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Incontro con l'autore al Cinema Gabbiano

5' di lettura
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Ieri sera il pubblico del Cinema Gabbiano ha avuto una grande occasione, ascoltare l'esperienza del giornalista David Grieco, autore del film Evilenko.

di Silvia Piermattei
silvia@viveresenigallia.it
Dopo il film era in programma l'incontro con il regista che è stato in sala con il pubblico ed ha portato con se uno dei suoi figli, interprete di una scena nel film.
Lo storia di Evilenko è tratta dal suo libro sul mostro di Rostov e si tratta della sua prima prova registica.
Grieco decise di recarsi in Russia dopo aver visto in televisione lo sguado di questo serial killer, si è sentito subito attratto da questo personaggio, ex insegnante e iscritto al partito comunista.

L'esperienza di Grieco è molto interessante, quando si è recato in Russia per il processo di Andrej Romanov Cikatilo, il mostro accusato di aver violentato, ucciso e mangiato 55 bambini, la città di Rostov desiderava chiudere in fretta questo capitolo drammatico.
Tutti volevano veder velocemente processato e giustiziato il colpevole, non c'era spazio per la ricerca e la comprensione del disagio sociale di un malato di mente.
Il film racconta la storia delle indagini in modo un po' romanzato, nella realtà le ricerche della polizia sono durate ben 12 anni fra le contraddizioni di una polizia fortemente militarizzata che non era in grado di risolvere affrontare una vicenda di questo tipo.
Grieco racconta che il colpevole era già stato arrestato dopo il primo delitto, ma per ironia della sorte era stato rilasciato dalla polizia per concentrarsi verso un altro sospettato, che poi è stato torturato e giustiziato... nel frattempo il mostro continuava ad uccidere.
Tutto questo è accaduto per compiacere le alte sfere della polizia che desideravano un colpevole da giustiziare.
Alla fine Cikatilo è stato arrestato proprio come viene descritto nel film... tramite gli appunti di un soldato che non ricordava assolutamente nulla.
Nella realtà sospettato è stato fermato dalla polizia con un pretesto ed è stato chiuso in un carcere circondato da informatori.
Nessuno dei finti carcerati poteva credere fosse lui il killer, sembrava troppo malato e fragile.
Gli sconvolgimenti politici della Russia hanno dato vita a nuovi disagi sociali, la psicologia delle persone più fragili non è in grado di reagire positivamente a tutto questo e oggi esistono ben 16 persone (ovviamente si parla di quelli che sono stati individuati ed internati sotto controllo psichiatrico) in Russia che soffrono di questi disturbi psichiatrici.
Andrej Romanov Cikatilo è stato dichiarato sano di mente e processato come tale; Grieco ha affermato che nella realtà Andrej era molto più disturbato di come è stato presentato il personaggio nel film, vedendolo chiunque avrebbe intuito che Cikatilo soffriva di una grave malattia mentale.
L'autore è rimasto chiuso in aula da solo con l'imputato e non è riuscito ad istaurare nessun tipo di dialogo, Cikatilo rispondeva cose senza senso e soffriva dello strabismo verticale, primo sintomo di schizzofrenia.
In Russia fino a poco tempo fa gli istituti di igiene mentale era usati solo per rinchiudere i dissidenti politici.
Nel film viene sviluppata l'ipotesi della malattia mentale dovuta alla perdita d'identità dell'uomo sovietico dopo la caduta del comunismo.
Il personaggio dello psichiatra è puramente inventato dal regista, ma rappresenta il punto d'incontro fra il magistrato e il serial killer.
Grieco probabilmente si identifica proprio in questa figura.

L'aspetto più inquietante che si trova a metà fra la finzione filmica e la realtà è il fatto che Cikatilo non ha mai toccato le proprie vittime prima del delitto, non le ha obbligate a seguirlo, spesso si trattava di bambini o identità molto fragili... nel film questa caratteristica viene interpretata come una capacità di incantare la propria vittima, ipnotizzarla come un inquietante pifferaio magico.
L'attore che interpreta il personaggio del serial killer è il grande Malcolm McDowell; la sua è stata una prova di grande talento.
Malcolm McDowell è stato sempre ricordato per la sua interpretazione nel film Arancia Meccanica di Kubric, come spesso avviene un attore alle prime armi, interpretando un film di così grande visibilità, si brucia.
McDowell è stato considerato dai produttori un cattivo affare dal punto di vista degli incassi, ma l'attore non si è perso d'animo ed ha continuato a lavorare.
Nel film McDowell interpreta la camminata di Cikatilo in un modo completamente personale, le mani sempre dietro la schiena e la postura tipica del serial killer vengono trasformate in un gesto inquietante delle mani col quale l'assassino ipnotizza e attrae le sue vittime.

David Grieco inizialmente ha raccontato la storia Cikatilo in un libro perché se avesse scritto una sceneggiatura qualsiasi regista avrebbe trasformato la sua storia in un film di macelleria gratuita.
Steven Siegal si era proposto per essere produttore, regista ed interprete nel film, ma il giornalista si è rifiutato di accettare.
Alla fine è riuscito lui stesso a realizzare il film, che ha già vinto un premio al Fantafestival di Roma e a metà settembre parteciperà al Festival di San Sebastian in Spagna.

Il thriller di Grieco ha l'intensità, la suspense e l'inquietudine di un film horror; nonostante sia la sua prima prova registica, alcune scene sono state curate nei minimi particolari, dal terribile urlo della bambina che risveglia Cikatilo dallo stato di trans in cui cade quando lo psichiatra tenta di avvicinarlo e di penetrare nella sua psiche, dai fantasmi del magistrato, all'attraversamento della strada, momento in cui Cikatilo inizia ad uccidere e non tornerà più indietro.
Una delle scene più inquietanti del film è la catalogazione precisa e sistematica dei delitti da parte del killer alla fine del quale afferma: "abbiamo fatto un buon lavoro".
Sembra che questa frase sia stata detta veramente da Cikatilo.

L'autore ha realizzato anche un documentario che presto sarà distribuito insieme al film.

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