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il resto del carlino: 'Rumori dei pub', l'intesa è lontana
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Ieri è partito il tavolo di concertazione voluto dal Comune tra esercenti dei locali, albergatori e abitanti del lungomare per evitare che la prossima estate ci sia una nuova "Guerra dei decibel". Ma le posizioni sono molto distanti. I primi passi verso la «tregua» nella guerra dei decibel per i 'rumori’ dei concertini estivi sono tutti in salita. Visto l'esito della prima riunione di ieri in municipio, l'impegno del Comune non si presenta facile.
Le posizioni sono ancora distanti e gli strascichi dell'estate calda si fanno sentire. Il problema è noto: la scorsa estate l'intrattenimento musicale fino a tarda notte di alcuni locali ed il vociare dei loro clienti ha fatto scattare proteste ed anche battaglie legali. Sono partite multe e denunce che a loro volta hanno provocato la reazione dei titolari degli esercizi. Il Comune, con il tavolo di concertazione aperta ieri, tenta di trovare una soluzione.
«Ma non c'è bisogno di concertazione» ha esordito Antonio Valente dell'associazione consumatori Aduc. «Ci sono norme ben precise ed ordinanze che sono chiare e che devono essere rispettate. Comprendiamo l'esigenza di divertirsi, ma bisogna tener conto che ci sono bambini, anziani e persone malate».
«Senigallia è una città turistica - ha sottolineato il presidente dell'Asshotel Claudio Albonetti - e dobbiamo salvaguardare gli ospiti. Il problema è emerso negli ultimi tempi a causa di un paio di locali, mentre negli anni scorsi non c'erano mai stati attriti. L'unica soluzione è la delocalizzazione».
«Non è possibile vivere in un'abitazione con 70 decibel e più sparati dai locali vicini» ha sbottato Nello Girolimini dell'Aduc. «La nostra pazienza ha un limite. Porteremo il caso a 'Mi manda Rai 3' per far conoscere la situazione».
«Il fatto è che gli stabilimenti balneari ed i bar si sono trasformati in discoteche a cielo aperto» ha osservato Marco Lenci a nome dei residenti del lungomare Mameli. «Dobbiamo essere tutelati come gli altri cittadini».
«Ho subito un danno notevole» ha detto il titolare dell'hotel 'Cristallo' Alberto Alle grezza - e molti turisti hanno già fatto sapere che non ritorneranno. Che turismo vogliamo per Senigallia?».
«Stiamo cercando di effettuare un'opera di mediazione - ha ricordato il segretario della Confcommercio Riccardo Pasquini - per fare in modo che a tutti sia data la possibilità di lavorare».
«Abbiamo cercato un accordo con i nostri associati con la certezza che c'era un'ordinanza più restrittiva» ha sostenuto il presidente dell'associazione Alberghi e turismo, Adriano Zoppini.
«Purtroppo abbiamo sbagliato perché è mancato il rispetto delle regole. Una soluzione potrebbe essere l'autocertificazione per i locali, come è stato fatto a Fano».
Renzo Perticaroli, segretario della Uil, ha proposto una riflessione sul turismo e sul fatto che l'amministrazione comunale abbia puntato in prevalenza sul turismo.
di Sandro Galli
Le posizioni sono ancora distanti e gli strascichi dell'estate calda si fanno sentire. Il problema è noto: la scorsa estate l'intrattenimento musicale fino a tarda notte di alcuni locali ed il vociare dei loro clienti ha fatto scattare proteste ed anche battaglie legali. Sono partite multe e denunce che a loro volta hanno provocato la reazione dei titolari degli esercizi. Il Comune, con il tavolo di concertazione aperta ieri, tenta di trovare una soluzione.
«Ma non c'è bisogno di concertazione» ha esordito Antonio Valente dell'associazione consumatori Aduc. «Ci sono norme ben precise ed ordinanze che sono chiare e che devono essere rispettate. Comprendiamo l'esigenza di divertirsi, ma bisogna tener conto che ci sono bambini, anziani e persone malate».
«Senigallia è una città turistica - ha sottolineato il presidente dell'Asshotel Claudio Albonetti - e dobbiamo salvaguardare gli ospiti. Il problema è emerso negli ultimi tempi a causa di un paio di locali, mentre negli anni scorsi non c'erano mai stati attriti. L'unica soluzione è la delocalizzazione».
«Non è possibile vivere in un'abitazione con 70 decibel e più sparati dai locali vicini» ha sbottato Nello Girolimini dell'Aduc. «La nostra pazienza ha un limite. Porteremo il caso a 'Mi manda Rai 3' per far conoscere la situazione».
«Il fatto è che gli stabilimenti balneari ed i bar si sono trasformati in discoteche a cielo aperto» ha osservato Marco Lenci a nome dei residenti del lungomare Mameli. «Dobbiamo essere tutelati come gli altri cittadini».
«Ho subito un danno notevole» ha detto il titolare dell'hotel 'Cristallo' Alberto Alle grezza - e molti turisti hanno già fatto sapere che non ritorneranno. Che turismo vogliamo per Senigallia?».
«Stiamo cercando di effettuare un'opera di mediazione - ha ricordato il segretario della Confcommercio Riccardo Pasquini - per fare in modo che a tutti sia data la possibilità di lavorare».
«Abbiamo cercato un accordo con i nostri associati con la certezza che c'era un'ordinanza più restrittiva» ha sostenuto il presidente dell'associazione Alberghi e turismo, Adriano Zoppini.
«Purtroppo abbiamo sbagliato perché è mancato il rispetto delle regole. Una soluzione potrebbe essere l'autocertificazione per i locali, come è stato fatto a Fano».
Renzo Perticaroli, segretario della Uil, ha proposto una riflessione sul turismo e sul fatto che l'amministrazione comunale abbia puntato in prevalenza sul turismo.
di Sandro Galli

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