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il messaggero: Schiava del sesso fa arrestare i suoi aguzzini

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Una ragazza rumena di appena 22 anni costretta a prostituirsi sulle nostre strade si è ribellata e ha permesso agli inquirenti di arrestare i propri sfruttatori.
Schiava del sesso raggirata e sfruttata si ribella ai suoi aguzzini che finiscono in manette. Una storia, per ora, finita a lieto fine quella che ha visto protagonista una ragazza rumena di appena 22 anni, arrivata in Italia irregolarmente una decina di giorni fa e buttata subito sulla strada. Nadia (il nome è assolutamente fittizio) è riuscita a far perdere le sue tracce rifugiandosi prima in un convento della zona, poi denunciando l'accaduto alla questura di Ancona. Il resto lo hanno fatto gli uomini della squadra mobile diretta dal commissario Luigi Di Clemente che con un autentico blitz, immediato alla denuncia-choc della ventiduenne, hanno fermato la presunta "protettrice", anch'essa romena di 30 anni. Corina Annemari Galeru, questo è il suo nome, è finita in manette assieme al suo convivente, un pregiudicato. Per la Galeru è scattato l'arreco per favoreggiamento e sfruttamento.
La perfetta collaborazione tra vittima e polizia ha funzionato alla grande. Nel giro di una settimana Nadia è passata dall'emozione di poter finalmente iniziare una vita nuova con un regolare lavoro in Italia, all'atroce verità. Corina Galeru, che si era occupata dell'arrivo di Nadia nel nostro Paese, l'aveva convinta a fare quel viaggio, non se ne sarebbe pentita. L'inganno Nadia l'ha scoperto sulla propria pelle appena arrivata in Italia, lo scorso 8 novembre, a Riccione, città di residenza della Galeru. Invece di un lavoro normale là ragazza è stata subito buttata in strada per esercitare il mestiere più vecchio. Ogni sera Nadia era costretta a scendere con il treno fino a Senigallia e reperire, lungo la statale Adriatica, più clienti possibili. In mattinata il rientro a Riccione dove la Galeru e il suo compagno le requisivano tutti i soldi. I due erano convinti di poter tenere sotto controllo la ventiduenne. Ma Nadia, comprensibilmente sotto choc, è riuscita ad allontanarsi facendo perdere le sue tracce. La ragazza ha resistito meno di una settimana dal suo arrivo e così il 14 novembre si è dileguata trovando conforto in un convento. La mattina successiva si è recata in questura ad Ancona per vuotare il sacco.
Oltre a raccontare la sua drammatica storia Nadia ha riferito agli inquirenti che in quella casa di Riccione oltre a lei veniva tenuta in segregazione pure sua sorella maggiore. Quando gli agenti hanno fatto irruzione nell'appartamento della Galeru oltre alla sorella c'era un'altra ragazza di 26 anni anch'essa costretta a prostituirsi.
Rinvenuti pure diversi passaporti, denaro per oltre 1000 euro e altro materiale utile per il prosieguo dell'indagine. Ora Nadia verrà inserita in un programma di reinserimento.
di Pierfrancesco Curzi

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