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Comunità 'Dopo di Noi' fra pubblico e privato

4' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
L’Assessore ai Servizi alla Persona del Comune di Senigallia ha presentato ieri il progetto per la realizzazione della comunità protetta “Dopo di Noi”. Al progetto collaborano il Comune, l’A.S.U.R., l’IRAB, l’Associazione Primavera e l’ANFFAS.

di Silvia Piermattei
silvia@viveresenigallia.it


Giuseppina Massi, Assessore comunale per il Servizio alla Persona, ha illustrato agli organi di stampa il progetto “Dopo di Noi”, una comunità protetta riservata a soggetti psichici con insufficiente capacità residua di autonomia. La comunità sarà accolta in un ex casa colonica situata nella zona del Camposanto vecchio.
Si tratta di un progetto innovativo al quale collaborano diverse associazioni, prima fra tutte l’Associazione Primavera, costituita dai famigliari dei malati.
Il nostro intento consiste nell’offrire accoglienza e un inserimento di tipo lavorativo agli ospiti di questa comunità.
I lavori di ristrutturazione della casa colonica sono stati avviati il mese scorso e saranno conclusi entro il 2005.
La struttura inizialmente sarà in grado di ospitare 8 persone, ma in seguito ad ulteriori finanziamenti si potrà raggiungere il traguardo di 15 ospiti
”.

Il Dr. Mario Molinari, Direttore della Zona Territoriale dell’A.S.U.R., vede nella realizzazione di questa opera un’integrazione di servizi sanitari, servizi sociali e collaborazione con il privato attraverso la Cooperativa Acca Muta, che offrirà la propria professionalità durante il progetto.

Il Dr. Ansuini, del Dipartimento di Salute Mentale, ha parlato della comunità protetta come di un ulteriore tassello che va ad inserirsi nel sistema dell’assistenza territoriale verso chi soffre di malattie psichiche.
Attualmente nel territorio di Senigallia i soggetti con malattie psichiche di tipo cronico sono accolti dal reparto ospedaliero per i casi più gravi, dal Centro Riabilitativo della Cesanella per quanto riguarda i soggetti più giovani e con maggiori possibilità di inserimento e di riabilitazione, inoltre esiste un sistema di assistenza domiciliare nel territorio.
Mancava una struttura protetta per i soggetti più anziani, il cui inserimento lavorativo è più difficile.
Molto spesso questi disabili con insufficiente capacità di autonomia hanno genitori anziani che incontrano grandi difficoltà nell’occuparsi dei propri figli. La struttura sarà gestita da 5 educatori, da alcuni ausiliari e dal personale O.T.A. All’interno della casa protetta si svolgerà un’attività agricola che consiste nella produzione di alimenti biologici, con la collaborazione tecnica della Cooperativa “Terra e Cielo”.
E’ molto importante che queste persone siano stimolati attraverso un’attività lavorativa e ricreativa, inoltre ogni settimana la comunità sarà visitata dal medico, dall’assistente sociale e da uno psicologo per controllare i progressi del processo riabilitativo
.

La dr.ssa Nilde Cerri, Presidente dell’Irab (Casa Protetta per Anziani), ha contribuito a rendere reale questo progetto per il supporto del disabile e delle famiglie.
Il nostro obbiettivo deve puntare ad accogliere il numero massimo di utenti, quindi il prossimo passo sarà quello di reperire nuovi finanziamenti per ultimare i lavori in tutta la casa colonica.

Il progetto è stato avviato 24 mesi fa e le varie associazioni, che si sono impegnate nel reperimento dei fondi necessari per avviare i lavori di ristrutturazione, hanno incontrato enormi difficoltà, prima fra tutte la politica del Governo che ha applicato tagli indiscriminati nel sociale.
La Cooperativa Acca Muta crede molto in questa sfida rappresentata dalla cooperazione fra pubblico e privato.
Attualmente esiste la copertura finanziaria solo per la ristrutturazione di metà dell’edificio, per reperire ulteriori finanziamenti sarà necessario sensibilizzare il mondo bancario locale nei confronti di questa iniziativa.
La concretezza rappresentata dal lavoro agricolo, la cooperazione con “Terra e Cielo” e il Centro per l’Educazione Ambientale faranno in modo di inserire la comunità protetta nella rete sociale di Senigallia.
Le associazioni delle famiglie hanno molta fiducia in “Dopo di Noi”: “la cosa più importante è che questa comunità offra ai suoi ospiti un’apertura verso l’esterno e che non sia un ghetto dove dimenticare i propri cari”.
La famiglia del disabile può offrire una grande esperienza e una ricchezza culturale diversa dal sapere medico; nella gestione della comunità sarà importante tenere al corrente i famigliari per permettere la collaborazione con gli altri enti.
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Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 21 luglio 2004 - 3475 letture

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