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2.010 stranieri a Senigallia
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Il problema più grave per gli immigrati, e non solo per loro, è quello della casa. A Senigallia il mercato immobiliare ha prezzi ormai inaccessibili. |
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da Giuseppina Massi
Assessore ai Servizi alla Persona
Leggo con piacere che sempre più spesso nella stampa locale si affaccia il dibattito sull'immigrazione. Anche nella nostra città i cittadini stranieri sono in aumento, l'anagrafe ne registra attualmente 2.010 tra donne e uomini, il doppio rispetto a tre anni fa.Assessore ai Servizi alla Persona
Occorre molta attenzione soprattutto da parte di chi governa perché si sviluppino politiche culturali, sociali, urbanistiche che favoriscano l’integrazione. Per quanto si sia ormai tutti consapevoli che l'immigrazione ha un’incidenza economica elevata nel nostro sistema produttivo (sia per il nostro calo demografico, sia per l’impiego lavorativo di manodopera immigrata), si continuano a preferire risposte di tipo repressivo, che inquadrano il problema nel capitolo della sicurezza e della lotta alla criminalità.
Il tema della sicurezza è importante ma è solo con politiche volte al confronto, al dialogo, al riconoscimento dei reciproci diritti e doveri, con progetti lungimiranti di tipo economico ed anche culturale, che si debbono affrontare oggi i fenomeni migratori.
Purtroppo in Italia manca una chiara politica: l’emigrazione è affrontata sull’emergenza, con scarsa regolazione istituzionale, e le misure legislative rincorrono il fenomeno con le sanatorie, anziché precederlo e governarlo. Il mercato chiede manodopera ma scarica sui Comuni i servizi. Il binomio permesso di soggiorno - contratto di lavoro nasconde spesso la volontà di mantenere i lavoratori stranieri in una condizione di precarietà per meglio ricattarli e sfuggire agli oneri sociali.
E' positivo che il signor Montesi rilanci il problema degli alloggi, troverà sempre la disponibilità dei sindaci. La proposta, però, che è di molti imprenditori, non può essere quella di costruire case per gli immigrati (il rischio di creare ghetti è evidente), né quella di affittare con canoni di locazione legati al contratto di lavoro (che vuol dire “finchè mi servi hai la casa, poi te ne vai”), dimenticando che nel frattempo attorno al lavoratore c’è stato un ricongiungimento familiare, ci sono dei figli iscritti regolarmente a scuola.
Il problema casa a Senigallia è particolarmente grave, come tutti sanno, e la ricerca di una casa in affitto stabile è impresa ardua non solo per gli stranieri: gli affitti sono inaccessibili, i contratti spesso stagionali e in nero. Eppure giova ricordare che le seconde case, libere, a Senigallia sono circa 7.000, che si continua a costruire o in funzione del turismo o per un mercato immobiliare spesso puramente speculativo e di rendita fondiaria. Gli stranieri sempre di più occuperanno gli alloggi degradati, ammassandosi e concentrandosi in quartieri, vedi il rione Porto, che rischiano di diventare sacche di marginalità sociale prima ancora che economica, e che aumentano il senso di insicurezza e la paura dei cittadini.
Come amministrazione abbiamo ripreso la politica dei PEEP, per esempio, e messo in atto adeguate politiche fiscali; con l'Agenzia per la Casa abbiamo fatto il tentativo di tentare una risposta al mercato dell'affitto e ben lo hanno capito la CNA e la Confartigianato, che sono tra i soci fondatori. Sarebbe utile sostenere l'iniziativa, oppure studiare insieme altre possibili soluzioni: se la città non continuerà a dotarsi di strumenti efficaci di tutela sociale per tutti, diventerà una città insicura, in cui le tensioni sociali che ora appena si affacciano possono moltiplicarsi e diventare incontrollabili.

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