Preserviamo le dune

La preoccupazione del Gruppo Società e Ambiente per gli interventi sulle dune costiere nella zona delle vecchie colonie, nel lungomare di levante. L'opera delle ruspe, in preparazione della stagione estiva, rischia di impedire la crescita delle dune determinandone la drastica riduzione. |
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da Luisa Del Grande
Gruppo Società e Ambiente
Gruppo Società e Ambiente
Mentre fervono i lavori di sistemazione della spiaggia e le ruspe corrono avanti e indietro per pulire, spianare, livellare, rischia di passare inosservata una situazione seria ed emblematica. Il luogo è costituito dalle antiche dune residuali, nella zona delle vecchie colonie, quelle dove è presente l’unica stazione marchigiana del bellissimo, quanto raro, giglio delle sabbie.
Di fronte, guardando dal lungomare, nel mezzo di una bella fioritura di “Silene colorata” svetta il cartello posto dalla Amministrazione Comunale che esalta il valore scientifico di quel microambiente e la rarità delle specie floristiche che vi albergano; il tutto con tanto di stemma comunale e di emblema della “bandiera blu”.
Se ci si avvicina un poco, la situazione non risulta tanto idilliaca come può apparire in un primo momento. L’opera delle ruspe è sotto gli occhi di tutti, le dune sono state erose e scavate per tre lati su quattro, tanto da ridurne alcune ad un “cubo di sabbia”. Si dirà: questo avviene tutti gli anni (anche se quest’anno si è andati più pesanti del solito). Ma è proprio questo il fatto più grave, poiché intervenendo in questo modo, non solo si impedisce alla duna di crescere, ma se ne favorisce la drastica riduzione causata da erosione e crolli, inevitabili nella stagione secca.
Sarebbe ora di decidere: questo è un ambiente di valore scientifico e culturale, come affermato in convegni, visite di scolaresche con tanto di censimento floristico e video, dotte relazioni di tecnici del settore (vedi, ad esempio, il P.T.C. della Provincia di Ancona), allora proteggiamole; oppure non valgono niente, ed allora finiamola con questa farsa. Da anni la nostra Associazione chiede un progetto riguardante l’intera area o le singole, rare, specie floristiche che vi vivono, tendente a conciliare la tutela della duna con l’esercizio delle attività turistico-balneari in zona (cosa più che possibile). Riteniamo sia giunto il momento di fatti concreti in proposito. Salvo non si sia tacitamente scelto, per le suddette dune, una morte lenta ed indolore per “progressivo rosicamento”.

Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 15 aprile 2004 - 2564 letture
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