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il messaggero: Assegni cabriolet, è truffa

2' di lettura Senigallia 30/11/-0001 - Condannato ad un anno e mezzo di carcere senza condizionale l'abruzzese coinvolto in una truffa di assegni falsi scoperta dai Carabinieri di Senigallia.
Assolto il coimputato Francesco Paolo Febo.

Un anno e mezzo di reclusione. È la pena inflitta ieri dal tribunale di Senigallia nei confronti di Ciro Guidi, un pregiudicato abruzzese ideatore di una maxitruffa portata alla luce dopo una complessa indagine da parte dei Carabinieri di Senigallia.
Imputato nel processo insieme a Guidi era Francesco Paolo Febo, anch'egli abruzzese, che e stato invece assolto dal giudice. La sentenza di ieri è frutto di un'indagine iniziata quasi per caso cinque anni fa, quando Guidi aveva denunciato ai Carabinieri di Senigallia il furto di un carnet di assegni che gli apparteneva. Il caso ha voluto che proprio il carabiniere al quale l'uomo si era rivolto per sporgere denuncia avesse ricevuto poco prima una segnalazione che parlava proprio di Ciro Guidi come di persona implicata in un giro di assegni a vuoto. A quel punto è scattata un'indagine approfondita che ha portato i militari dell'Arma a rintracciare alcuni degli assegni appartenenti al carnet del quale Guidi aveva denunciato il furto. Gli assegni, che portavano come firma il timbro di una società di Marzocca di Senigallia rivelatasi inesistente, erano stati spesi presso alcuni grossisti d'abbigliamento del Bolognese per forniture di svariate decine di milioni di vecchie lire. A staccare gli assegni era stato Francesco Paolo Febo. L’altro imputato del processo, il quale ha dichiarato che quegli assegni gli erano stati consegnati da Guidi per il quale lavorava come agente di commercio. Nel processo quindi è comparso un imputato che ha denuncialo il furto degli assegni, e un altro imputato che ha dichiarato invece di aver ricevuto quegli assegni e di averli spesi per ordine e per conio del coimputato.
Quegli assegni appartenevano a un conto corrente estinto già da diverso tempo ed erano quindi inesigibili. Il giudice ha creduto nella buona fede dell'agente di commercio e ha condannato per truffa soltanto Ciro Guidi al quale peraltro è stato tolto il beneficio della sospensione condizionale della pena del quale l'imputato aveva potuto usufruire in passato quando era già stato condannato dal tribunale di Pesaro per lo stesso reato per il quale è stato condannato ieri.
di M. Be.





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 03 dicembre 2003 - 2672 letture

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