statistiche accessi

x

'Quel ristorante occupa il suolo pubblico'

2' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Ieri ho rischiato di farmi investire da una bicicletta... poca cosa, probabilmente, ma la situazione creatasi nell'angolo del Pagaia là dove inizia la ciclabile è una vergogna.

da Antonella Diamantini


Come si vede bene dalle foto, il marciapiede – già infelice per conto suo – è stato interamente occupato dai tavolini del ristorante Pagaia, con annesse fioriere e recinzione e con i tiranti che trattengono la copertura saldamente ancorati al cordolo del marciapiede.
Io spero che il ristorante abbia compiuto un abuso e che il Comune non abbia dato i permessi necessari per una mostruosità del genere...
A dire il vero, già da qualche anno quello che era un grazioso baretto si è trasformato in una struttura molto diversa, ingrandendosi tanto da aver occupato mezzo marciapiede.
Sul retro, inoltre, ha installato delle recinzioni di canne, riparate da una copertura in tela cerata: quanto passerà prima che anche il retro si trasformi in una struttura in alluminio e vetro?
Non è una novità per Senigallia...
basta partire con quattro sedie e un ombrellone, pagando il suolo pubblico, poi si chiede di riparare i clienti con dei paraventi, poi si comincia a spostare i paraventi mezzo metro all’anno, finché la struttura che era rimovibile diventa assolutamente fissa...
pagando sempre l’occupazione del suolo pubblico!
Questo malcostume comporta implicazioni di molti tipi, quali l’impossibilità di pianificazione e la creazione di situazioni di vero e proprio pericolo.
All’inizio della ciclabile, ad esempio, sono stati posti quei panettoni di cemento che i ciclisti si trovano davanti all’ultimo momento e per evitarli scartano all’interno della sede stradale; la ciclabile all’altezza del pagaia è sempre invasa dai pedoni che non potendo camminare sul marciapiede scendono in strada rischiando di essere investiti dalle biciclette o rischiando di far cadere i ciclisti che in quel caso avrebbero buone probabilità di sbattere la testa sui vasi.
Sempre nei paraggi del ristorante c’è da registrare l’insopportabile presenza dei cassonetti della spazzatura, maleodoranti e sporchi tanto da dover trattenere il respiro, con dei paraventi in legno che sono stati posti dietro ai cassonetti... per ripararli alla vista di chi?
Dei diportisti che frequentano la darsena?
Lo si vede bene dalla foto, così come si vede bene quanto siano rispettati i cartelli di divieto di sosta...

Ho sentito con le mie orecchie una coppia di turisti commentare disgustati il fetore dei cassonetti e giuro che un po’ mi sono vergognata.






Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 31 agosto 2004 - 2556 letture

In questo articolo si parla di