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il messaggero: Resistenza agli agenti o pestaggio, il dubbio lungo un anno
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La controversa vicenda che vede contrapposta una ragazza di Pesaro a due agenti di Senigallia è arrivata il tribunale.
Secondo la ragazza gli agenti l'avrebbero pestata, secondo gli agenti la ragazza li avrebbe aggrediti. «Resistenza a pubblico ufficiale» sostiene l'accusa, «pestaggio da parte dei poliziotti» replica la difesa. E' una vicenda dai molti lati oscuri quella dibattuta ieri in Tribunale nel processo che vede imputata la 25 enne pesarese Erica Fini. I fatti risalgono alla notte del 24 novembre dello scorso anno quando due agenti della polizia stradale di Senigallia di pattuglia sulla statale hanno fermato una Y10 ed hanno fatto scendere la conducente, Erica Fini appunto, che si trovava nell'auto in compagnia di un'amica.
La donna, che all'epoca lavorava come cameriera nel noto sexy-ristorante di Senigallia "L'Uselin della comare", ha rifiutato di sottoporsi alla prova dell'etilometro temendo di essere "pescata" con un tasso alcolemico superiore al limite consentito. Non potendo lasciare l'auto all'amica che si trovava con lei in quanto quest'ultima era sprovvista della patente, Erica Fini ha telefonato ad alcuni amici ed al padre perché andassero a riprendere la macchina. Vedendo che nessuno arrivava sul posto a prendersi la Y 10, gli agenti hanno chiamato il carroattrezzi. Le versioni dei poliziotti e dell'imputata a questo punto divergono: «Stavamo redigendo il verbale quando abbiamo sentito qualcuno mettere in moto la Y10 che era già stata caricata sul carroattrezzi - hanno detto in aula gli agenti - Ci siamo girati ed abbiamo visto Erica Fini che tentava di far scendere la vettura dall'automezzo, operazione impossibile perché la macchina era già stata fissata all'apposito gancio. A quel punto la Fini è scesa dalla vettura ed è caduta dal carroattrezzi. Dopo essersi rialzata ha cominciato ad inveire pesantemente nei nostri confronti ed a dimenarsi in mezzo alla strada. Quando siamo intervenuti per bloccarla ha reagito prendendoci a calci». Uno degli agenti sarebbe stato raggiunto da un calcio ai genitali, mentre l'altro poliziotto, una donna, sarebbe stato spinto a terra (entrambi sono provvisti di referto medico che attesta i danni da loro subiti). Al termine della colluttazione la Fini è stata ammanettata e caricata sulla volante per essere condotta in Commissariato.
Completamente diversa la versione dell'imputata: «I poliziotti - ha detto - mi hanno trascinato bruscamente fuori dalla vettura facendomi cadere a terra ed infierendo su di me con calci e pugni. Sono stata colpita anche dall'autista del carroattrezzi. Ho telefonato ai Carabinieri per chiedere aiuto ma sono stata bloccata con la forza dagli stessi poliziotti che poi mi hanno ammanettata e trascinata sull'asfalto fino alla loro auto con la quale mi hanno portata via». La circostanza della telefonata ai Carabinieri è confermata dai tabulati. Prossima udienza il 10 marzo.
di Marco Benarrivo
Secondo la ragazza gli agenti l'avrebbero pestata, secondo gli agenti la ragazza li avrebbe aggrediti. «Resistenza a pubblico ufficiale» sostiene l'accusa, «pestaggio da parte dei poliziotti» replica la difesa. E' una vicenda dai molti lati oscuri quella dibattuta ieri in Tribunale nel processo che vede imputata la 25 enne pesarese Erica Fini. I fatti risalgono alla notte del 24 novembre dello scorso anno quando due agenti della polizia stradale di Senigallia di pattuglia sulla statale hanno fermato una Y10 ed hanno fatto scendere la conducente, Erica Fini appunto, che si trovava nell'auto in compagnia di un'amica.
La donna, che all'epoca lavorava come cameriera nel noto sexy-ristorante di Senigallia "L'Uselin della comare", ha rifiutato di sottoporsi alla prova dell'etilometro temendo di essere "pescata" con un tasso alcolemico superiore al limite consentito. Non potendo lasciare l'auto all'amica che si trovava con lei in quanto quest'ultima era sprovvista della patente, Erica Fini ha telefonato ad alcuni amici ed al padre perché andassero a riprendere la macchina. Vedendo che nessuno arrivava sul posto a prendersi la Y 10, gli agenti hanno chiamato il carroattrezzi. Le versioni dei poliziotti e dell'imputata a questo punto divergono: «Stavamo redigendo il verbale quando abbiamo sentito qualcuno mettere in moto la Y10 che era già stata caricata sul carroattrezzi - hanno detto in aula gli agenti - Ci siamo girati ed abbiamo visto Erica Fini che tentava di far scendere la vettura dall'automezzo, operazione impossibile perché la macchina era già stata fissata all'apposito gancio. A quel punto la Fini è scesa dalla vettura ed è caduta dal carroattrezzi. Dopo essersi rialzata ha cominciato ad inveire pesantemente nei nostri confronti ed a dimenarsi in mezzo alla strada. Quando siamo intervenuti per bloccarla ha reagito prendendoci a calci». Uno degli agenti sarebbe stato raggiunto da un calcio ai genitali, mentre l'altro poliziotto, una donna, sarebbe stato spinto a terra (entrambi sono provvisti di referto medico che attesta i danni da loro subiti). Al termine della colluttazione la Fini è stata ammanettata e caricata sulla volante per essere condotta in Commissariato.
Completamente diversa la versione dell'imputata: «I poliziotti - ha detto - mi hanno trascinato bruscamente fuori dalla vettura facendomi cadere a terra ed infierendo su di me con calci e pugni. Sono stata colpita anche dall'autista del carroattrezzi. Ho telefonato ai Carabinieri per chiedere aiuto ma sono stata bloccata con la forza dagli stessi poliziotti che poi mi hanno ammanettata e trascinata sull'asfalto fino alla loro auto con la quale mi hanno portata via». La circostanza della telefonata ai Carabinieri è confermata dai tabulati. Prossima udienza il 10 marzo.
di Marco Benarrivo

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