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Commenti al 25 aprile e a VivereSenigallia
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di Giulia Torbidoni
giulia@viveresenigallia.it
Vorrei a livello personale fare un paio di considerazioni. La prima riguarda alcuni commenti che sono giunti in merito al comunicato stampa del Laboratorio il Pane e le Rose sulla festa del 25 Aprile. Ho risposto a tali commenti, dicendo cosa pensassi io della Festa della Liberazione, in maniera anche molto impulsiva e incisiva. Devo dire infatti di essermi sentita personalmente ferita da quei commenti. giulia@viveresenigallia.it
Forse perché sono sempre cresciuta con la convinzione irremovibile che tutti noi e tutto ciò che ci è permesso, concesso e che diamo per scontato, nasciamo in larga parte dalla Resistenza. Forse perché sono sempre stata abituata grazie alla mia famiglia ad immaginarmi anche il dolore di giovani ventenni che sentivano il bisogno di intervenire negli anni tragici che si trovavano a vivere e per questo dovevano lasciare affetti, sogni e passioni. Forse perché ho sempre fatto dei confronti tra noi, in fondo così sempre scontenti, delusi e “piagnoni”, attaccati alla marca di un cellulare o alle gambe delle veline, e quei ragazzi che oltre alla guerra ed alla fame hanno vissuto la paura: la paura di non rivedersi, la paura di fallire. Forse perché ho sempre avuto per i partigiani un senso di rispetto che sfora anche in devozione. Non ho mai avuto grandi miti. Sono anche la prima a dire che bisogna finirla col ’68 e con il “Che” per partorire noi nuove e forti idee per i nostri tempi. Il fenomeno della Resistenza è però un’altra cosa. Non è questione di creare miti: furono uomini, ragazzi e donne. Significa riconoscerlo, per riconoscere noi stessi, la nostra storia. Significa avere rispetto profondo per chi diede la vita anche per noi, che forse oggi risultiamo essere così distanti dai loro sogni, obiettivi, ideali.
Vorrei appunto dire che nessuno può permettersi di ignorare il loro operato. La nostra Costituzione e la nostra Repubblica nascono sulle fondamenta della Resistenza e dei Partigiani, contro quel fascismo che ha saputo distruggere, creare odio e fanatismo assassino. Dunque? Credo che sia lampante il dover fare una scelta.
Per quanto riguarda la polemica di schieramento politico di Vivere Senigallia, mi sento di dire di aver vissuto sempre una grande libertà. Non ho mai dovuto riguardare una frase o un concetto di un mio articolo perché le forze di destra non avrebbero condiviso. Infastidisce anche me il vedere i numerosi articoli su schieramenti politici a me opposti, ma mi sento anche di rispondere che dipende sempre da come concepiamo la politica. Personalmente non credo che Massimo Bello faccia più politica di me che scrivo della Marcia della Pace, dei Partigiani, del Pane e le Rose o delle Riforme assassine della Moratti per quanto riguarda i Conservatori. Voglio dire che concepisco la cosa in maniera più combattiva, se posso dire così. Più vedo articoli sulla destra e più mi sento di scrivere qualcosa che il grande movimento delle piazze, e cioè il Popolo, partorisce e fa.
Tanto più che per me la vera politica è proprio quella del popolo che “prende parte alla vita della polis, della città”. Dobbiamo perciò tutti quanti difendere questo principio di libertà in maniera attiva.

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