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il resto del carlino: Via il campetto, ci costruiamo case

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Al centro del contendere il campetto di via Tevere.
Il Comune vorrebbe mantenerlo per l'uso dei residenti.
L'impresa di costruzioni vorrebbe realizzarci 14 appartamenti.
A decidere sarà il Tar.
Case al posto del campetto di calcio? Il Comune risponde «picche» e così l'impresa edile si rivolge al Tar.
Approda in un giudizio di carattere amministrativo la vicenda del campetto sportivo di via Tevere, da decenni utilizzato dai bambini e dai ragazzi del quartiere per partitelle di pallone.
La ditta «Costruzioni Stano e C.» tramite il suo legale rappresentante ha presentato infatti un ricorso al Tar contro l'amministrazione comunale e l’«Edra costruzioni» in quanto impresa che realizzò il Peep di via Tevere.
Nel ricorso l'impresa di costruzioni chiede l'annullamento della mancata autorizzazione per realizzare un fabbricato residenziale di 14 appartamenti in via Tevere.
La ditta chiede anche l'annullamento di tutti gli altri atti che hanno determinato la decisione negativa del Comune, compresi il parere dell'Ufficio gestione edilizia privata, quello della commissione edilizia.
La «Costruzioni Stano» si appella al Tribunale amministrativo regionale per chiedere infine il risarcimento dei danni subiti dal comportamento del Comune, invitando i magistrati del Tar ad accertare l'inesistenza di ogni diritto vantato dall'amministrazione comunale sull'area di via Tevere.
Il ricorso è ritenuto infondato da parte del Comune che ha deciso di resistere in giudizio affidando l'incarico di farsi difendere e rappresentare all'avvocato Valerla Mancinelli di Ancona.
Il legale agirà in giudizio in maniera congiunta alla responsabile dell'ufficio legale del Comune Laura Amaranto.
Torna dunque di attualità il piccolo campo a disposizione del quartiere di via Tevere e delle zone adiacenti.
Come riferito dal 'Carlino' la scorsa primavera, da un giorno all'altro gli accessi all'area verde erano stati sbarrati con reti metalliche e tavole di legno. Dopo anni di uso pubblico, la proprietà dell'area era stata rivendicata, scatenando le proteste dei residenti.
Gli abitanti del quartiere avviarono anche una raccolta di firme e chiesero chiarimenti all'amministrazione comunale. Anche la circoscrizione si mise in moto per far luce sulla questione.
L'assessore all'urbanistica ribadì che il campetto era a tutti gli effetti di uso pubblico in quanto negli anni '60/'70 sarebbe stata firmata una convenzione che trasferiva la proprietà al Comune. Una manifestazione di volontà che l'amministrazione comunale ritiene valida a tutti gli effetti.
Ora sarà il Tar ad esprimersi in merito.
di Sandro Galli

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