statistiche accessi

x

Il prezzo della cultura.

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 -
Continua la battaglia delle biblioteche contro la direttiva europea che impone la cancellazione del prestito gratuito e l’applicazione di un ticket a tutela del diritto d’autore.

di Claudia Costantini
claudia@viveresenigallia.it


Un ticket per ricompensare gli autori per i prestiti dei loro libri nelle biblioteche: è questo il senso della direttiva europea che ha suscitato le polemiche degli operatori, ma anche dei cittadini e degli studenti, indignati davanti a quella per loro è mercificazione della cultura.
Contro questa direttiva che da un lato tutela il diritto d’autore degli scrittori ma dall’altro potrebbe mettere in pericolo il diritto alla cultura dei cittadini si è mosso anche il Gruppo Bibl’aria presentando un appello al Presidente delle comunità Europea, Romano Prodi, in cui si sottolinea l’importanza della libertà di accesso alla cultura, indispensabile per la costruzione di una società democratica in cui tutti, anche i meno abbienti, possano conoscere la più vasta gamma possibile di pensieri ed opinioni.
“La direttiva lascia perplessi sotto molti punti di vista- - spiega Mario Gambelli, direttore della Biblioteca comunale di Senigallia – credo che ha tal proposito vada fatta una distinzione che spesso non viene presa in considerazione; bisogna distinguere tra Informazione e Cultura. La cultura è fatta di sacrifici, di amore per il sapere, il libro, in questo senso va visto come un arricchimento del patrimonio civile e culturale.” Dunque se si considera il problema da questo punto di vista la SIAE rischia di intromettersi in un campo inqualificabile: come è possibile tassare un arricchimento che è soltanto culturale?
Il discorso cambia se dalla cultura ci si sposta all’informazione: “ La consultazioni di informazioni da parte dei professionisti è finalizzata allo svolgimento del loro lavoro;- continua Gambelli - sotto questo aspetto, dunque la cultura cessa di essere un mero arricchimento dello spirito e viene usata in primis a fini economici: il sapere serve ai professionisti per creare un guadagno. In questo senso la cultura non è più solo un arricchimento dell’intelletto ed è plausibile far pagare un ticket a chi utilizzale informazioni per fini economici.”
Dunque la chiave di lettura della direttiva europea sta nella distinzione tra cultura come arricchimento personale, senza alcun fine economico, e informazioni come strumento indispensabile di lavoro. Resta una sola perplessità: in una società come la nostra, in cui con l’utilizzo delle moderne tecnologie chiunque può accedere ad un testo, un file musicale o un’immagine, il diritto d’autore, così come è inteso oggi, non garantisce più la tutela degli autori. Sarebbe necessario, dunque, rivedere il concetto stesso di tale diritto, magari sostituendolo o incrementandolo con altre forme di tutela come la paternità dell’opera. In questo modo si garantirebbero i diritti degli autori, senza rischiare di mercificare la cultura.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 17 maggio 2004 - 1939 letture

In questo articolo si parla di





logoEV
logoEV
logoEV