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il resto del carlino: Concreti rischi di esondazioni: faremo le vasche
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Il progetto di costruire vasche di esondazione a Brugnetto risale agli anni 80. Ma è quanto mai importante. La realizzazione delle vasche costerà 8 milioni di euro, mentre per i necessari espropri si spenderanno 400 mila euro. «Le vasche di espansione sul fiume Misa nella zona di Brugnetto vanno fatte. Bisognerà soltanto trovare un punto di equilibrio e mettersi d'accordo sull'impatto ambientale dell'opera».
L'assessore provinciale all'ambiente Patrizia Esposto Casagrande è decisa nel portare avanti il progetto che partito a metà degli anni '80 è arrivato sul suo tavolo dopo che un anno fa le competenze dalla Regione sono passate alla Provincia. «Lungaggini burocratiche e conflitti relativi agli espropri hanno allungato i tempi ed il progetto nel frattempo è diventato vecchio. Non era esecutivo perché non c'erano studi in tema di sicurezza e verifiche previste dalle nuovi leggi» aggiunge l'assessore.
«A costo di essere impopolare sono andata avanti perché la decisione è comunque condivisa. Per questo la Provincia ha affidato l'incarico a docenti universitari di idraulica per effettuare tutte le opportune verifiche in maniera tale che le vasche possano tutelare i residenti dall'incubo inondazione ed al tempo stesso non rappresentare un forte impatto ambientale».
Per la realizzazione delle vasche la Regione ha stanziato un finanziamento di oltre otto milioni di euro.
«Il fatto che a distanza di tempo il finanziamento sia stato confermato - dice l'assessore - sta a significare che l'opera è ritenuta indispensabile. È necessario quindi che vengano definite in breve tempo le pratiche di esproprio per le quali ci sono a disposizione un milione e 400mila euro (fondi Fio)».
«Le vasche di espansione attenuano il rischio di esondazione anche se rispetto alla vastità del territorio ed alla densità abitativa di Senigallia ci vorrebbe un invaso di tre o quattro volte più grande» osserva il sindaco Luana Angeloni.
«Si tratta di una risposta parziale ad eventuali rischi ma comunque necessaria. Sappiamo che ci sono resistenze da parte di residenti nella zona interessata dalla realizzazione. Ma c'è anche la consapevolezza che ci sono anche risorse già stanziate e disponibili per attuare il progetto. Tenuto contò della situazione nella quale si trovano gli enti locali e soprattutto il Comune, crediamo che si tratti di una importante opportunità. Da soli comunque non siamo in grado di gestire il progetto».
«Nessuna pregiudiziale sulle vasche» commenta l'assessore Simone Ceresoni. «Chiediamo che si realizzi il miglior progetto possibile con la maggior sicurezza per i cittadini ed il minor impatto ambientale».
di Sandro Galli
L'assessore provinciale all'ambiente Patrizia Esposto Casagrande è decisa nel portare avanti il progetto che partito a metà degli anni '80 è arrivato sul suo tavolo dopo che un anno fa le competenze dalla Regione sono passate alla Provincia. «Lungaggini burocratiche e conflitti relativi agli espropri hanno allungato i tempi ed il progetto nel frattempo è diventato vecchio. Non era esecutivo perché non c'erano studi in tema di sicurezza e verifiche previste dalle nuovi leggi» aggiunge l'assessore.
«A costo di essere impopolare sono andata avanti perché la decisione è comunque condivisa. Per questo la Provincia ha affidato l'incarico a docenti universitari di idraulica per effettuare tutte le opportune verifiche in maniera tale che le vasche possano tutelare i residenti dall'incubo inondazione ed al tempo stesso non rappresentare un forte impatto ambientale».
Per la realizzazione delle vasche la Regione ha stanziato un finanziamento di oltre otto milioni di euro.
«Il fatto che a distanza di tempo il finanziamento sia stato confermato - dice l'assessore - sta a significare che l'opera è ritenuta indispensabile. È necessario quindi che vengano definite in breve tempo le pratiche di esproprio per le quali ci sono a disposizione un milione e 400mila euro (fondi Fio)».
«Le vasche di espansione attenuano il rischio di esondazione anche se rispetto alla vastità del territorio ed alla densità abitativa di Senigallia ci vorrebbe un invaso di tre o quattro volte più grande» osserva il sindaco Luana Angeloni.
«Si tratta di una risposta parziale ad eventuali rischi ma comunque necessaria. Sappiamo che ci sono resistenze da parte di residenti nella zona interessata dalla realizzazione. Ma c'è anche la consapevolezza che ci sono anche risorse già stanziate e disponibili per attuare il progetto. Tenuto contò della situazione nella quale si trovano gli enti locali e soprattutto il Comune, crediamo che si tratti di una importante opportunità. Da soli comunque non siamo in grado di gestire il progetto».
«Nessuna pregiudiziale sulle vasche» commenta l'assessore Simone Ceresoni. «Chiediamo che si realizzi il miglior progetto possibile con la maggior sicurezza per i cittadini ed il minor impatto ambientale».
di Sandro Galli

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