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Non in nostro nome

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Manifestare le proprie idee: diritto inalienabile dell’uomo, lo sancisce anche la Carta dei Diritti dell’Uomo.
Oggi pomeriggio, a Senigallia come a Roma manifestazioni contro la guerra.

di Giulia Torbidoni
giulia@viveresenigallia.it


Oggi il Presidente Americano Bush verrà a Roma. La visita è motivata dal ricordo dello sbarco in Normandia e della libertà dal fascismo e nazismo portata dall’esercito americano.
A 60 anni di distanza il popolo italiano e la sua Costituzione si trovano a dire NO a qualsiasi guerra, ad ogni barbarie, proprio perché le ha subite e vissute. Il Presidente Bush non incarna questo concetto di pace, questo nostro principio costituzionale.
Molti sono a Roma. Molti dicono che ci saranno scontri e disordini. Questo sarebbe una vittoria per chi vuole tacciare il movimento di teppismo e desidera spostare l’attenzione dai principi che i manifestanti portano, sui tafferugli. Domani pomeriggio si manifesterà anche a Senigallia, come in tutte le piazze italiane. Si manifesta contro una politica, e non un popolo, americana che ha portato morte, torture, barriere sempre più alte, paure sempre più incontrollabili e terrore ad ogni livello e grado.
Domani pomeriggio in piazza Roma ci sarà un presidio alle 17.30 e alle 21.30 un concerto dal titolo “Musiche e parole per la pace e la libertà”.
Desidero ricordare tre articoli della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Carta che si è più volte dimenticata, specie ultimamente visto che Articolo 5 “Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamenti o a punizioni crudeli, inumani o degradanti”.
Articolo 19 “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni ed idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.
Articolo 21 “Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio Paese, sia direttamente sia indirettamente……la volontà popolare è il fondamento dell’autorità del Governo…”.
Oltre a pensare che debba essere materia di studio nelle scuole, credo che questi 30 articoli debbano essere attentamente analizzati dagli stessi presidenti che si incontreranno nei prossimi due giorni e che faranno un unico sforzo: celebrare orrori ed errori, gloriandosi di croci e di medaglie.
Io ho solo vent’anni e non so come furono accolti gli americani 60 anni fa. So quello che ci dicono i libri di storia e quindi che molte furono le vittime italiane prese tra due fuochi per colpa di una declinazione della politica ufficiale. So che i partigiani non abbandonarono il loro orgoglio e non lo consegnarono ai nuovi amici, che comunque hanno contribuito alla libertà. So però che oggi chi rappresenta gli americani, ma soprattutto la politica di quel paese, non viene accolto con gioia. Non si condivide e non si ama questo uomo che continua ad associare il suo potere al sangue e ai proiettili. So che deve nascondersi, che non può vedersi circondato da gente che lo plaude felice, so che deve portare guardie del corpo ed aerei per proteggersi, so che non può dire che percorso farà dentro la “città aperta”. 60 anni dopo chi è lo sconfitto in democrazia?





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 04 giugno 2004 - 1774 letture

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