposata con o senza figli, che risiede presso la struttura e che accoglie una tipologia di persone molto eterogenea per età, sesso, condizione e problemi.
Le finalità sono quelle di garantire alle persone in stato di difficoltà, di abbandono, di svantaggio, per qualsivoglia motivo esso sia stato causato, un contesto di vita familiare anche nel contesto sociale circostante. Nella Casa Famiglia viene stimolata la creatività e l'iniziativa dei soggetti; essi sviluppano le capacità specifiche e acquisiscono stima di sé. La casa famiglia diventa loro base sicura con valenza terapeutica e riabilitativa. Essa guarisce e previene.
Le persone accolte sono di ogni età, sesso, nazionalità, condizione personale, patologia o svantaggio o problematicità patita, per le quali sia necessaria una collocazione familiare diversa da quella di origine o provenienza, per un periodo più o meno prolungato.
Praticamente la Casa – Famiglia non è una semplice comunità ma è una vera famiglia in cui ci sono una figura maschile e una femminile che amando gratuitamente diventano padre e madre di orfani non adottabili, di bambini, fanciulli, adolescenti, temporaneamente o per sempre senza genitori, di persone abbandonate e rifiutate, di nonni lasciati morire da soli.
La casa famiglia è una famiglia dove ci sono grandi e piccoli, fratelli e sorelle, persone normali e persone in difficoltà. Io credo che tutti i cittadini arceviesi dovranno sentirsi parte della Casa –famiglia che nascerà qui, presso la nostra comunità, ed accogliere i suoi ospiti come nostri figli, fratelli ed amici.

   

EV




Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 09 settembre 2004 - 8743 letture

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