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il messaggero: Intervista a Simone Saltarelli

3' di lettura Senigallia 30/11/-0001 - Dopo la vittoria a Vallelunga il campione senigalliese guarda lontano, sulla scia di Valentino Rossi.
Simone vuole diventare un campione per far conoscere Senigallia nel mondo.

Diciotto anni, senigalliese doc, una passione viscerale per il motociclismo e un talento innato per la due ruote. Simone Saltarelli è il giovane campione, balzato alle luci della ribalta per aver vinto la prova di Coppa Italia 600 Superstock di Vallelunga. Una vittoria importante, l'ultima in ordine cronologico, arrivata al termine di una stagione che ha messo a dura prova il giovane motociclista. Insieme ai successi sono arrivati anche attenzioni e riconoscimenti che Simone apprezza, restando però con i piedi ben piantati a terra. «La gara di Vallelunga resterà per sempre un ricordo pieno di emozioni - racconta Saltarelli - oltre al risultato sono rimasto piacevolmente colpito dal calore e dalla partecipazione dimostrata dal pubblico. Anche il clima che si respirava era diverso dal solito e salire sul gradino più alto del podio ha fatto commuovere non solo me ma anche il mio team. Il mio impegno e la mia determinazione mi fanno vedere questa vittoria come un punto di partenza verso nuovi e ambiziosi traguardi, ma per ora penso a lavorare sodo giorno per giorno». E la quotidianità di Simone Saltarelli è finalizzata soprattutto al buon esito della sua carriera agonistica. «Dedico gran parte della giornata agli allenamenti e poco tempo allo studio - confessa - quest'anno frequento l'ultimo anno di un istituto superiore ma anche quando sono a scuola penso alla moto e con me porto sempre le mie riviste di motori». Una passione che Simone ha nel dna e che gli è stata trasmessa dal padre Americo, ex campione italiano negli anni '70. «Sono salito sulla mia prima mini-moto quando avevo due anni, a 7 correvo su una pista preparatami da mio padre e poi, crescendo, sono passato alla 125 e ora alla 600 - rivela - la due ruote mi ha affascinato praticamente da sempre e niente mi ha fatto mai cambiare idea, neanche le prime cadute o gli incidenti che possono capitare su pista». Come quello che lo scorso anno ha in parte compromesso la stagione agonistica. «A causa di quell'infortunio ho dovuto lasciare la classe 125 ma non mi sono demoralizzato - dice Simone - mi sono ripreso, ho lavorato sodo e sono tornato alla vittoria nella 600. Il trofeo di Vallelunga è stato un successo prezioso, arrivato dopo un periodo in cui ho dovuto adattarmi ad una moto che per problemi tecnici non sentivo mia, e per questo voglio dedicarlo alla mia famiglia e allo sponsor All Service, che mi hanno sempre sostenuto». Valentino Rossi, un possibile rivale o un mito? «Il grande Valentino per me è un idolo da imitare semmai, ma non lo vedo come un potenziale concorrente - scherza Simone - però come lui ha reso famosa una piccola cittadina come Tavullia, così anch'io vorrei far conoscere Senigallia. Molti miei concittadini, infatti, mi stanno dimostrando affetto e supporto e io vorrei essere per loro motivo di orgoglio».
di Giulia Mancinelli





Questo è un articolo pubblicato il 30-11--0001 alle 00:00 sul giornale del 17 ottobre 2003 - 2234 letture

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