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l'eco: Arsilli, il poeta della città

2' di lettura Senigallia 30/11/-0001 - Un breve ritratto di un grande senigalliese che rischiamo di conoscere solo per la via a lui dedicata.

Francesco (Selvatico) Arsilli nasce a Senigallia nel 1470 circa. Egli, terminati i primi anni di studio, passa all'Università di Padova, dove si laurea in medicina e dove si dedica, inoltre, alla filosofia.
È il 1499 quando si trasferisce a Roma, nella quale esercita la professione di medico senza mai abbandonare, comunque, i suoi interessi di natura umanistica; qui conosce il pittore Sebastiano del Piombo che ci lascia un ritratto del poeta senigalliese.
Nel 1527, Roma è sconvolta dal famoso "sacco" ad opera dei Lanzichenecchi e Francesco Arsilli decide, così, di ritornare a Senigallia, dove vive tra i suoi studi fino alla morte, avvenuta intorno ai settant'anni.
L'opera più famosa di Arsilli è il De poetis urbanis, un poemetto elegiaco in cui sono descritti gli umanisti viventi a Roma durante il pontificato di Leone X (Giovanni de' Medici), la corte del quale parve rinnovare la memoria di Augusto, e il fiore dei poeti che ne facevano parte parve emulare quel grande secolo. L'opera fu stampata a Roma nel 1524 appiè di una raccolta di poesie latine dal titolo Coryciana.
Un altro lavoro importante del poeta è l'Elvtiados liber, in cui viene narrata la battaglia di Novara del 1513 vinta dagli svizzeri. Particolarmente interessanti sono i numerosi versi d'amore, che egli scrisse per una certa Parmilla di Senigallia; ispirato sempre a questa città è il trattato sulla pesca dedicato a Guidobaldo II.
Inoltre ci restano due libri di Praedicationes mediche, i quali non sono altro che un riadattamento dei Pronostica di Ippocrate.
Senigallia ha dedicato al poeta una famosa via del centro urbano.
di Stefano Perini





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 19 dicembre 2003 - 1869 letture

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