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il resto del carlino: Contro l'alcolismo in crescita pronti con un centro di recupero

2' di lettura Senigallia 30/11/-0001 - L'iniziativa per rispondere ai bisogni di un territorio dove c'è alarme. Un'attività di cura articolata in tre fasi: l'accoglienza, l'individuazione delle terapie e la riabilitazione.

Cresce l'allarme alcolismo. Sempre più persone si avvicinano all'alcol. Il fenomeno che comprende, come per la tossicodipendenza, anche numerosi adolescenti, preoccupa e si cerca così di fronteggiare il problema prima che possa trasformarsi in emergenza. Su questo versante, c'è un obiettivo preciso, quello di aprire all'inizio del 2004 un ambulatorio territoriale di alcologia nella casa di cura 'Villa Silvia', punto di riferimento da oltre 25 anni a livello nazionale per la cura ed il recupero degli alcolisti. A coordinare la struttura sarà Roberto Romanelli, che ha acquisito un'esperienza pluriennale in una cllnica ascolana.
Perché l'apertura di un ambulatorio di alcologia?
«La casa di cura 'Villa Silvia' si occupa già del trattamento degli alcoldipendenti in una fase che comunque è già cronica della patologia» spiega Romanelli. «L'approccio al trattamento dell'alcolismo solo in parte si sovrappone a quello delle altre dipendenze: ad esempio l'importanza dell'auto aiuto e del volontariato, il ruolo chiave del 'ricovero riabilitativo'. Ed è proprio questa la filosofia che ha guidato la scelta di aprire la nuova struttura».
Con quali funzioni? «L'obiettivo è di rispondere alle domande ed ai bisogni del territorio riguardo all'abuso di alcol ed all'alcol dipendenza, nell'ottica di un trattamento riabilitativo integrato. Questo si basa sulla concezione che ad influenzare l'abuso di alcol siano fattori genetici e neuro-biologici, psichici e relazionali, sociali, ambientali e culturali. Forse non tutti sanno che disturbi di carattere psichico incidono nel 30 per cento dei casi di alcolismo. Si tratta di un'attività di cura e recupero dunque che si articola in diversi momenti».
Quali le fasi d’intervento?
«La prima è rappresentata dall'accoglienza, durante la quale viene effettuato lo screening del paziente e si valuta il protocollo specifico diagnostico. Se cioè può essere prevista o meno una cura a domicilio» «La seconda fase è quella della individuazione e la cura delle patologie alcol-correlate; del trattamento della cosiddetta comorbidità psichiatrica con trattamento di induzione della prevenzione della ricaduta. A questo scopo sono stati istituiti programmi educativi e motivazionali, con consulti individuali o con le famiglie. È previsto inoltre il supporto psicologico e psichiatrico attraverso i gruppi di auto aiuto» «La terza fase prevede infine lo sviluppo di un programma riabilitativo individualizzato a medio e lungo termine. Ad operare il trattamento un'equipe composta da uno psichiatra, uno psicologo, un sociologo ed un infermiere professionale. Tra l'altro nell'ambulatorio si svolgeranno anche colloqui per la valutazione in caso di infrazione agli articoli 186 e 187 del codice della strada con eventuali certificazioni per la commissione locale patenti di guida».
di Sandro Galli





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 23 ottobre 2003 - 2178 letture

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