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psicologia: Anatomia del sesso: terza puntata

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 - Lo spazio dedicato alle vostre domande allo psicologo.
Caliamo lo sguardo verso il 1800 e vediamo che la classe medica fu molto concentrata sulla gravidanza.
Il parto metteva a serio pericolo la vita delle donne e parlare di piacere era superfluo così come superfluo era lo studio della clitoride.

a cura del Dott. Francesco Pinto
339.3244297
dr.pinto@libero.it


Le ricerche anatomiche erano orientate a comprendere tutto ciò che sembrava essere prioritario, che poteva ammalarsi, relegando il sesso femminile alla sola funzione procreativa, relegando il piacere nell'ambito del vizio.

Sigmund Freud aveva distinto nella donna due sistemi e due tempi erotici, uno clitorideo, infantile, maschile e perciò attivo, e un altro vaginale, passivo-femminile, connesso al desiderio di maternità, adulto dunque, che si sviluppa nella pubertà, trascurando e abbandonando l'infantile e mascolino piacere clitorideo.
L'ipotesi freudiana ha mietuto molte vittime la dove la psicoanalisi ortodossa si è diffusa a livello di massa.
Le donne incapaci di raggiungere l'orgasmo vaginale si ritrovavano perseguitate dall'idea di essere infantili, mascoline, invidiose del pene ed infine "nevrotiche".

Negli anni '60 il ginecologoWilliam Masters e la sessuologa Virginia Johson svolsero la prima accurata ricerca sulla fisiologia sessuale e conclusero che: "la fisiologia fondamentale della risposta orgasmica resta la stessa, qualunque sia lo stimolo dato: da coito eterosessuale o artificiale, da masturbazione meccanica o manipolazione clitoridea, delle mammelle o di qualunque altra zona erogena prescelta".

Con le ricerche di Masters e Jonson vengono individuati paralleli tra le risposte fisiologiche maschili e femminili.
Nella fase di eccitazione, all'erezione maschile corrisponde un'espansione della vagina nel suo interno e una sua contemporanea lubrificazione, che serve a favorire il coito, la clitoride si erge, le labbra si gonfiano, e la vagina si espande e si allunga.
Nonostante l'individuazione di risposte fisiologiche simili i due ricercatori notarono anche delle evidenti differenze: le donne possono anche molti orgasmi ravvicinati mentre l'uomo no; ne ha uno solo collegato con l'eiaculazione e prima di averne un altro deve affrontare un periodo refrattario che varia da individuo a individuo (approfondiremo il tema orgasmo/eiaculazione).

Nel 1982 Ladas, Wipple e Perry sono gli autori di un best-seller in cui esce alla ribalta il punto G, un tessuto molto sensibile alla pressione nel primo superiore della vagina.
In questo lavoro il punto G viene assimilato alla prostata maschile sulla quale, secondo loro, le sollecitazioni provocano piacere e sensazioni interne intense.

Nel 1984 una ricerca anatomo-fisologica condotta da un gruppo di femministe americane scoprì che il punto G non è l'embrione della prostata ma è la radice della clitoride.

Le tavole anatomiche ora mostrano l'apparato sessuale femminile dotato di corpi cavernosi che, partendo dalla clitoride, si estendono verso il basso circondando la vulva e penetrando all'interno circondano il primo terzo della vagina.
Questo corpo spugnoso si riempie di sangue durante l'eccitamento sessuale, così come il pene, e agisce da cuscinetto tra il pene stesso e l'uretra durante il coito.
Una volta visto che le strutture dei corpi cavernosi circondano sia il pene, che è un canale uretrale nella sua parte visibile e alla sua radice interna, sia la clitoride e l'uretra che il primo terzo della vagina, abbiamo un quadro che mette in risalto molte similitudini anatomiche tra l'uomo e la donna.
È vero, allora, che gli uomini sono limitati nei loro godimenti al confronto con la donna?





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 13 luglio 2004 - 5722 letture

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