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voce misena: Suor Rosa, una vita di carità nel Sud del mondo
4' di lettura
2032


Era nata nel 1910 a Castelleone, ha vissuto in brasile per 56 anni servendo poveri, ammalati ed Anziani.
Il 2 Agosto è morta a Boa Vista. Il commosso ricordo di un compaesano I credenti si consolano anche della morte di loro cari quando sperano ch'essa dischiuda le porte del Ciclo a chi nella vita ha cercato l'imitazione di Cristo praticando le virtù naturali e teologali. In questa visuale la comunità parrocchiale di Barbara benedicendo il Signore accoglie la notizia, dal Brasile, del beato transito di una sua figlia che, in quel lontano grande Paese, ha prodigato più di settantenni della sua esistenza al sostegno e al sollievo della sofferenza e della solitudine di malati ed anziani, analogamente all'eroica dedizione in India della beata Teresa di Calcutta e in Africa di Annalena e dell'altro nostro indimenticabile p. Aldo Pieragostini.
Stiamo parlando di Suor Rosa, nata a Castelleone di Suasa nel 1910 nella patriarcale famiglia dei Giuliani, una di quelle, allora tante, nelle quali il lavoro dei campi era considerato una collaborazione con Dio creatore oltre che una fonte di sostentamento, si santificava la festa, si praticavano i sacramenti, si faceva la carità ai poveri, si recitava il Rosario tutti insieme la sera, i figli erano una benedizione di Dio e si mandavano al catechismo, ci si dava scambievolmente il buon esempio: un patrimonio religioso, morale e professionale ereditato dagli avi, custodito con saggezza e tramandato scrupolosamente alle nuove generazioni.
Nel 1922 il clan dei Giuliani si trapianta in quel di Barbara, in un grande fondo di contrada Tomba (ora via Kennedy). Li Gelsomina (il nome di battesimo di quella che poi sarà Suor Rosa), rimarrà orfana del padre, morto nella prima guerra mondiale, trovando però in tutti gli altri della grande famiglia, soprattutto negli zii Antonio e Adalgisa, attenzione, affetto, cure e buon esempio non inferiori a quelli che le avrebbero dedicato i genitori, sentì presto la chiamata di Dio alla vita consacrata.
Entra nel 1932 nella Congregazione delle Apostole del Sacro Cuore e vi fa la professione derinitiva nel 1941. Quando a queste suore si presenta la possibilità di missionariato in Brasile, Suor Rosa – si offre volontaria ed, appena ventisettenne, si ritrova nella immensa metropoli di S.Paolo, infermiera nel grande "Ospedale Matarazzo" dove la sua presenza indefessa, la letizia francescana della sua anima totalmente immersa nel Signore, la carità che trabocca dal suo cuore riempiono di conforto e producono effetti benefici assai maggiori di tutte le cure mediche.
Ci sta per 42 anni, tutte le notti. Poi per 14 anni svolge opera di assistenza agli anziani nel ricovero S. Vicente de Paolo in San Giovanni di Boa Vista. Infine l’obbedienza la porta ad assistere le consorelle anziane nella Casa di riposo Betania delle Apostole a Marilla dove anche, agli occhi della considerazione di tutti, suore e non appare come "una grazia vivente" (una definizione che non avevamo mai trovato essere stata data per alcuno e che non finisce di stupirci per la sua originalità e pregnantissima semplicità). Chi di noi suoi compaesani, come il sottoscritto, ha potuto vederla una volta laggiù è rimasto impressionato della semplicità esteriore, della giovanilità, della traboccante spiritualità, della perpetua e perfetta letizia che emanava dalla sua persona e della grata unanime venerazione che la circondava. Servì amorosamente le consorelle per ventitre anni, finché il Signore non la chiamò a sé il 2 Agosto 2003.
La Superiora e le Suore di laggiù che ci hanno informato della morte ci hanno trasmesso testimonianze commosse e commoventi, fra le quali una poesia, alquanto ingenua sul piano letterario, ma che dice tantissimo senza gli orpelli della retorica sulla profondità e indelebilità dell'impronta di fede e di carità lasciata da questa figlia del popolo in Brasile, almeno negli ambienti della sua attività missionaria e dove è arrivata la sua fama.
Attraverso il nostro settimanale (La Vove Misera) annunciamo ai molti parenti che dimorano in Ripe (famm. Pierantonietti), Castelleone, Roma, e in Francia che Sabato 8 Novembre alle ore 11 e Domenica 16 Novembre alle ore 15 si celebrerà al Cimitero di Barbara la S. Messa in suffragio di Suor Rosa.
di I. G.
