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corriere adriatico: Quei canoni non li pagheremo mai
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La protesta contro l'aumento dei canoni demaniali non accenna a placarsi.
I Bagnini ora minacciano di non pagare. "Se i canoni verranno definitivamente aumentati noi non li pagheremo". Sale il livello della protesta dei bagnini contro l’incremento dei canoni demaniali voluto dal governo Berlusconi. Ieri mattina gli operatori senigalliesi e alcuni rappresentanti di altre parti d'Italia si sono riuniti per ribadire il loro no al balzo della tassa sui beni pubblici prevista dalla legge finanziaria.
La protesta dei bagnini sarebbe diventata ancora più aspra dopo le resistenze del ministro per l'economia Giulio Tremonti, che non sembrerebbe disposto a recedere da tale decisione. Come è noto il Decreto legge, per sua natura, è immediatamente operativo. Dal primo ottobre il capitolo riguardante i nuovi canoni sarebbe già a ruolo con la conseguenza che per modificare la voce occorre un emendamento che indichi come recuperare la somma prevista dal versamento della tassa. "La lotta – afferma il segretario provinciale Paolo Luzi Crivellini - non si ferma certamente a questo secondo atto. Non è possibile accettare in nessun modo una simile imposizione. Se sarà necessario non pagheremo quei canoni e torneremo a Roma finché non saremo ascoltati dal ministro Tremonti che sino ad ora non ha preso minimamente in considerazione il problema. Per questo ribadiamo la nostra incredulità dell'ottusità di un Governo che non riesce a capire l'assoluta irrilevanza per il bilancio dello Stato dei 150 milioni di euro derivanti dall'aumento dei canoni demaniali. Dalla parte degli operatori, questi invece rappresentano un colpo micidiale per la metà delle imprese "open air" e per la totalità delle imprese balneari che operano nella nostra costa". I rappresentanti degli operatori hanno ricordato come una legge del 1993, la "494", sosteneva un principio di equità. Quella norma, in materia di canoni demaniali, individuava tre fasce di valore delle concessioni. Insomma i concessionari di Senigallia non avrebbero mai pagato la stessa cifra dei colleghi della Versilia o liguri. Il 5 novembre scorso il Consiglio Regionale ha approvato un ordine del giorno presentato dall'assessore al Turismo Lidio Rocchi con il quale ha impegnato la giunta d'Ambrosio ad intervenire nei confronti di Parlamento e Governo per fermare il provvedimento. Ira le richieste anche la possibilità di far rimanere i proventi dei canoni demaniali a favore di regione e comuni. Il sindaco Luana Angeloni ha parlato di una battaglia giusta: Abbiamo aderito all’iniziativa di Pescara con gli altri comuni costieri e per questo appoggiamo la vostra iniziativa. La legge finanziaria va contro gli enti locali e di conseguenza dei cittadini".
di Marcello Pagliari
I Bagnini ora minacciano di non pagare. "Se i canoni verranno definitivamente aumentati noi non li pagheremo". Sale il livello della protesta dei bagnini contro l’incremento dei canoni demaniali voluto dal governo Berlusconi. Ieri mattina gli operatori senigalliesi e alcuni rappresentanti di altre parti d'Italia si sono riuniti per ribadire il loro no al balzo della tassa sui beni pubblici prevista dalla legge finanziaria.
La protesta dei bagnini sarebbe diventata ancora più aspra dopo le resistenze del ministro per l'economia Giulio Tremonti, che non sembrerebbe disposto a recedere da tale decisione. Come è noto il Decreto legge, per sua natura, è immediatamente operativo. Dal primo ottobre il capitolo riguardante i nuovi canoni sarebbe già a ruolo con la conseguenza che per modificare la voce occorre un emendamento che indichi come recuperare la somma prevista dal versamento della tassa. "La lotta – afferma il segretario provinciale Paolo Luzi Crivellini - non si ferma certamente a questo secondo atto. Non è possibile accettare in nessun modo una simile imposizione. Se sarà necessario non pagheremo quei canoni e torneremo a Roma finché non saremo ascoltati dal ministro Tremonti che sino ad ora non ha preso minimamente in considerazione il problema. Per questo ribadiamo la nostra incredulità dell'ottusità di un Governo che non riesce a capire l'assoluta irrilevanza per il bilancio dello Stato dei 150 milioni di euro derivanti dall'aumento dei canoni demaniali. Dalla parte degli operatori, questi invece rappresentano un colpo micidiale per la metà delle imprese "open air" e per la totalità delle imprese balneari che operano nella nostra costa". I rappresentanti degli operatori hanno ricordato come una legge del 1993, la "494", sosteneva un principio di equità. Quella norma, in materia di canoni demaniali, individuava tre fasce di valore delle concessioni. Insomma i concessionari di Senigallia non avrebbero mai pagato la stessa cifra dei colleghi della Versilia o liguri. Il 5 novembre scorso il Consiglio Regionale ha approvato un ordine del giorno presentato dall'assessore al Turismo Lidio Rocchi con il quale ha impegnato la giunta d'Ambrosio ad intervenire nei confronti di Parlamento e Governo per fermare il provvedimento. Ira le richieste anche la possibilità di far rimanere i proventi dei canoni demaniali a favore di regione e comuni. Il sindaco Luana Angeloni ha parlato di una battaglia giusta: Abbiamo aderito all’iniziativa di Pescara con gli altri comuni costieri e per questo appoggiamo la vostra iniziativa. La legge finanziaria va contro gli enti locali e di conseguenza dei cittadini".
di Marcello Pagliari

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