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corriere adriatico: I bagnini 'marciano' su Roma

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 - Oggi a Roma i bagnini, senigalliesi e non solo, protestano contro l'aumento dei canoni demaniali che avrebbe conseguenze devastanti sul nostro turismo.

Al passo dello slogan "la sabbia non è oro la Fiba Confesercenti marcia su Roma per dire no agli aumenti dei canoni demaniali inseriti dal governo Berlusconi nella legge finanziaria in discussione questi giorni in Parlamento. La protesta ha certamente carattere nazionale ma che è nata proprio su input degli operatori balneari della Spiaggia di Velluto, i bagnini non vogliono "l'aumento del 300 per cento dei canoni demaniali, una manovra finanziaria priva di sostegni al turismo, il pagamento dell'Ici su immobili della Stato e l'aliquota del 20% sui servizi di spiaggia".
Questa mattina un pullman porterà i manifestanti senigalliesi in piazza Santissimi Apostoli di Roma. Quello sarà il punto di raccolta per i colleghi di altre cittadine rivierasche che sfileranno per le vie della capitale spiegando il loro dissenso, Senigallia, come molte altre cittadine marchigiane della costa adriatica, sulla base di questi aumenti previsti potrebbe soffrirne maggiormente rispetto a località della Versilia, del Lazio o Liguri dove esiste un turismo differente e gli stabilimenti sono concepiti in maniera totalmente diversa.
In una simulazione la categoria ha calcolato che per una concessione di 5000 metri quadri la tariffa passerebbe dai 72 centesimi di euro a metro quadrato per un totale 3.615 euro dell’anno 2003 ai 2,89 euro per metro quadrato per un totale di 14.461 euro. Tutto ciò porterebbe un aumento del 45 per cento del prezzo del servizio facendo uscire dal mercato gli stabilimenti. In pratica un ombrellone con due lettini non costerebbe più 14 euro per un giorno ma 20 euro. A supportare l’azione della Confesercenti anche l'assessore Regionale al Turismo Lidio Rocchi che ieri ha presentato alla maggioranza che sostiene la giunta d'Ambrosio un ordine del giorno finalizzato ad impegnare il governo regionale ad intervenire nei confronti di Parlamento e Governo per fermare il provvedimento. Lidio Rocchi, che vedrà votare il suo documento in consiglio regionale giovedì 6 novembre, chiede anche la promessa a far si che i fondi provenienti dai canoni demaniali siano trasferiti alle regioni e ai comuni. "Aumentare le quote dei beni pubblici - afferma l'assessore Rocchi - è una decisione assurda che non può fare altro che danneggiare gli stabilimenti balneari che assieme a tutte le altre attività turistiche devono essere parificate alle piccole e medie imprese. I ministri del governo Berlusconi parlano del turismo come risorsa e poi non si preoccupano di inserire dei capitoli a favore di questo settore, i soldi che stanno giungendo alla Regione sono dell'ultima finanziaria del precedente esecutivo".
Un provvedimento che ha del "drammatico" per il segretario provinciale della Confesercenti Paolo Luzi Crivellini. "I numeri non mentono se le cose dovessero rimanere su questo piano le nostre imprese rischiano di morire. Per questo motivo, in attesa che gli emendamenti della Federazione Italiana delle imprese Balneari vengano presi in considerazione, abbiamo deciso di andare a Roma per dire la nostra pubblicamente. L'appello è rivolto a tutto il comparto del turismo e anche all'indotto. Soffocare le imprese balneari significa di fatto mettere nei guai anche aziende che lavorano grazie al turismo".
di Marcello Pagliari





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 29 ottobre 2003 - 1751 letture

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