Il 2 Agosto è morta a Boa Vista. Il commosso ricordo di un compaesano I credenti si consolano anche della morte di loro cari quando sperano ch'essa dischiuda le porte del Ciclo a chi nella vita ha cercato l'imitazione di Cristo praticando le virtù naturali e teologali. In questa visuale la comunità parrocchiale di Barbara benedicendo il Signore accoglie la notizia, dal Brasile, del beato transito di una sua figlia che, in quel lontano grande Paese, ha prodigato più di settantenni della sua esistenza al sostegno e al sollievo della sofferenza e della solitudine di malati ed anziani, analogamente all'eroica dedizione in India della beata Teresa di Calcutta e in Africa di Annalena e dell'altro nostro indimenticabile p. Aldo Pieragostini.
Stiamo parlando di Suor Rosa, nata a Castelleone di Suasa nel 1910 nella patriarcale famiglia dei Giuliani, una di quelle, allora tante, nelle quali il lavoro dei campi era considerato una collaborazione con Dio creatore oltre che una fonte di sostentamento, si santificava la festa, si praticavano i sacramenti, si faceva la carità ai poveri, si recitava il Rosario tutti insieme la sera, i figli erano una benedizione di Dio e si mandavano al catechismo, ci si dava scambievolmente il buon esempio: un patrimonio religioso, morale e professionale ereditato dagli avi, custodito con saggezza e tramandato scrupolosamente alle nuove generazioni.
Nel 1922 il clan dei Giuliani si trapianta in quel di Barbara, in un grande fondo di contrada Tomba (ora via Kennedy). Li Gelsomina (il nome di battesimo di quella che poi sarà Suor Rosa), rimarrà orfana del padre, morto nella prima guerra mondiale, trovando però in tutti gli altri della grande famiglia, soprattutto negli zii Antonio e Adalgisa, attenzione, affetto, cure e buon esempio non inferiori a quelli che le avrebbero dedicato i genitori, sentì presto la chiamata di Dio alla vita consacrata.
Entra nel 1932 nella Congregazione delle Apostole del Sacro Cuore e vi fa la professione derinitiva nel 1941. Quando a queste suore si presenta la possibilità di missionariato in Brasile, Suor Rosa – si offre volontaria ed, appena ventisettenne, si ritrova nella immensa metropoli di S.Paolo, infermiera nel grande "Ospedale Matarazzo" dove la sua presenza indefessa, la letizia francescana della sua anima totalmente immersa nel Signore, la carità che trabocca dal suo cuore riempiono di conforto e producono effetti benefici assai maggiori di tutte le cure mediche.
Ci sta per 42 anni, tutte le notti. Poi per 14 anni svolge opera di assistenza agli anziani nel ricovero S. Vicente de Paolo in San Giovanni di Boa Vista. Infine l’obbedienza la porta ad assistere le consorelle anziane nella Casa di riposo Betania delle Apostole a Marilla dove anche, agli occhi della considerazione di tutti, suore e non appare come "una grazia vivente" (una definizione che non avevamo mai trovato essere stata data per alcuno e che non finisce di stupirci per la sua originalità e pregnantissima semplicità). Chi di noi suoi compaesani, come il sottoscritto, ha potuto vederla una volta laggiù è rimasto impressionato della semplicità esteriore, della giovanilità, della traboccante spiritualità, della perpetua e perfetta letizia che emanava dalla sua persona e della grata unanime venerazione che la circondava. Servì amorosamente le consorelle per ventitre anni, finché il Signore non la chiamò a sé il 2 Agosto 2003.
La Superiora e le Suore di laggiù che ci hanno informato della morte ci hanno trasmesso testimonianze commosse e commoventi, fra le quali una poesia, alquanto ingenua sul piano letterario, ma che dice tantissimo senza gli orpelli della retorica sulla profondità e indelebilità dell'impronta di fede e di carità lasciata da questa figlia del popolo in Brasile, almeno negli ambienti della sua attività missionaria e dove è arrivata la sua fama.
Attraverso il nostro settimanale (La Vove Misera) annunciamo ai molti parenti che dimorano in Ripe (famm. Pierantonietti), Castelleone, Roma, e in Francia che Sabato 8 Novembre alle ore 11 e Domenica 16 Novembre alle ore 15 si celebrerà al Cimitero di Barbara la S. Messa in suffragio di Suor Rosa.
di I. G.

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