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sprint: Quando la piazza è di destra: il caso della prostituzione a Marina

4' di lettura Senigallia 30/11/-0001 - E' un'intera città a ribellarsi al fenomeno della prostituzione in strada.
Breve storia delle proteste a Marina di Montemarciano.

Una certa vulgata storiografica di sinistra ci ha assuefatto ad un postulato conformista secondo il quale gli unici movimenti di popolo e di piazza "buoni", in quanto positivi e progressivi, sono quelli che hanno, nel tempo, ottenuto la patente "di sinistra".
In questa prospettiva, la piazza di destra subisce una sorte inevitabile: o viene ignorata o viene demonizzata.
Sfido chiunque di noi, ex liceali di mezza età, a ricordare cosa esattamente la scuola di Stato ci abbia a suo tempo insegnato sui seguenti argomenti: Vandea, Sanfedismo, Insorgenze, fino ad arrivare ai geddiani Comitati civici, ai "Boia chi molla" di Reggio Calabria e alla Marcia dei Quarantamila della Fiat.
Quasi sempre nozioni vaghe o del tutto assenti su moti popolari pregiudizialmente e costantemente marchiati a fuoco con la condanna di passatismo e oscurantismo, in ogni caso meschini tentativi di "reazione" costantemente in agguato contro le rivoluzioni dei buoni progressisti.
Ovviamente questo schema è del tutto falso agli occhi di una storiografia aggiornata e non conformista; è però bastato che lo schema fosse verosimile per gli "storici di corte" di sinistra, spesso tanto supponenti quanto incolti, incaricati di confezionare una storia da Bignami, semplificata e digeribile per intere generazioni di giovani.
La pluridecennale "guerriglia" popolare che la gente di Marina di Montemarciano conduce contro la presenza delle prostituzione di strada nelle vie del paese è un piccolissimo e localissimo esempio, "si parva licet componere magnis", di questa "piazza di destra".
In effetti, negli ultimi vent’anni, un movimento popolare spontaneo e composito, trasversale e assolutamente "politicamente scorretto", ha coinvolto vaste aree della popolazione di Marina in diversi modi, animano da una convinzione semplice e fermissima: il rifiuto, profondamente sentito, di accettare supinamente come un fatto compiuto che la propria zona fosse stata scelta da altri (dal racket, dagli sfruttatori, dalle singole prostitute) come area incontrollata e incontrastata destinata al mercato del sesso.
Le tappe eterogenee di questo sconosciuto movimento di popolo, sociologicamente anche non politicamente "di destra", sono rintracciabili distintamente nella cronaca locale:
1) una serie di ripetute manifestazioni di strada dei residenti della Marcianella, effettuate spontaneamente di sera e di notte proprio nei luoghi più frequentati dalle prostitute, allo scopo dichiarato (e non privo di rischi) di ostacolare e dissuadere il più possibile i contatti con i potenziali clienti;
2) una serie di assemblee popolari promosse sul tema dal Comune e da singole forze politiche; in particolare si ricorda una assemblea estiva all'aperto, notturna, alla presenza dell'allora Prefetto Achille Serra, che vide una partecipazione enorme di persone ai giardini della Stazione ed una seconda assemblea organizzata alla Marinella da Forza Italia, con l'Assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Paolo Del Debbio che parlò in un salone gremito all'inverosimile;
3) la costituzione da parte di tutte le forze presenti in Consiglio comunale di un "Osservatorio sul fenomeno della prostituzione", presieduto dal Sindaco e con la partecipazione di tutte le forze politiche nonché di tecnici e esponenti della Associazioni di volontariato cattolico sul tema della prostituzione; l'organismo (le cui attività andrebbero riprese) condusse alcune indagini sul campo e si concluse provvisoriamente con un convegno di studi;
4) non da ultimo, vanno segnalate le iniziative assunte direttamente da Gerardo Cingolani, sindaco diessino, il quale per l'occasione assunse un imprevedibile piglio decisionista, decisamente "di destra", quasi da sindaco romagnolo, e alla testa delle pattuglie dei vigili urbani si recò più volte, in servizio notturno, a fare personalmente le multe (per divieto di fermata) agli smarriti clienti che si fermavano le auto per avvicinare le prostitute.
Si tratta di eventi, ovviamente, di natura diversissima, ma accomunati da un'unica ispirazione di fondo: la sentita rivolta di gente comune contro qualcosa che la turba e la offende nel profondo, badando alla concretezza del proprio vivere quotidiano e soprattutto prescindendo da ogni preliminare disquisizione buonista su ciò che è o che non è "politically correct".
E ricordare anche questi frammenti tra microstoria e microcronaca locale può forse aiutare a vedere in termini culturalmente innovativi fenomeni sociali troppo spesso incrostati da soffocante conformismo.
di Olivio Galeazzi





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 16 dicembre 2003 - 1591 letture

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