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Pericolo amianto nei vecchi stabilimenti Italcementi

5' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Carlo Montanari, Presidente dell'A.L.A., fa il punto sulla situazione di pericolo amianto nella nostra città, visto che gli organi di stampa locali minimizzano la situazione.

da Carlo Montanari
ciromontanari@hotmail.com


Con la presente il sottoscritto, presidente dell”Associazione per la Lotta all’Amianto, ex dipendente degli stabilimenti Sacelit ed Italcementi sino al 1993 intende esprimere alcune considerazioni relativamente a servizi recentemente apparsi sulla stampa locale (Corriere Adriatico).
In particolare il sottoscritto intende fornire chiarimenti riguardo la presenza o meno di amianto nei due stabilimenti sopra citati dei quali uno (l’Italcementi) ancora in attività di vendita con la presenza di quattro dipendenti.

1) Il 9 giugno scorso su un articolo pubblicato sul Corriere Adriatico dal titolo “Un vertice tra i sindacati e l’Asl 4: tutti i dati sull’amianto”, il Dott. Fiorenzuolo, spiegando ai tre segretari sindacali locali, ha confermato che, allo stato attuale, presso lo stabilimento ex Sacelit sono presenti materiali contenenti amianto costituiti dalla copertura dei capannoni.
Quando si parla di amianto, e nello specifico di eternit, la Legge in materia sancisce che non esiste l’obbligo della rimozione delle coperture in cemento amianto.
A meno che non sia iniziato un processo di deterioramento irreversibile.
A riguardo, il sottoscritto ha fatto presente ai sindacati ed alla Asl 4 di Senigallia che le attuali coperture del capannone centrale dell’ex Sacelit sono costituite da lastre dette “Cartonate”.
Quindi leggere e friabili (si tratta di lastre vetuste e di basso prezzo commerciale) che con il caldo, il freddo ed il vento, portano in superficie amianto.
Sarebbe quindi il caso di effettuare una verifica ed eventualmente verniciature con apposite sostanze come stabilito dalle Leggi vigenti in materia.
Considerando che il piazzale dell’ex Sacelit sarà utilizzato per parcheggi provvisori, così come è stato fatto per gli anni passati, sarebbe auspicabile non mettere a repentaglio la salute di coloro che usufruiranno di tali parcheggi gratuiti.
Non considerando poi la presenza di alcuni manufatti in cemento amianto rotti ed abbandonati nelle vicinanze dell’ingresso a sinistra dello stabilimento.
Nelle pareti di tubi in cemento amianto rotti nelle pareti dell’ex magazzino, officina meccanica e dentro la palazzina degli ex uffici.
Negli Ex uffici dove il sottoscritto ha trascorso la propria giovinezza all’insaputa delle pericolosità dell’ambiente in cui lavorava tanto che, recentemente, è stato sottoposto ad intervento chirurgico per l’asportazione di un tumore (Gist) gastro intestinale forse derivato proprio dall’amianto.
Relativamente alla presenza del materiale sopra descritto, il sottoscritto è in possesso di apposita documentazione fotografica.

2) In data 13 giugno 2004 viene pubblicato sul Corriere Adriatico un articolo con dichiarazioni del Sig. Barbadoro titolato “Ma all’Italcementi non esiste l’amianto” in cui si incolpano tre sindacalisti per aver posto il problema amianto come se fosse tutto falso ed immaginario.
Forse il sig. Barbadoro ha comprato la proprietà a scatola chiusa ?
Il sig. Barbadoro non era al corrente del fatto che alla Sacelit si producevano materiale in cemento amianto e tubazioni per acquedotti di acqua potabile ?
Finalmente, anche a riguardo di quest’ultima questione sono in corso accertamenti da parte dell’Arpam.
Un problema che clamorosamente, sino a poco tempo fa, non era mai stato sollevato e nonostante l’entrata in vigore della Legge sull’amianto risalga al 1991.
Una Legge che consente controlli sulle conduttore di acqua potabile.

3) in data 23 giugno 2004 sempre sul Corriere Adriatico un nuovo servizio sul problema amianto dal titolo “Un vertice per l’ex Sacelit” dove in sintesi si sostiene che andrebbe tutto bene e l’amianto sarebbe sotto controllo.
A riguardo sarebbe invece bene che il sig. Barbadoro si procurasse:
- Il D.M. 471/99 relativo all’esame della documentazione del piano di caratterizzazione dell’area ex stabilimenti Sacelit ed Italcementi di via Mamiani a Senigallia – conferenza dei servizi del 15 luglio 2003 – con verbale della stessa conferenza dei servizi del Comune di Senigallia ufficio gestione ambiente e territorio (ore 11 del 19 dicembre 2003) nel quale risultano assenti il dirigente del servizio urbanistica, il rappresentante dell’Asl 4 ed il rappresentante della società “Vecchia darsena”.
Le fasi previste nel piano di caratterizzazione redatto ai sensi del D.M. 471/99 relativamente al suolo, sottosuolo ed acque sotterranee, andranno eseguite successivamente all’avvenuta bonifica delle strutture edilizie presenti nell’area attualmente interessante da attività lavorativa (piano di 1° fase – vedi conferenza del 15/07/2003) da compiersi ai sensi delle normative di settore, previa presentazione all’Asl 4 entro il 31 gennaio 2004 del prescritto piano di lavoro.

L’EREDITA’ PESANTE DELL’AMIANTO

L’amianto al bando dal 1992, nel periodo 1988 – 1997, ha causato secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto superiore della Sanità, 9094 morti.
E purtroppo la curva è ancora in fase ascendente (quasi mille morti all’anno) o perlomeno stazionaria.
In crescita poi nelle aree ad alta esposizione.
Probabilmente si tratta di notizie scomode ma, una persona come il sottoscritto, presidente di una associazione per la lotta all’Amianto apolitica, sociale e morale, non poteva non sottolinearle.
Relativamente a quanto esposto il sottoscritto e disponibile per qualsiasi approfondimento.
Bisogna non dimenticare mai che la salute è un bene prezioso e bisogna cercare i mantenerla senza pensare agli interessi o ai comportamenti di parte.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 26 giugno 2004 - 2550 letture

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