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il messaggero: Il miliziano: La pistola non è la mia

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 - Ivan Vukas fa il nome di un senigalliese coinvolto nell'omicidio del tassiste Setefano Guazzarotti.
Si riapre un caso che sembrava chiuso.

C'è un altro nome nell'inchiesta sull'omicidio del tassista Stefano Guazzarotti, freddato con tre colpi di pistola lo scorso 9 dicembre davanti al night-club Snoopy. Lo ha fatto ieri l'ex miliziano croato arrestato come presunto autore del delitto. Ivan Vukas, 41 anni, ha mandato a chiamare ieri mattina il Pm Irene Bilotta e nel carcere di Montacuto, alla presenza dell'avvocato Annalisa Mannelli e di due interpreti, ha raccontato la sua verità.
Provato dalla detenzione e dall'accusa di omicidio volontario, depresso, alternando lunghi silenzi a scoppi di pianto, ha detto in sostanza di essere estraneo all'esecuzione del tassista e di essere caduto nella trappola di un senigalliese, coinvolto nella vicenda sicuramente più di lui.
Quest'uomo, di cui ha fatto il nome, il 16 dicembre (giorno dell'arresto) avrebbe accompagnato Vukas alla stazione ferroviaria di Falconara. Era Impaurito, agitato, e facendolo scendere dall'auto avrebbe consegnato al croato la famosa Tokarev parabellum 7.62, l'arma del delitto. «Vai a fare il biglietto, io ti raggiungo» avrebbe detto il senigalliese allo straniero. Questi, infilandosi la rivoltella nella cintura dei pantaloni, si sarebbe avviato verso la biglietteria dove poi lo hanno catturato i poliziotti in assetto da blitz, con tanto di cappucci calati sugli occhi. «Sono sicuro, è lui che - pur sapendomi innocente - mi ha consegnato alla Polizia».
Perché Ivan Vukas parla solo ora, dopo aver ammesso dopo l'arresto che la pistola era la sua e dopo essere rimasto a bocca chiusa davanti al Gip? «Avevo paura di quell'uomo - ha detto al Pm Bilotta -. Se ha ucciso il tassista in quel modo è una persona estremamente pericolosa. Temevo che avrebbe potuto a far del male alla mia famiglia in Croazia».
Il magistrato è tornato in ufficio con il verbale di due ore di interrogatorio e, nella massima segretezza, ha delegato alla Polizia nuove indagini per accertare se il racconto di Vukas è credibile. Di sicuro l'indicazione del croato è dettagliatissima, ed ha fornito particolari che contrastano con la generica difesa di un indagato che cerca dai allontanare da se il sospetto di omicidio indicando una fumosa pista investigativa.
Da parte sua l'avvocato Annalisa Marinelli ha già affidato indagini difensive all'investigatore privato Claudio Impicci, della Wps, per trovare altri elementi utili in grado di dimostrare l'estraneità di Vukas al delitto. Da ricordare che il croato, al momento dell'arresto, ha fornito un alibi per la sera dell'omicidio - la sua presenza in un bar del porto di Ancona - che attende di essere verificato.
Sui risultati dell'indagine, tuttavia, non trapela nulla di più. Dietro la cortina di silenzio fatta calare dagli investigatori dopo l'assassinio di Stefano Guazzarotti, accusa e difesa giocano la loro partita in gran segreto. La Procura appare convinta della responsabilità dell'ex miliziano ma ieri Vukas, con le sue rivelazioni, ha riaperto un caso che sembrava risolto. Al punto da individuare un preciso movente: i tre colpi di pistola per non pagare la corsa (17 euro) dalla stazione di Senigallia allo Snoopy.
di Giovanni Sgardi





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 23 dicembre 2003 - 1997 letture

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